The Brigitte

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Jess

«Jess mi raccomando fai come ti ho detto.» Continua Brian per la milionesima volta. Sembra un disco rotto che non ne vuole sapere di smettere di suonare.
«Brian ho capito, non sono né ritardata, né sorda.» Rispondo piccata infilandomi il casco e salendo sulla mia moto.
«Abbassa i toni, ragazzina. Il capo qui sono io.» Mi fulmina scocciato, ma sorridendo mentre apre la sua auto. Devo dire che ha gusto per le macchine. È veramente bellissima. Durante il pranzo abbiamo socializzato molto io, Brian ed Ian. Ho raggiunto un grado di confidenza, soprattutto con Ian, che normalmente si raggiunge dopo settimane.

«La ragazzina qui presente, ti può fare il culo in cinque secondi capo.» Sussurro sorridendo per poi fare cenno con la mano a Brian, come per invitarlo a darsi una mossa. Lo conoscono da poco, ma è tremendamente irritante e lento, probabilmente sarà imparentato con un bradipo. Nonostante questo ha qualcosa nel suo sguardo di triste e segreto. Come se una parte di lui non volesse essere rivelata al mondo.
«Amico devi ammetterlo che Jess è veramente una bomba sexy e ha un caratterino che è estremamente eccitante! Senza contare che ti tiene testa come fa solo tua madre.» Sento Ian dire queste parole, mentre chiude lo sportello dell'auto di Brian. Che duo che sono loro...

Vedo Brian sbuffare per poi sorridere, dargli una spinta e mettere in moto. Sono sicura che andrei d'accordo con sua madre, tra donne ci si capisce sempre, soprattutto se ha un figlio come lui. Ma perché vado a pensare a sua madre poi?! Lo seguo per le vie di Manhattan, senza badare ai limiti di velocità. Infatti arrivo prima io di lui al Brigitte, con tanto di sgommata davanti all'ingresso del locale, ottenendo uno sguardo di disapprovazione dai buttafuori, come se loro non avessero mai infranto la legge. Si certo e io sono Cenerentola! Dopo aver messo la catena alla moto, mi avvicino a Brian e Ian, che avevano precedentemente parcheggiato l'auto nel viale a fianco all'ingresso, con i quali entro nel locale.

Il locale è bellissimo. È un posto molto lussuoso, niente è lasciato al caso, ogni cosa ha un suo ordine è un suo perché qui dentro. Mark sarà un maniaco del controllo. Pensavo fosse una specie di strip club invece è un comunissimo bar con spettacoli serali, in cui le cameriere, beh... Sono alquanto poco vestite, ma ho visto di peggio, decisamente. È in stile barocco, tutto molto eccessivo e sfarzoso, un'esaltazione di ricchezza e soprattutto di potere. Banale e lascivo per un boss della mafia. Si riuscirebbe a notarlo a chilometri di distanza e non capisco ancora perché abbia deciso di renderlo il suo covo allora.

Ci avviciniamo al bancone e chiediamo al barista tre Martini, tanto per andare sul sicuro, e ce li facciamo servire al tavolo. Dopo aver ricevuto da bere Brian inizia a parlare rivolgendosi a me, senza però darlo a vedere, non possiamo rischiare di essere scoperti, dopotutto lui è un professionista, no? Vediamo cosa sa fare.
«Allora Mark è quel tipo seduto di spalle con il completo bianco, proprio sotto al palco. Tu sai già ciò che devi fare. Trova una scusa valida Jess, non mi deludere.» Brian mi fissa dritto negli occhi, serio come non mai. Capisco che per lui sia importante e che mi debba mettere alla prova, ma ha così poca fiducia nelle doti femminili.
«Guarda e impara.» Gli rispondo scolandomi tutto il mio drink, per poi togliermi la giacca di pelle e lasciarla ad Ian, sciogliermi i capelli, che avevo legato in una coda e abbassare volontariamente la scollatura della canottiera nera che indosso. Li vedo deglutire entrambi. Principianti!

Mi giro e sculettando arrivo proprio dietro Mark. Gli poso le mani sulle spalle e inizio a fargli un sensuale massaggio, per poi far scendere le mani, prima sulle spalle e poi sul torace. Le sue guardie del corpo mi si avvicinano subito, ma lui si gira prima del loro arrivo, verso di me.
«Buoni buoni, lei può.» Ritira i suoi segugi con un gesto della mano, dopo avermi dato un'occhiata a raggi X. Quattro semplici parole e i cani da guardia sono sistemati.
«Finalmente ti conosco.» Sussurro al suo orecchio, dandogli del tu. Ovviamente per un mafioso è inusuale che uno sconosciuto, anche se donna, dia loro del tu al primo incontro, ma io ho un piano preciso. Mi fa segno di sedermi sul divanetto difronte a lui e io faccio come dice, però appoggio i gomiti sulle ginocchia, lasciando il seno in bella mostra, se non mi conoscessi, in questo momento sembrerei proprio una escort al cento per cento, senza ombra di dubbio.

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