La donna che gli aprì la porta doveva essere Rea, la moglie di Crono.
Indossava un abito celeste senza spalline, decorato con motivi floreali.
Li riconobbe immediatamente, tanto che gli sorrise malevolmente.
-Immagino siate qua per la ragazza.- disse, prima di girarsi e chiamare a gran voce Tom.
Ma l'uomo non arrivò, e uno strano presentimento si fece strada in Luke.
Non era normale che un uomo al servizio di Crono non rispondesse ad una chiamata di Rea.
Lei era la versione femminile di Crono, a tutti gli effetti, e se lui aveva continuato i suoi traffici senza essere arrestato era anche merito suo.
La donna sbuffò, poi li fece entrare ed iniziò a chiamare a gran voce Crono.
Quando egli arrivò, sorrideva.
Era un sorriso sottile, ma malvagio.
-Rea, tesoro.- le disse, accarezzandole la spalla- Vai a cercare Tom.
Io mi occupo dei due ragazzi.
Rea guardò per un attimo Ash e Luke, poi scoppiò a ridere, con una risata isterica e per niente contagiosa.
In quel momento, a Luke ricordò la strega cattiva delle favole che gli raccontava sempre sua madre prima di addormentarsi.
-Bene bene bene.- disse a quel punto Crono, strofinandosi le mani.
Indossava un completo elegante, e per un secondo Luke si chiese dove stesse andando, ma poi Crono proseguì- devo dire che sono... stupito.
Piacevolmente stupito. E sapete che non è facile sorprendermi.
Qual buon vento vi porta qui?
-Non ci piace stare dalla parte di chi perde.- rispose Ash.
-Vuoi forse dirmi che una certa Talia Grace non c'entra proprio nulla?
E in quell'istante si sentì un urlo femminile.
Luke si portò subito una mano alla fondina della pistola, ma poi si rese conto che non era stata Talia ad urlare. Le grida erano troppo acute.
Ash gli diede una botta, bisbigliandogli di calmarsi.
Crono, fortunatamente, non si era accorto del suo gesto.
Stava guardando il corridoio, da cui poi spuntò Rea, trafelata:- La ragazza- disse, poi riprese fiato- è scappata. E ha steso Tom.
-Come ha fatto a fuggire?!- urlò Crono, fuori di sé.
-Non lo so, ha rotto il muro.
La porta era chiusa a chiave, ho dovuto usare un passe-pourt.
E ho visto Tom, svenuto ed imbavagliato!
-Dannazione!- borbottò Crono, poi si voltò e andò verso il corridoio.
Era il momento di agire: Luke ed Ash si guardarono, complici, e poi si scagliarono contro Crono, atterrandolo.
L'uomo imprecò, ma quando Ash gli diede un calcio sulla schiena, gli mancò il fiato per commentare.
Intanto, Rea li guardava sconcertata.
Non era armata, sarebbe stato impossibile tenere una qualsiasi arma in quel vestito, ma fuggì via, chiudendosi a chiave in una stanza.
Luke si alzò, guardando Ash che metteva le manette a Crono:- Chiama Reyna, dille di venire qui con la squadra.
Io vado a cercare Talia.***
Talia corse via, finché la candela non si esaurì del tutto.
E piombò nel buio.
La sua prima reazione fu quella di non farsi prendere dal panico.
Appoggiò una mano alla parete, continuando ad avanzare lentamente.
Perse la cognizione del tempo, e per quelle che le sembrarono ore infinite, continuò ad avanzare nel buio.
Poi sentì una voce.
Qualcuno... qualcuno la stava chiamando.
Probabilmente avevano scoperto il suo tentativo di fuga.
Si accasciò a terra, stanca.
Cosa diavolo le era saltato in mente?! Veramente aveva creduto di riuscire a fuggire? Cosa diamine le era saltato in testa?!
Iniziò a piangere.
Per un secondo la situazione la sopraffece, e Talia si sentì inghiottita dalle difficoltà.
Poi sentì ancora quella voce.
