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Talia corse verso la macchina, le parole di Percy che le risuonavano in testa.
In quel momento, qualcuno le toccò la spalla.
Lei si girò, trovandosi a faccia a faccia con Ash. Le sorrise, e lei si costrinse a ricambiare.
-Ehi- le disse poi- che stai facendo? Sei sconvolta.
-Scusami, Ash, ma ho fretta. Devo andare...
-Potresti arrivare prima se ti accompagnassi con la mia moto. Che ne pensi?
-Penso che... sia troppo disturbo per te- gli rispose, contorcendosi le mani.
-Ma quale disturbo? Sono venuto per stare con te, sarei felice di accompagnarti.
-Ash, sei gentilissimo... Ma ecco... poi non saprei come ritornare...
-Ti aspetto.
-Ma potrebbe volerci molto tempo...
-Non ho nulla da fare.
Talia lo guardò. Stava diventando troppo insistente e le stava facendo perdere tempo.
-Ash, scusa. Ci vediamo a lezione oggi pomeriggio.
Detto ciò, salì in macchina e partì velocemente.

***

La casa era silenziosa, e quando sfondarono la porta una decina di agenti si precipirarono all'interno, con Luke al comando.
Altri agenti, nascosti intorno alla casa, sorvegliavano le vie d'uscita.
Luke individuò subito una rampa di scale, ed iniziò a salirle velocemente. Altri perlustrarono il piano terra.
La scena che si trovò davanti era alquanto macabra.
Una donna era seduta su una sedia, imbavagliata e con i polsi legati. I lacci che la tenevano legata erano sporchi di sangue.
I suoi occhi erano chiusi, e il petto si alzava e si abbassava leggermente.
Steso a terra, una pozza di sangue intorno a lui, stava un ragazzo.
Sembrava che non respirasse, ma quando premette le dita sulla giugulare, la sentì pulsare.
Un agente si avvicinò a Luke, scuotendo la testa.
Lui imprecò, prima che ordinasse di chiamare l'ambulanza.
Poi osservò meglio i due ragazzi... Che avevano un'aria piuttosto familiare.
Anzi, troppo.
-Finch!- urlò ad uno degli agenti- vieni subito qui.
L'uomo accorse, trafelato.
Luke non esitò oltre:- Quando dovrai scrivere il resoconto delle indagini, scrivi anche i nomi di questi due.
Si tratta di Jason Grace e di Piper McLean.

***

Apple Street era deserta.
Talia parcheggiò vicino ad un ospizio piuttosto malandato.
Da una finestra, una signora anziana la guardava attentamente, scrutando ogni suo movimento.
Il numero 17 era poco più avanti, e quando Talia si ritrovò davanti alla porta, non sapeva se proseguire o andarsene via. Bussò due volte, ma nessuno le aprì.
Sbuffò, sedendosi sul primo gradino del pianerottolo.
Da quel vicolo buio riusciva a malapena a vedere il cielo.
Una brutta sensazione prese il sopravvento. E se Percy avesse effettivamente mentito?
Ma no, si disse.
Chi inventerebbe mai una bugia del genere?
La prospettiva di rivederlo era irreale e reale allo stesso tempo.
Come sarebbe andata a finire?

***

L'attesa la stava consumando, lentamente.
Il cielo aveva iniziato a scurirsi, e i lampioni accesi rendevano Apple Street piuttosto spettrale.
Ash l'aveva chiamata due volte, ma lei non aveva mai risposto.
Quel giorno avrebbe avuto lezione solo con gli agonisti, ma aveva avvertito Artemide che non ci sarebbe stata.
Sentì qualcosa scricchiolare, alla sua destra, e si voltò.
Un ragazzo comparve, all'improvviso, vestito con dei jeans e una felpa con il cappuccio a coprirgli la testa e vedendola si immobilizzò. Portò una mano alla tasca dei pantaloni, ma quando la riconobbe si fermò.
Talia percepì la sua agitazione dall'alzarsi e abbassarsi del petto, frenetico.
Le si avvicinò, piano, quasi avesse paura che fosse un'illusione.
A differenza sua, Talia stava trattenendo il fiato.
Il ragazzo passò sotto un lampione, che gli illuminò il viso.
Le si gelò il sangue nelle vene, vedendo quegli occhi azzurri come il cielo estivo.
Le sembrarono più belli, più grandi e, forse, anche un po' più freddi.
Le arrivò vicino, e si sedette accanto a lei, senza guardarla e sempre con il cappuccio sulla testa.
Nessuno parlò per infiniti istanti,
Talia lo sentì buttar via tutta l'aria in un ennesimo respiro.
Talia restò immobile, quando un inatteso alito di vento le soffiò in faccia, portandole alle narici il suo profumo.
E poi, così improvvisamente come era arrivato, Luke iniziò iniziò parlare.

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