Jess
Il male alla testa dopo una sbornia è qualcosa che capita di rado, almeno a me e che non auguro a nessuno. Al massimo a chi mi sta molto molto antipatico. Il mio weekend lo tralascio insieme al mio venerdì mattina perché, in fondo al mio cuore da cinica, rispetto coloro che si sbronzano ogni fine settimana, perché diamine li capisco, eccome se li capisco.
«Jesssss! Dove sono gli assorbenti?» Urla Giselle dal bagno. Sono le sei e zero zero del lunedì mattina. Cosa ne so io di dove sono gli assorbenti? La mano che ho sulla fronte a causa del mal di testa, ricade sul materasso. Okay Giselle, sono sveglia.
«Arrivo!» Urlo a Giselle. Come farebbe senza di me? È più disordinata di un uomo disordinato, il che la dice lunga. Cerco nello sgabuzzino e, una volta trovato l'oggetto di cotanta euforia mattutina, vado in bagno e lo porto alla mia compagna di casa e di avventure.
«Senza di me saresti spacciata.» La sgrido per poi lavarmi la faccia.
«Lo so. Per questo sei la mi seconda mamma. Non ti chiamo mica mamma Jess a caso.» Dice lei iniziando a ridere. Con quale coraggio ride?!
«Sono le sei di lunedì mattina e tu hai la forza di ridere per una battuta così oscena?» Chiedo asciugandomi la faccia. Sono disperata e la mia giornata deve ancora iniziare.
«Forse perché ho trovato casualmente nella rubrica del mio cellulare il numero di un certo Ian.» Mi informa sorridendo come una bambina che ha appena visto una bancarella di caramelle. Lo sapevo che sarebbe andata a finire così. Conosco Giselle e mi sembrava troppo strano che si arrendesse così presto, con un tipo bello come Ian.«Non avevi detto che non ti piaceva?» Le chiedo, cercando di trattenere a stento una risata, mentre la osservo.
«Si beh,ma ho cambiato idea.» Afferma senza però guardarmi in faccia. Mmmh, non me la racconta giusta questa ragazza. Devo indagare a fondo.
«Come mai?» Chiedo rimandando sul vago, nel mentre inizio a truccarmi.
«Perché sono stanca Jess. Stanca di non avere nessuno al mio fianco e di essere trattata male da quei pochi ragazzi che conosco. Non mi va di essere una di quelle ragazze considerate al pari di uno zerbino.» Si sfoga sospirando mesta, mentre inizia a vestirsi per andare al lavoro.
«Allora tesoro, hai tutto il mio appoggio. Non conosco bene Ian, ma so di certo che non è uno stronzo, o almeno lo spero.» La rassicuro scherzando, nel tentativo di tirarle su il morale.
«Lo spero anche io Jess. Grazie.» Mi dice sorridendo, per poi stringermi a se in un abbraccio.
«Di nulla amica mia.» Le rispondo per poi uscire dal bagno e andare in cucina per poter fare una ricca colazione. Latte e biscotti, cosa potrei desiderare di meglio?Tante, tantissime cose, ma ehi bisogna accontentarsi no?!Finita la colazione veloce, vado in camera da letto per vestirmi, sono già le sei e trenta, mi rimane poco tempo. Cosa mi metto oggi? Questo è un dilemma! A volte mi sento come il Grinch. Guardò fuori dalla finestra e sembra essere una bella giornata, così decido di indossare dei jeans bianchi strappati sulle ginocchia, abbinati alle mie décolleté di svaroski e a una camicia di jeans. Completo il mio outfit con la mia giacca di pelle bianca panna con delle borchie dorate sulle spalle.
«Giselle io vado!» Urlo dalla mia camera da letto mentre mi spruzzo un po' di profumo. Prendo la borsa, la giacca di pelle, le chiavi della moto e il casco e sono pronta.
«Va bene. Ci vediamo a pranzo?» Chiede lei mentre mangia una tazza di latte con dei cereali. A volte mi chiedo come faccia ad essere così salutista, io forse ci riuscirei per mezza giornata, poi il mio stomaco reclamerebbe dolci e cioccolato. Che vita sarebbe senza cioccolato? Penso una 40/42 di taglia, ma dettagli.«Mmh...Okay, andiamo da 'Tonio va bene?» Chiedo sulla soglia della porta d'ingresso.
«Perfetto. Alle tredici da 'Tonio?» Chiede Giselle sgranocchiando una barretta energetica dopo averla analizzata approfonditamente.