La chiamava, e non sembrava intenzionata a fermarsi.
Era sempre più vicina e per un attimo Talia credette che fosse Luke.
Poi si diede della stupida.
E... se invece fosse stato veramente lui?
Iniziò a chiamarlo, a gran voce.
Tutto il fiato che le rimaneva in gola lo usò per urlare, con tutta se stessa, il nome del ragazzo che amava.
E pian piano, la galleria iniziò ad illuminarsi.
Talia si coprì gli occhi non abituati alla luce.
Poi si sentì stringere da due braccia forti e, quando riaprì gli occhi, incontrò quelli di Luke.
Lo abbracciò, e le lacrime presero a scendere di nuovo, ma stavolta era per la felicità.
Lo strinse forte, e ad un tratto si ritrovò seduta sulle sue ginocchia.
Lui continuava ad accarezzarle i capelli, mentre le sussurrava parole di consolazione.
Il suo pianto, dopo svariati minuti, si fermò.
Talia alzò lo sguardo, ed incontrò di nuovo quello di Luke.
Le sorrideva, e notò anche una piccola punta di orgoglio.
Passarono alcuni secondi di silenzio, poi lui le accarezzò una guancia, dolcemente. Le baciò la fronte, e poi vi appoggiò la propria:- È tutto finito. Lo sai vero?
Talia annuì, chiudendo gli occhi e beandosi delle braccia di Luke che la circondavano.
-Sei... sei stata formidabile. Sono orgoglioso di te.
-Perché?- gli domandò in un sussurro.
-È anche grazie a te se abbiamo preso Crono.
Hai trovato questo tunnel, hai steso la guardia. Come potrei non essere orgoglioso di te?!
Talia rise, un suono che le sembrò strano alle proprie orecchie.
Erano settimane, ormai, che non rideva più.
Poi si rabbuiò:- Ti ho trattato male.
Luke annuì, e lei proseguì:- Non pensavo veramente quelle cose.
Dannazione, non so neanche perché le ho dette. Mi dispiace.
Luke rise, baciandole poi una guancia e stringendola un po' più stretta:- Ti dispiacerebbe dirmi cosa ti passa per la testa, una buona volta?
Talia sorrise, avvicinandosi con il viso a lui.
Si stupì di quanto velocemente le vennero in mente quelle parole, e di quanto morisse dalla voglia di urlarle al mondo intero.
-Ti amo, Luke.
E poi lo baciò.
Era un bacio dolce, che sapeva di lacrime versate e parole non dette, di mancanze e di segreti custoditi troppo a lungo.
Ma, in quel momento, non serviva dire niente.
Non c'era nulla da capire.
Erano passati cinque anni e mezzo dall'ultimo loro bacio.
Sotto la pioggia, un attimo prima che Luke cadesse a terra.
Quell'istante aveva cambiato per sempre le loro vite.
Quando Talia aveva scoperto che Luke era vivo, non si sarebbe mai immaginata che il loro secondo primo bacio sarebbe stato così.
In una galleria polverosa che odorava di muffa e di aria viziata.
L'unica fonte di luce era la torcia di Luke, lontana.
Il ragazzo l'aveva gettata a terra appena l'aveva vista.
I loro contorni apparivano indistinti, sfumati, un tutt'uno con la parete.
Sì, non era un gran che quel luogo.
Puzzolente, e probabilmente anche poco sicuro. L'unico rumore era il cuore che le batteva all'impazzata.
Sì, erano entrambi un disastro, eppure si appartenevano, come due pezzi di un puzzle.
Sì, erano entrambi incasinati, eppure, in quell'istante, ebbero entrambi la certezza di essere perfetti.
Insieme.
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Revenge
FanfictionSecondo libro della serie "Choice" "Era un bacio dolce, che sapeva di lacrime versate e parole non dette, di mancanze e di segreti custoditi troppo a lungo. Ma, in quel momento, non serviva dire niente. Non c'era nulla da capire. [...] I loro contor...