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Dopo la morte di Luke, l'appartamento era stato posto sotto sequestro dalla polizia.
Una volta finite le indagini, sarebbe dovuto passare in eredità al parente più prossimo, vale a dire il padre di Luke.
Tuttavia, Ermes Castellan non si era preoccupato di venderlo o di venirci ad abitare.
Era disabitato da ben cinque anni.

Talia scese dall'auto, silenziosamente così come era arrivata.
Prese un respiro, per poi trattenere il fiato. Lo faceva sempre quando era in tensione.
Poi si fece coraggio e si incamminò verso il palazzo.
Le chiavi tintinnarono, mentre apriva il portone.
L'androne buoi le fece correre un brivido lungo la schiena, ma svanì quando accese le luci.
Prese l'ascensore e in pochi secondi si trovò davanti alla porta dell'appartamento di Luke.
La guardò per pochi secondi.
Erano le cinque del mattino, e lei aveva seguito il suo cuore fino a quel momento.
E ora? Perché non aveva il coraggio di andare avanti?
-Basta.- si disse.
Si avvicinò, infilò la chiave nella serratura e la aprì.

***

La prima cosa che l'avvolse fu l'odore di chiuso. E la sensazione della polvere sulla pelle.
Trovò l'interruttore, ma dovevano aver staccato la luce.
Così prese una piccola torcia, la accese ed illuminò davanti a sé.
Era tutto identico a come lo ricordava. Ogni singolo dettaglio.
Una strana sensazione si impossessò di lei, e le tremarono le mani. La torcia cadde, e lei si abbassò per recuperarla.
Solo allora notò che qualcuno era stato lì prima di lei.
Vide distintamente le impronte che erano state lasciate nella polvere. Iniziò a seguirle, con il battito a mille.
Forse Luke è stato qui, si disse in un attimo di pazzia senza sapere quanto si avvicinasse alla verità.
Ma lui è morto... rammentò a sé stessa ciò che credeva. Forse si stava sbagliando.
La porta della camera da letto era aperta. Entrò, e le orme la portarono davanti all'armadio.
Prese un respiro, prima di aprirlo.
Eccoli là, tutti i vestiti di Luke.
Li guardò uno ad uno, e quando trovò la sua felpa preferita, quella che metteva quando non aveva voglia di scegliere, la tolse dalla stampella e se la portò al viso.
Incredibile. Dopo cinque anni, quella felpa aveva ancora il profumo del ragazzo che aveva amato così tanto che la sua perdita avrebbe veramente potuto distruggerla.
E in quel momento, scoppiò a ridere.
Rise perché nel bel mezzo della notte si era alzata per andare a farsi una doccia e si era ritrovata nell'appartamento di Luke.
Rise perché sapeva che, in fondo al suo cuore, avrebbe davvero voluto che gli ultimi cinque anni fossero tutti un grande scherzo.
Aveva sperato che, una volta varcata la soglia di quell'appartamento, avrebbe visto Luke che le sorrideva.
Quanto le mancava il suo sorriso...
Continuò a frugare nei suoi vestiti, e ad un tratto notò uno strano rigonfiamento nella tasca di una giacca.
Infilò la mano, tirando fuori una piccola scatola foderata di velluto e un pezzo di carta stropicciata.
No. Non era quello che stava pensando... Non poteva.
Si sedette sul letto, sprofondando leggermente.
Spiegò il foglio stroppiciato e si ritrovò davanti la calligrafia incerta e tremolante di Luke.

Ogni tanto ripenso a quel giorno.
Ti ho aperto la porta, e tu mi guardavi sorridendo.
Eri bellissima, e non sembrava neanche che te ne rendessi conto.
Se avessi saputo già allora in che guaio mi sarei cacciato... forse lo avrei fatto comunque.
Perché tutti gli sbagli che ho fatto, li rifarei da capo uno ad uno, solo per il fatto che alla fine, nonostante tutto, mi hanno portato a te.
So che forse è troppo presto, e so perfettamente che sbaglierò ancora.
Ma sbagliare da soli non è emozionante come quando si sbaglia insieme.
Mi sono innamorato di te perché sei la perfezione nel mio mondo imperfetto. E vorrei che tu continuassi ad esserlo, magari per sempre.

Se un attimo prima stava ridendo, ora aveva le lacrime agli occhi.
Aprì la scatolina, e nonostante ci fosse poca luce, la bellezza di quell'anello le abbagliò gli occhi.
E, ancora una volta, il peso della consapevolezza di quell'amore che le era stato strappato la schiacciò.
Luke voleva chiederle di sposarlo.
E lei era certa che avrebbe accettato, senza alcuna esitazione.
Si asciugò una lacrima.
Ne aveva abbastanza. Si alzò e senza voltarsi indietro richiuse la porta di quell'appartamento.
Oggi ho chiuso definitivamente con il passato, si disse.
E non immaginava quanto si stesse sbagliando.

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