Jess
«Sai per essere un poliziotto sporco, stronzo e legato alla mafia sei decisamente sexy. Ma dopotutto l'apparenza inganna, non è vero Brian?» Dovevo fare l'attrice, a quest'ora avrei avuto molti meno problemi e sicuramente molti più soldi. Accidenti a me e al mio spirito patriottico!
«Hai ragione, ma tu ti fidi di me. Lo so.» Brian mi sorprende. In parte ho fiducia in lui perché so che è un bravissimo poliziotto, ma dall'altra parte mi fa schifo. Io non riuscire a dormire la notte se facessi quello che fa lui. Starei male con me stessa. Non riuscirei più a fidarmi di nessuno, nemmeno di me stessa. Non so lui come faccia a vivere così, non lo so proprio.«Togliti dalle labbra quel sorriso di vittoria, perché non hai vinto proprio niente!» Scendo i tre gradini che mi separano dal poligono, senza badare a Brian. Lo sto odiando profondamente in questo momento. Esiste solo lui con il suo charm e la sua intelligenza. Gli altri possono anche bruciare all'inferno che a lui non cambia niente, minimamente niente.
«Che caratterino!» I commenti acidi di Mr.sfrontatezza, ormai non li sopporto più. Finge di essere qualcuno che non è, aspettandosi poi da parte mia una totale fiducia e sincerità. Ma che diamine si è bevuto? Ma dove siamo finiti?«Dai Jess! Lo sanno tutti che sei una facile.» Brian urla queste parole davanti a tutti gli altri agenti, che ora mi fissano con gli occhi sgranati. Da quando sono arrivata in questo posto non fanno altro che girare voci assurde su di me, alcune che mi piacerebbe anche fossero vere, visto che la mia vita sessuale è ormai pari a zero da un anno o poco più. Davvero esilarante sentire che cosa la gente è capace di inventarsi quando gli stai antipatica. Quindi credo propio che alimentare queste voci non sia una mossa molto azzardata, nemmeno per un giocatore di poker come Brian.
Vorrei tanto pestarlo e mi sa che lo farò anche. Infilo la mia pistola tra i jeans e la mia schiena, poi gli corro incontro. Fingo di saltargli addosso, per poi scivolandogli tra le gambe. Sono alle sue spalle, lo colpisco con una gomitata tra le scapole, facendolo barcollare in avanti.
«Dai Brian! Tutti lo sanno che sei una schiappa.» Sputo velenosa mentre inizio a girargli intorno. Non sopporto essere giudicata, soprattutto da chi non potrebbe permetterselo. Non senza un buon motivo almeno. Non avevo intenzione di provocare Brian oggi, ma ancora una volta lui non mi lascia scelta.
«Oh non mi dire che te la sei presa. Una ragazza così per bene come te?» Brian continua imperterrito a provocarmi, non capisco le sue motivazioni, ma per questa volta decido di fare la persona matura e cercare di chiudere il discorso prima di perdere definitivamente le staffe e pestarlo davanti a tutti.
«Brian finiscila, sei ridicolo.» I miei occhi sono ridotti a due fessure e nonostante agli occhi di tutti io appaia calma e tranquilla, sto contenendo dentro di me tutta la rabbia e la collera che vorrei riversare addosso a Brian.«Oh ma davvero? Sarei io quello ridicolo? Sarai anche sexy Jess, ma sei proprio ingenua.» Brian sorride perfido per poi avanzare in fretta verso di me, cerca di colpirmi con un destro, ma lo paro in tempo.
«Cosa stai dicendo?» Sono confusa, ma Brian continua a sferrare pugni che io evito o paro.
«Lo sai perfettamente Jess.» Sta cercando di provocarmi e di portarmi al limite, devo ancora scoprire il perché. Distratta dai miei pensieri non mi accorgo di un pugno di Brian che entra in collisione con il mio mento, procurandomi un taglio al labbro inferiore. Brian si blocca improvvisamente, rendendosi conto veramente di quello che ha fatto, davanti agli occhi di tutti. Non ha solo picchiato un agente davanti a dei testimoni, ha anche picchiato una donna. Se aveva un piano ora il suo tempo per metterlo in atto è finito, ed io ora sono molto arrabbiata. Mi porto l'indice al labbro e raccolgo le goccioline di sangue sul labbro, per poi osservarle attentamente. Mi ha spaccato il labbro. Lui mi ha spaccato il labbro! Ha decisamente preso un granchio, perché ha firmato la sua condanna.«Ora mi arrabbio sul serio.» Mi limito a incenerirlo con lo sguardo prima di avanzare furiosa verso di lui. Brian sorride ancora una volta per poi prepararsi allo scontro, che però non arriva, perché ancora una volta gli scivolo alle spalle e gli tiro un calcio pesante negli stinchi, prima di dargli un calcio nel centro della schiena, facendogli perdere l'equilibrio.
