Karma

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Mia nonna, la mia saggia nonna, lo aveva sempre detto. Mai fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te stesso. Mi è sempre sembrata una sciocchezza, invece non potevo essermi sbagliata di più. Questa regola vale anche per le forze dell'ordine? Sinceramente non lo so più. In un mondo come quello di oggi, dove le regole ci sono, ma non vengono rispettate, il mestiere del poliziotto o dell'agente speciale, è un qualcosa di fantasioso, di irreale. È più facile far finta di niente, che essere ligi al dovere per poi subire delle ingiustizie o magari pagare per gli errori altrui.

Nonostante questo io ho il mio punto fermo. Qual'è? La giustizia. Se una persona sbaglia deve pagarne le conseguenze. Non è essere cattivi, ma è avere la spina dorsale. Siamo umani, per carità, sbagliare è normale, ma bisogna anche avere il coraggio di assumersi le responsabilità per le proprie azioni, giuste o sbagliate che siano. Ed è questo che stiamo cercando di far fare ad Antony, il presunto boss di Mark e compagnia bella, anche se a me questa storia continua a puzzare. La legge è uguale per tutti. Classica frase da tribunale che mi ha sempre fatto ridere di gusto. Con quale faccia tosta un avvocato o un giudice afferma con orgoglio una frase con un peso simile, quando magari sa perfettamente quanti come lui sono comprati. Io non ci dormirei la notte, ma il mondo è bello perché è vario no?!

È ironico vedere quanto poco basta per cambiare le carte in tavola e rendere colpevole un innocente. Troppe sono le volte che le persone sono portate a mentire, a sporcarsi le mani e a lavarsele quando da più comodo. Il merito e io senso del dovere non esistono più, ciò per cui in passato si è combattuto, sacrificando anche la propria vita, ora sono solo parole. Una volta ci si credeva in quello che si diceva, ci si credeva fermamente. La Dichiarazione di indipendenza americana ne è la prova. Parole risolute e ferme come quelle oggi non si usano più. La gente non ha più il coraggio di parlare in quel modo, anche se probabilmente vorrebbe. Abbiamo scoperto da poche settimane che Anthony è il boss di Mark, ma che a sua volta ha un boss misterioso che non vuole mai interagire in prima persona. Sembra un labirinto intricato, da cui è impossibile uscire. Non so se riusciremo mai a trovare la via d'uscita da questo caso e magari risolverlo, tuttavia credo che prima o poi qualcuno farà un passo falso ed io sarò pronta a sorprenderlo e incastrarlo. Se c'è una cosa che odio più dei bugiardi, sono gli impostori, coloro che si arricchiscono a spese degli altri.

Brian è sempre più strano, almeno secondo me, e ultimamente anche Ian lo sta seguendo di pari passo. Questi due stanno nascondendo qualcosa e sono sicura che riguarda il loro secondo lavoro. Se così si può chiamare quello che fanno. Qualche giorno fa ho sentito una conversazione tra Brian ed Ian e parlavano del fatto che stava diventando sempre più difficile far convivere i loro due lavori. Non che ci volesse un genio, visto che cozzano tra loro, ma ehi, sono uomini ognuno ha i suoi tempi. Oggi ho deciso di mostrare, ancora una volta, a Brian Logan di che cosa sono capaci le donne. Ecco perché indosso dei jeans skinni di Giselle, ovvero di una taglia in meno della mia, dei normali stivaletti bassi neri, una canotta nera più scollata del solito , sempre di Giselle, e una giacca di jeans. Credo che se mettessi una moneta nella tasca posteriore dei jeans, si vedrebbe se è testa o croce. Sto già ridendo da sola per la faccia che farà Brian quando mi vedrà.

Entro nel dipartimento come un uragano, non degno di uno sguardo nessuno. Grazie al cielo ho messo gli occhiali da sole, altrimenti sarei scoppiata a ridere dopo due secondi. Le gente mi guarda, mi studia, mi fissa, mi squadra. Arrivo al mio ufficio e faccio per entrare, quando però sento in fondo al corridoio la voce di Ian e poi quella di Brian. Vedo la porta aperta dell'ufficio di Brian e decido in meno di un secondo cosa fare. Appoggio lo zaino con le mie cose nel mio ufficio, poi silenziosamente, senza farmi vedere da nessuno, sgattaiolo nello studio del mio capo, chiudendo poi la porta dopo di me. Mi siedo alla scrivania e sblocco il computer con semplici procedure di hackeraggio standard. Vediamo cosa nasconde Brian Logan, sempre che abbia salvato qualcosa sul Pc dell'ufficio. Ci sono tanti file, ma la maggior parte riguarda davvero il suo lavoro qui all'FBI. Solo un file attira la mi attenzione, per entrarci infatti devo inserire una password. Sto per iniziare a scrivere quando sento dei passi avvicinarsi velocemente alla porta. Chiudo tutte le finestre aperte del computer e lo riblocco, per poi sistemarmi meglio sulla sedia e appoggiare i piedi alla scrivania. Dovrò tornare nel suo ufficio. Non ho ancora scoperto cosa nasconde quel file.

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