È l'attenzione ai dettagli che fa la differenza nel mio lavoro. Sono le insignificanti e insulse piccolezze che fanno si che un caso possa essere risolto oppure rimanere aperto per anni e anni. L'importanza di avere una visione a trecentosessanta gradi delle situazioni permette indubbiamente di anticipare e prevenire le mosse degli avversari. Soprattutto quando si tratta di avversari come Jack o simili a lui.
Nei giorni seguenti il suo arresto, eravamo riusciti a scoprire diversi magazzini in cui veniva preparata la droga che Jack era solito commercializzare poi in tutto il continente americano. La meticolosità con la quale il tutto era organizzato e gestito all'interno di questi magazzini ci aveva fatto capire che non era ancora finita. Finché il nome di Jackson Kovasky non sarebbe apparso su un articolo di giornale, nel quale si dichiarava esplicitamente che era sempre stato lui il responsabile di tutto, allora noi dovevamo considerarci in pericolo. Vivevamo ormai con la consapevolezza di essere seguiti e di essere tenuti sotto controllo da qualcuno. Non era più vivere quello, era sopravvivere e sinceramente io ne ero già stanca.
«Sai potremmo andare via per qualche giorno. Prenderci dei giorni di ferie e cambiare aria.» Commentai sedendomi accanto a Brian sul divano di casa sua. Ormai io e Giselle ci eravamo trasferite in pianta stabile nella sua casa. Era più grande, era più sicura. La casa in cui io e Giselle vivevamo era stata completamente svuotata qualche settimana fa, rimanevano solo alcuni mobili. Tra qualche giorno l'agenzia affittuaria l'avrebbe ripresa sotto il loro totale controllo ed io e Giselle avremmo dovuto trovarci un'altra casa, magari controllata e sicura come quella di Brian. Quella che condividevo con lui ormai mi stava stretta. Per quello che poteva contare, era stato bello, finché era durato. Se così si poteva dire.
«Non credo sia giusto abbandonare tutti in una situazione delicata come questa. Jackson potrebbe ancora essere sulle nostre tracce.» Avevo imparato, ormai da tempo, che Brian era un uomo versatile. Era capace di cambiare in fretta i suoi pensieri, ma soprattutto il suo carattere. Potevo definirlo come un camaleonte e, sinceramente, non capivo ancora del tutto a cosa servisse questo suo modo di fare. Con me non aveva bisogno di fingere. Eppure percepivo che qualcosa non andava, che qualcosa tra noi si era spezzato. Io lo amavo, glielo avevo detto e lui mi aveva detto che anche lui mi amava. Ci avevo creduto. Per un po' di tempo lo avevo fatto davvero. Poi la realtà, quella da cui ero scappata per un bel po' di tempo, era tornata a bussare alla mia porta e mi aveva svegliato brutalmente con un secchio di acqua ghiacciata in testa. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Meglio ricordarsi sempre i vecchi detti, quelli non sbagliano mai.
«Certo. Come non detto allora, sei tu il capo.» Il suo essere continuamente contrario al voler lasciare la città mi aveva fatto riflettere più di ogni altra cosa. Inoltre non aveva minimamente notato che avevo smesso di contraddirlo. Di solito, io non mi morsicavo mai la lingua con lui. Meglio una brutta verità che una bella bugia, altro detto che seguivo a pennello nella mia vita, e che Brian aveva imparato a conoscere grazie al mio modo di fare. Strano che non mi avesse detto nulla, riguardo al mio comportamento. A meno che non fosse già troppo impegnato da qualche cosa d'altro.
Giselle era sempre al lavoro nell'ultimo periodo, ma ero riuscita, in ogni caso, a parlare anche con lei della situazione. Brian infatti, trascorreva parecchio tempo fuori casa, dopo l'orario di lavoro. Potevo fingere che non mi ferisse davanti agli occhi di tutti, ma dentro di me mi sentivo tradita e usata, quasi come una scarpa vecchia che viene sostituita da un paio nuovo. Si, direi soprattutto usata. Gisella era rimasta senza parole per quello che le avevo detto, ma poi mi aveva dato ragione e mi aveva confortato come solo lei sapeva fare.
«Se è veramente come dici, allora dobbiamo elaborare un piano perfetto, che nessuno può essere in grado di scoprire. Se ti serve, ho ancora qualche contatto tra i grandi capoccioni della CIA e dell'FBI.» Giselle era più o meno del mio stesso avviso riguardo tutta la faccenda, voleva che noi ne uscissimo vive e con la fedina pulita, ma non sarebbe stato affatto semplice, non quando si ha a che fare con un uomo come Brian. Chissà perché, ma continuavo a pensare a Jackson e al suo arresto troppo facile.
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Faster
RomanceJess Pine è una poliziotta dell'FBI a New York. Lei ama profondamente il suo lavoro e le riesce anche molto bene. Nata da una famiglia di immigrati Irlandesi, Jess ha iniziato la sua carriera lavorativa entrando inizialmente nell'esercito degli Stat...