Erano ormai due settimane che Talia se ne stava chiusa in quella camera.
Ogni giorno, alle 8,30, la sua porta si apriva, e Tom le lasciava un vassoio con la colazione.
La stessa cosa si ripeteva alle 13,30, con il pranzo, ed infine alle 20,00 per la cena.
Aveva letto praticamente ogni libro presente nella libreria che le era stata messa a disposizione, ma ormai cominciava ad esserne stufa. Due giorni prima aveva provato a lasciare un messaggio in flacone vuoto di shampoo, sperando che l' FBI stesse cercando di salvarla.
Ma... forse si era sbagliata.
Probabilmente nessuno la stava cercando.
Forse Jason o Percy avevano denunciato la sua scomparsa, ma la polizia non l'avrebbe mai trovata.
Crono era sempre un passo davanti a tutti, e la probabilità che inciampasse sembrava alquanto remota.
Talia si avvicinò alla finestra, guardando il cielo grigio.
Di li a poco sarebbe iniziato a piovere, e lei avrebbe voluto essere lì, sotto la pioggia, a cantare a squarciagola la sua canzone preferita e inzuppandosi i vestiti fino a sentire la stoffa della maglietta attaccata alla schiena.
Il trucco le sarebbe scivolato sulle guance, rigandole di nero la pelle diafana.
I suoi occhi sarebbero apparsi ancora più blu di quanto già non fossero... ma stava solo sognando ad occhi aperti.
Inspirò l'aria umida, carica di pioggia.
Si allontanò dalla finestra, richiudendola.
Non le avrebbe fatto bene starsene lì a fantasticare.
Doveva affrontare la realtà.
Andò in bagno, e si guardò allo specchio.
Era dimagrita parecchio negli ultimi tempi.
Le guance erano scavate, e gli zigomi risultavano più sporgenti. Sotto ai suoi occhi blu, le occhiaie scure erano il risultato di numerose notti insonni.
Doveva rilassarsi, o sarebbe impazzita.
Prese un flacone di shampoo nuovo, ma le mani le tremavano, e fece cadere il contenuto dell'armadietto.
Imprecò sottovoce, ma poi diede un altro sguardo all'armadietto vuoto.
Non riusciva a vederne il fondo.
Infilò la mano dentro, e l'unica cosa che riuscì a sentire fu una ventata di aria fredda.
E... se fosse l'entrata di un tunnel?***
Reyna entrò nella sala operativa massaggiandosi le tempie.
-Chi ha permesso che mi ubriacassi?
Luke trattenne a stento una risata.
Chirone, intanto, la guardava con evidente disapprovazione, al contrario di Ash che, seduto in una poltrona nera, teneva una cartellina fra le mani e la guardava sorridendo.
-Ci sono novità?- domandò quindi Reyna, prendendo dalla biscottiera sul tavolo un wafer al cioccolato con scaglie di cocco intorno.
Ash annuì:- Il DNA del tuo amico era nel database. Il nome completo è Thomas Fade, ed è stato schedato due anni fa per traffico di stupefacenti.
Ha scontato la condanna, e a quanto pare è stato reclutato da Crono, probabilmente per il suo passato come pugile.
-E' enorme.- confermò Reyna.
-Dobbiamo mettere a punto un altro piano...- borbottò Chirone- E stavolta dobbiamo studiare tutto nei minimi dettagli. Sono stufo di questi continui fallimenti.
-A chi lo dici.- rispose Luke.
-Viste le mie doti di attrice, io mi propongo come infiltrata- disse Reyna, sorridendo- la mia conoscenza con Tom potrebbe aiutarci.
-No.- rispose Chirone, ma puntò i suoi occhi su Ash, e poi su Luke- Che ne direste di rientrare in scena?***
Luke ed Ash erano rimasti soli nella sala operativa. Il primo era intento a studiare la planimetria dell'appartamento dove Crono teneva prigioniera Talia, l'altro guardava la televisione senza vederla davvero.
Ad un tratto, Luke alzò lo sguardo verso Ash:- Stai bene?
L'altro non rispose, talmente perso nei suoi pensieri da non sentirlo.
Luke alzò la voce:- Ash?
Il ragazzo si riscosse, puntandogli addosso uno sguardo interrogativo.
-Ti preoccupa il piano?
Ash scosse la testa, senza proferire parola.
-Allora che hai?
-Sono un idiota.
-Hai combinato qualche guaio?
-Chiamarlo semplicemente "guaio" sarebbe un eufemismo.
-Vuoi parlarne?
-No, non mi va.
-Posso almeno sapere qual è la fonte dei tuoi problemi?
-Annika.
Luke rise:- In un momento come questo, ti preoccupi dei tuoi capelli?
-Annika non è il nome di una marca di shampoo- ribattè Ash- è una ragazza!
-Un nome più normale no, eh?
Ash lo trafisse con lo sguardo:- E' un nome fantastico, e tu non...
-Sei cotto, ammettilo.
Ash non rispose, si alzò dalla poltrona e se ne andò.
Luke continuò ad urlargli dietro, e solo quando sentì un'imprecazione contro di lui, sorrise soddisfatto.
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Revenge
FanfictionSecondo libro della serie "Choice" "Era un bacio dolce, che sapeva di lacrime versate e parole non dette, di mancanze e di segreti custoditi troppo a lungo. Ma, in quel momento, non serviva dire niente. Non c'era nulla da capire. [...] I loro contor...