Midnight Memories

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Jess

I giorni passano e così anche le settimane. Cerco di nascondere il nervosismo costante che mi accompagna ogni giorno al lavoro, con dei sorrisi falsi che probabilmente non raggiungono neanche i miei occhi. Sono stanca, stanca di mentire, perché non è da me. Io non mento, mai, soprattutto per coprire qualcuno. Lo reputo meschino e sporco, mi sento sporca a farlo. E in parte mi detesto da sola per questo. Brian non si è più azzardato a toccarmi o a provocarmi, ci mancherebbe altro!

Ian invece sembra su un altro pianeta, come se tutto questo non lo coinvolgesse, anche se io so che non è così. Ho fatto le mie ricerche e quello che ho scoperto è proprio quello che temevo. Brian e Ian sono invischiati in qualcosa di losco che ha a che fare con Mark e il giro di mafia a New York. Su Brian sono poche le informazioni in rete: giovane pupillo dell'FBI, eccellente mira, eccellente nel combattimento corpo a corpo, eccellente nell'uso dei coltelli, eccellente nel suo lavoro insomma. Per i miei gusti ci sono troppi eccellente, come aggettivo, comunque questo è quanto c'è su internet riguardo a Brian Logan. Per quanto riguarda Ian Cooper invece non si sa nulla. Vuoto totale.

«Ciao Jess!» Ian è affacciato alla porta del mio ufficio e mi guarda sorridente.
«Ciao.» Sono seria e incazzata bimbo bello, non ti conviene tirare troppo la corda. Potrei graffiarti la faccia e non solo quella.
«È tutto okay?» Alza un sopracciglio e mi guarda torvo. Che c'è Ian, Brian ti ha raccontato qualcosa?
«Sì, tutto okay.» Forzo un sorriso e mi aspetto che se ne vada alla svelta e fortunatamente fa così. Fortunatamente per lui, s'intende. Poco dopo Brian mi chiama al telefono e mi chiede di andare nel suo ufficio perché ha bisogno di me per delle informazioni. Vediamo che informazioni.

Busso alla porta del suo studio e dopo aver avuto il permesso, entro e richiudo la porta dietro di me.
«Avevi bisogno?» Brava Jess, continua così, fredda e imparziale. Non lasciare spazio ai sentimenti.
«Si, volevo chiederti se mi riesci a tirare giù quel fascicolo. Sai ho dato uno strappo alla schiena ieri e non voglio sforzarla troppo.» Brian si tocca la parte lombare della schiena e fa una smorfia. Se sta recitando, è davvero bravo.
«Va bene.» Dico solo per poi avvicinarmi al suo mobile e prendere il fascicolo che aveva indicato poco prima. Sto per girarmi con il fascicolo tra le mani, quando con la coda dell'occhio vedo uno spostamento. Brian è dietro di me e mi tiene bloccata tra il suo corpo e l'armadio. Alla faccia dello strappo muscolare!

«Cosa stai facendo Brian?» Cerchiamo di non alterarci subito Jess, altrimenti mandiamo al diavolo il corso fatto sul  controllo della rabbia e tanti saluti.
«Sai Jess a volte mi chiedo perché una ragazza bella e talentuosa come te, debba proprio fare un brutto e sporco lavoro come questo. Non lo capisco proprio.» Inizia a far scorrere un dito sulla mia spalla, per poi farlo scendere sul mio braccio. Non so se mi irriti di più il fatto che mi stia toccando o il fatto che sta parlando come un vero e proprio maschilista.
«Per fare il culo ai bastardi sporchi traditori come te.» Sorrido dentro di me, soddisfatta della risposta che gli ho dato. Stronzo bugiardo!

Brian stringe la mia mano e mi fa voltare verso di lui, per poi portarmi dietro la schiena il braccio stringendo la presa.
«Ragazzina attenta a giocare con il fuoco. Potresti bruciarti.» Il suo sguardo è così penetrante che mi sento ancorata a terra. Ma non è un bello sguardo, è minaccioso, quasi inquietante. È come se stesse cercando di incutermi timore.
«Meno male che io sono abituata al fuoco allora.» Stringo i denti quando lui inizia a stringere un po' troppo il braccio che ho dietro la schiena. Fortuna che non è quello operato. Grazie Giove!
«Sai potrei dire che questo tuo carattere eccessivamente provocante sia eccitante, ma non lo è sempre.» Stringe ancora di più la presa del mio braccio girandolo su se stesso e ora posso dire che sta iniziando a fare male davvero. Mi mordo il labbro inferiore per cercare di evitare di dargli la soddisfazione di sentirmi lamentare. Decido di lasciarlo fare ancora un po' prima di stenderlo, voglio vedere fin dove si spinge. Sono stata preparata a sopportare dolori ben peggiori.

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