Faster

Man

Jess

Sono le sette e cinquantanove e sto bussando alla porta che mi risulta essere quella del comandate Logan.
Sento un suono assenso e quindi entro. Non lo avessi mai fatto!

«Salve, sono Jess Pine e mi ha mandato il colonnello McCartney. Lei è Brian Logan?» Chiedo osservando attentamente l'uomo di fronte a me. Svariate espressioni travolgono, come un fiume in piena il volto di quest'uomo, ma solo una prevale sulle altre. Direi che al momento è stupito.
«Salve, si sono io. Vedo che è in perfetto orario.» Constata lui osservando il suo orologio al polso e indicandomi la poltrona di fronte a lui per invitarmi a sedermi. Quello che ho davanti è un bell'uomo, che sa di esserlo e che è pieno di se. Proprio quello che volevo, giusto? Ho un brutto presentimento a riguardo.
«Non sono mai in ritardo.» Confermo sbrigativa, controllando a mia volta l'orologio. Sono le otto e zero zero in punto. Meglio di così non si può! Sono orgogliosa della mia precisione.

«Bene. Allora... Il colonnello mi ha detto che nel suo reparto ti reputa sprecata eccetera eccetera, quindi come prima cosa voglio vedere se qui invece sei adatta. Ora verrai con me al poligono di prova e vediamo cosa sai fare con le armi. Probabilmente nel tuo vecchio reparto non le avete mai usate, ma qui sono il pane quotidiano se vuoi sopravvivere. Hai qualche domanda?» Chiede continuando ad osservarmi in un modo snervante, come se volesse studiarmi a fondo ed io odio i guardoni. Se si vuole studiare il comportamento dell'avversario bisogna farlo senza farsi scoprire, in modo lento, senza fretta, ma con decisione.
«No.» Mi alzo e aspetto che lui faccia lo stesso. Non mi toglie gli occhi di dosso per un istante. Che nervi! Ci dirigiamo alla porta e gentilmente fa uscire prima me. Oh, sa cosa è il galateo!

Anche se mi sento osservata faccio finta di niente e continuo a camminare fino all'ascensore, dove premo il pulsante di chiamata. Lo sento al mio fianco, ma non provo nemmeno ad alzare lo sguardo. Lo sguardo è lo specchio dell'anima e non sempre fa bene guardarlo, soprattutto quando devo ammettere che le mie colleghe per una volta non avevano torto riguardo alla bellezza del comandante Logan. Una volta arrivato l'ascensore entriamo e il comandante Logan preme il pulsante sopra al quale vi è segnato il numero meno cinque. Interessante, stiamo andando sotto terra. L'aria che si respira in questo ascensore, è di pura tensione peggio di una corda di violino che sta per rompersi. Quando l'ascensore apre le porte è lui a rompere il silenzio. Non ho mai visto un uomo così affascinante, quindi sono a corto di parole, ma devo mantenere la calma e sopratutto non darlo a vedere.

«Possiamo darci del tu? Abbiamo la stessa età immagino.» Mi chiede una volta che l'ascensore si è fermato e si sono aperte le porte. Del tu a un superiore? Strano, ma okay.
«Va bene.» Dico ricordandomi che lui mi aveva già dato del tu, poi iniziare a camminare e bloccarmi poco dopo perché non so dove dobbiamo andare di preciso. Noto però che lo sguardo di ogni singolo uomo presente nella sala è su di me. Inquietante oserei dire.
Non l'hanno mai vista una donna?!

Brian

«Seguimi.» Dico alla nuova agente, dopo aver notato il suo sguardo interrogativo. È uno schianto. Devo dire che è esattamente il contrario di ciò che pensavo. Quando ho sentito bussare alla porta poco fa, ho subito guardato l'orologio e per mia disgrazia erano le otto in punto, non un minuto di più non un minuto di meno. La vera sorpresa è stata quando al posto di una bassa e tozza poliziotta, mi sono trovato davanti una donna che definire sexy è dire poco. Mi ha accecato con i suoi occhi di ghiaccio e i capelli neri come la pece, per non parlare poi del suo fisico da urlo. Le more che spettacolo che sono. Per me una come quella potrebbe fare la modella a Victoria's Secret e forse sarebbe ancora sprecata.