Jess
La vita è un po' come le montagne russe, si sa, ma lascia comunque un segno indelebile su ognuno di noi, quando qualcosa capita e non possiamo fare nulla per cambiare ciò che è accaduto. Sentirsi impotenti è sicuramente una delle cose che ho sempre odiato nella mia vita. È come se tutto quello che avessi fatto per arrivare dove sono non avesse mai avuto senso, non fosse servito a nulla.
L'addestramento militare prepara la persona dal lato fisico ed emotivo, ti prepara a dover sopportare torture, ferite, ossa rotte, ti prepara a saper affrontare la morte, ma ogni caso che affronti nella vita di tutti i giorni, non potrà mai essere risolto seguendo uno schema ben preciso di regole. Ecco perché quella stramaledetta giornata, rimarrà per sempre segnata con una X rossa nella mia vita. Non avrei mai pensato che le persone potessero essere così false. Mark, il capo mafioso di New York, si era finalmente deciso a parlare, ma noi non sapevamo il perché. Era tutto troppo bello per essere vero. Non era possibile che da un giorno all'altro avesse cambiato idea su tutto.
«Non so a voi, ma a me tutta questa voglia di parlare puzza di marcio.» Esordisce Brian entrando nel suo ufficio, seguito da me e da Ian.
«Concordo.» Rispondo sbrigativa.
«Si anche a me non piace.» Conclude Ian, annuendo verso il capo.
«C'è qualcosa di strano. Non ha senso. Ormai è dentro da un mese, se avesse voluto parlare, di occasioni gliene abbiamo date tante, perché proprio ora?» Continua Ian. Non aveva davvero senso parlare ora, dopo tutto il tempo che era passato.
«La domanda secondo me è perché proprio quando abbiamo scoperto che Mark non è il vero boss?» Già anche questa è una bellissima domanda. Ma ancora più bello sarebbe sapere chi diavolo è il vero boss, perché se non è Mark, allora la faccenda si complica ancora di più.
«Evidentemente non siamo puliti come pensiamo di essere.» Commento con me stessa, per poi ricordarmi di non essere da sola nella stanza. Anche loro hanno sentito. Strano visto che si fissano tra di loro, senza commentare.Uno sguardo penetrante da parte di Brian mi mette in allerta. Lui sa.
«Già, ma questo mi sa che è un altro discorso.» Commenta Ian. Qualcosa mi puzza, c'è qualcosa che non mi stanno dicendo e ho la sensazione che non me lo diranno mai. Quindi la domanda è: perché?
«Ian scusami tanto, puoi lasciarmi sola con Brian un minuto? Devo chiedergli una cosa riguardo al mio stipendio.» Non sono stupida e neanche inesperta. Stanno mentendo e lo stanno facendo male, molto male.
«Certo. Continuiamo il discorso dopo? Vado a prendere un caffè.» Parla più da solo che con noi. Poso il mio sguardo su Brian e lui fa lo stesso con me. Questa è una sfida.
«Cosa devi dirmi Jess? Realmente intendo.» Mi guarda in modo strano. Non ho mai visto questo suo sguardo. Sembra maligno, quasi quello di un'altra persona.
«Non lo so, dimmelo tu Brian, visto che qui sembra che io sia l'unica a non sapere niente.» Sono furiosa. Non mi faccio mettere i piedi in testa da un montato. Pensa che io sia scema? Beh ha sbagliato di grosso.«Non so a cosa tu ti riferisca a dire la verità.» Mi osserva attentamente e nel mentre si siede sulla sua scrivania. Sta studiando ogni mio movimento, non mi molla neanche per un secondo. Che cosa mi nascondi Brian?
«Quale verità Brian? Perché a me sembra che tu sappia tutto.» Incrocio le braccia e iniziò ad osservarlo nello stesso modo. Non mi intimorisci bello!
«Oh sono sicuro che tu non la voglia sapere se tieni davvero alla tua vita.» Sussurra queste parole e quasi mi sembra che non le abbia dette davvero. Era una minaccia? Perché per me era una minaccia bella e buona! Però questa semplice frase mi basta per capire che persona ho davanti. Mi chiedo solo come abbia fatto ad essere così cieca da non accorgermene prima. Era così evidente che doveva scontato, almeno per me.
«Molto bene, allora consegno le mie dimissioni. Spero solo che Ian non sia coinvolto, anche se qualcosa mi dice che è proprio il contrario.» La mia voce è tagliente e ferrea. Io non ho paura di un mafioso. Non pensavo che all'interno dell'FBI, riuscissero a ricoprire dei ruoli così alti. Ma mi sbagliavo. Ho abbassato la guardia e questo è il risultato. Mi sono fidata, come mai avevo fatto e questo è il risultato.
«Le tue dimissioni sono formalmente respinte. Non vogliamo che la tua amichetta si faccia male non è vero?» Cosa? Come si permette di mettere in mezzo Giselle?!
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Faster
RomanceJess Pine è una poliziotta dell'FBI a New York. Lei ama profondamente il suo lavoro e le riesce anche molto bene. Nata da una famiglia di immigrati Irlandesi, Jess ha iniziato la sua carriera lavorativa entrando inizialmente nell'esercito degli Stat...