«Non ti hanno insegnato che le donne non si picchiano?» La mia voce ha assunto una sfumatura sarcastica, che sinceramente mette i brividi pure a me. Brian cerca ancora di colpirmi, ma prima che possa riuscirci ancora gli afferro un braccio e, proprio come ha fatto con me nel suo ufficio qualche tempo fa, glielo giro su se stesso, portandoglielo dietro alla schiena. Per concludere il tutto, gli do una gomitata nel costato.
«Ora chi è il più furbo?» Sono fuori di me, non doveva spaccarmi il labbro, non doveva proprio. Non doveva mettere in discussione le mie capacità davanti a così tante persone, non doveva sfidarmi. Io non perdo mai.
«Sei solo un bambina che finge di essere una donna.» Brian sputa velenoso queste parole, aumentando solo la mia rabbia nei suoi confronti, peggiorando quindi la sua situazione.
«Ne sei così sicuro?» Sorrido appena, notando la sua sicurezza precaria.
«Io si, e tu? Sei sei sicura di non essere qualcuno che non sei?» Il tono che sta usando sta iniziando a stancarmi definitivamente.«Ti sei mai chiesto perché ti stia sopportando Brian? Invece di pensare ai tuoi subdoli piani, prova a pensare perché una talentuosa ragazza dei corpi speciali dell'esercito degli Stati Uniti d'America dovrebbe venire a lavorare accanto a un novellino che ricopre il posto di capitano solo per fortuna. Te lo sei mai chiesto?» Sussurro acida queste parole nel suo orecchio, per poi lasciarlo cadere a terra. Brian per la prima volta da quando siamo arrivati al poligono sgrana gli occhi e so anche il perché.
Si Brian bello, ho fato delle ricerche su di te, nonostante abbia dovuto faticare parecchio. Anche io ho le mie conoscenze.
«Certo che sei proprio una stronza.» Inveire contro di me di certo aumenterà il suo ego e il suo benessere, almeno è quello che spero per lui, perché io sono proprio stufa di avere a che fare con un bambino. Brian si tiene la spalla e cerca di massaggiarla, forse ho stretto un po' troppo.
«Non penserai davvero che io sia qui per caso! Sai ti facevo più furbo, ma dopotutto anche i più bravi sbagliano.» Ignoro la sua offesa gratuita e mi avvicino a lui e mi abbasso alla sua altezza, arrivando accanto al suo orecchio sotto lo sguardo attento e sgomento di tutti gli altri agenti.
«Non ti permettere mai più di sminuirmi davanti a degli altri agenti, perché le conseguenze non saranno così clementi.» Mi rialzo e prendo tra le mani la mia pistola.
«E per la cronaca, io non mi fido di nessuno, nemmeno di te.» Sentenzio spostandomi una ciocca di capelli dietro le spalle, per poi avviarmi verso le varie celle del poligono, ovviamente sempre sotto lo sguardo attento di tutti gli agenti presenti.Alle sei di sera decido che per oggi ne ho abbastanza del lavoro, quindi me ne torno a casa. Detesto immensamente il traffico di New York, ma purtroppo bisogna abituarsi anche a quello! Brian non si è più fatto vedere dopo la nostra allegra chiacchierata di questa mattina e, in un certo senso, ne sono sollevata. Non ho proprio la forza per rispondergli ancora. Giselle avrà sicuramente organizzato qualcosa per stasera siccome è la serata pop-corn, ed io mi ritrovo a sperare che non abbia scelto ancora una volta un film strappalacrime, non riuscirei a sopportarlo.
Spero solo che il mio mal di testa abbia pietà di me e mi conceda una serata di santa pace, ma non ne sarei così sicura, perché si sa: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo!
Ehilà bella gente! Che ne pensate del capitolo? Piaciuto?🎀
Piano piano stiamo scoprendo qualcosa in più, sia su Brian che su Jess, presto si scoprirà qualcosa anche su Ian e tornerà anche Giselle.
Intanto vi abbraccio e ci sentiamo nel prossimo aggiornamento!💝🔥
Baciii
Marta❄️🌈
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Faster
RomanceJess Pine è una poliziotta dell'FBI a New York. Lei ama profondamente il suo lavoro e le riesce anche molto bene. Nata da una famiglia di immigrati Irlandesi, Jess ha iniziato la sua carriera lavorativa entrando inizialmente nell'esercito degli Stat...