«Si a dopo.» Rispondo dandole un bacio sulla guancia per poi uscire di fretta da casa. Non arriverò mai puntuale stamattina. Cerco di sviare il traffico facendo un po' di slalom, ma purtroppo arrivo in ritardo di un minuto. Solo un minuto. Prendo il casco e, dopo aver messo la catena alla moto, salgo in ufficio.«Buongiorno!» Dico a Brian, che è intento a parlare con la segretaria biondo platino, non appena arrivo al primo piano. Troppo concentrati sulla loro conversazione, non si accorgono di chi li ha salutati, quindi entrambi si guardano intorno straniti, senza però capire che sono stata io. Li fisso sorridendo, incontrando casualmente lo sguardo di Brian, che cambia espressione e sorride nella mia direzione. Aspetto con ansia l'arrivo dell'ascensore, sperando che arrivi il più presto possibile. Non ho voglia di parlare adesso con Brian, non so perché, ma vederlo con quella bambola di plastica bionda, mi ha dato parecchio fastidio, non so ancora associato a quale sentimento. Salgo in ascensore e canto mentalmente vittoria, quanto vedo le porte chiudersi, fino a quando una mano non le blocca. La sua maledettissima mano.
«Volevi andartene senza salutare eh?!» Brian sorride verso di me, mentre entra in ascensore e si sistema la giacca del completo grigio gessato che indossa e che gli risalta tremendamente bene gli occhi, per poi infilare le mani nelle tasche.
«Ho visto che eri impegnato e non ho voluto disturbare. E per la cronaca, io ho salutato.» Sospiro per poi alzare lo sguardo verso il display che indica il piano. Ne mancano ancora tre.
«Uh qualcuno si è svegliato male stamattina!» Mi rimbecca lui, facendo poi una breve risata roca. Dio mio, aiutami tu, questa risata è strappa mutandine al cento per cento! Devo per forza essere in quel periodo del mese, non mi spiego il mio comportamento da teenager in crisi ormonale altrimenti.Finalmente l'ascensore arriva a destinazione e io posso sgattaiolare via da quella strana e imbarazzante situazione.
«Ciao Jess!» Urla un Ian sorridente venendo verso di me a braccia aperte, come se volesse un abbraccio. Qualcosa mi ricorda Giselle stamattina. Devo seriamente spiegare a questi due baldi giovincelli che alla mattina, prima delle dieci, non si sorride! Sto per rispondere a Ian, quando quella stramaledetta, ma bellissima voce parla prima di me. Forse Giselle ha ragione, ho una cotta per il mio capo.
«Non è giornata oggi Ian. La bella mora qui oggi si è svegliata male.» mi sfotte Brian squadrandomi da cima a fondo. No, ma fai pure, tranquillo! La vendetta è femmina... Ricordalo.«Ma ciao Ian!» Saluto il mio amico, ignorando palesemente Brian. Butto per terra le mie cose e corro verso Ian che ha ancora le braccia aperte. Lo abbraccio e gli do anche un bacio sulla guancia, lasciandoli il segno delle mie labbra, a causa del mio rossetto bordeaux. Ian mi sorride e mi strizza l'occhio, per nulla a disagio.
«Buongiorno bellissima!» Ian ha capito come bisogna comportarsi con una donna il lunedì mattina. Sarò anche logorroica a ripeterlo, ma il lunedì è come il primo giorno del ciclo, odioso e infinito.Mi giro verso Brian e noto che è senza parole letteralmente. Stronzo, così impari a prendermi in giro di lunedì mattina prima delle dieci.
«Finalmente sono riuscita a farti stare zitto.» Lo fulmino, allontanandomi da Ian sorridente. Brian è ancora senza parole e non fa nulla per nasconderlo. Recupero le mie cose che ho lasciato a terra e mi rendo conto di aver dato un po' spettacolo. Molti agenti di polizia stanno fissando noi tre. Ops! Ian sembra percepire le mie stesse emozioni, così si gira verso il nostro pubblico.
«Forza gente tornate al lavoro, lo spettacolo è finito!» Urla Ian gesticolando sorridente. Adoro quel ragazzo, lo dico sul serio. Non faccio in tempo ad elaborare questo pensiero però, che Brian "sono il capo indiscusso de mondo" mi chiama nel suo ufficio. Ho già detto che lo detesto?Ho la sensazione che questa sarà una lunga giornata. Che novità!
Ehilà! 💖Buon primo dell'anno!🎉
Allora vediamo che Jess sta facendo dei piccoli passi avanti, dai, più o meno. Ian è un ragazzo strano, ma dopotutto anche Giselle lo è, quindi probabilmente ne capiteranno delle belle. 🙈
Che ne pensate della storia? Vi piace?
Commentate e votate please!🥰💖
Xo xo
Marta💋
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Faster
RomanceJess Pine è una poliziotta dell'FBI a New York. Lei ama profondamente il suo lavoro e le riesce anche molto bene. Nata da una famiglia di immigrati Irlandesi, Jess ha iniziato la sua carriera lavorativa entrando inizialmente nell'esercito degli Stat...