Capitolo 21

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Emily
«Siete scappati via come ladri.» li rimprovera Harry, mentre saluta il suo amico Alex.

Mi siedo accanto a Katy e osservo il mio amico Sam, che ovviamente ha qualcosa di strano, non riesco a fare a meno di pensarci.

«Vado a prendere da bere, cosa volete?» chiede Sam, evitando il mio sguardo.

Mentre tutti scelgono la loro bibita, io mi alzo dalla sedia e mi allontano da loro. Nessuno si è reso conto della mia assenza, anche perché non mi hanno chiesto dove stessi andando. Dopo un paio di minuti, riesco a trovare il bagno, ho proprio bisogno di restare da sola per un po', anche se resto delusa nel rendermi conto che è un bagno condiviso da ragazzi e ragazze, però, per mia fortuna non c'è nessuno. Vado verso lo specchio e resto a fissarmi. Non mi è dispiaciuta questa sorpresa, ma non è bastata a tirarmi su il morale, so bene di essere una guastafeste, ma non mi sento affatto tranquilla. La porta del bagno si apre e un ragazzo ubriaco barcolla fino al lavandino di fianco al mio, cominciando a vomitare, una scena davvero raccapricciante che mi fa venire la nausea. Mi allontano da lui e vado verso la porta che conduce alla sala, meglio non restare qui. Afferro la maniglia e proprio mentre sto per aprirla, il ragazzo stringe il mio piccolo polso, cogliendomi alla sprovvista. Mi tira verso di sé e mi posa una mano sulla bocca per impedirmi di urlare. D'un tratto mi trascina in uno dei bagni, sbattendomi contro il muro. Cerco di liberarmi, ma senza successo. Si avvicina così tanto al mio viso che avverto il tanfo del vomito e ciò mi fa sentire male.

«Sei davvero bella, sai?» Ti prego, smettila di parlarmi. Avrei voluto dirgli ma mi limito a guardarlo con disgusto. «Ho proprio voglia.» sghignazza, mentre si tocca le parti intime, creandomi un profondo disgusto.

Il cuore comincia a battermi in modo violento e mi chiedo perché debba sempre cacciarmi in queste situazioni incasinate, sembra che i guai mi seguano.

«Per favore... lasciami andare.» lo imploro.

Mi ride in faccia e con la mano libera si sbottona i jeans. Ora sì che sono davvero nei guai. L'ansia e la paura sono diventate tutt'uno e non so cosa fare, vorrei urlare ma sarebbe tutto inutile, nessuno mi sentirebbe, la musica è troppo alta. Una lacrima comincia a rigarmi il viso.

«Non piangere, ci divertiremo, rilassati.» sbraita divertito.

Il ragazzo abbassa lo sguardo verso le sue tasche e allora ne approfitto per sferrargli un calcio alle parti intime. Si accascia sul pavimento, dolorante. Apro la porta del bagno per scappare, ma mi afferra prontamente per una caviglia, facendomi cadere al suolo.

«Lasciami andare.» urlo.

«Adesso mi hai fatto davvero arrabbiare.» urla a sua volta. Mentre mi trascina, riesco a dargli un calcio sul viso. Impreca e si copre il naso con una mano, ma non molla la presa. Affonda le sue unghie nel mio polpaccio, graffiandolo e causando le mie urla di dolore. Mi volto verso di lui e vedo il sangue che gli cola dal naso. Oddio, adesso svengo. Tira fuori qualcosa dalla tasca e me lo mostra; un coltello. «Alzati e va verso il lavandino, senza fare storie!» mi ordina, in tono minaccioso.

Comincio a tremare e a pensare che probabilmente non sta succedendo davvero, dopodiché gli obbedisco. Guardo la mia immagine riflessa allo specchio, mi è colato tutto il mascara e ho il trucco rovinato, gli occhi rossi e il rossetto sbavato. Il malintenzionato viene dietro di me e mi tiene ferma, mentre mi punta il coltello alla gola.

«Ti prego... non farmi del male.»

Le lacrime scendono nuovamente e la paura mi sovrasta.

«Oh, no, se starai ferma.»

Annuisco, con il cuore in gola. Comincia ad accarezzarmi i fianchi e mi posa un bacio sulla spalla nuda, stringo gli occhi e i pugni al lavandino. La sua mano sta vagando sotto il mio vestito e sento le gambe diventare pesanti, sto per svenire. Non rimarrà nulla di me. Improvvisamente avverto un boato e non sento più le mani di quel sudicio addosso. Apro gli occhi e guardo l'immagine riflessa nel vetro; è a terrà e sopra di lui c'è Harry. Mi volto e cado sulle ginocchia, in preda al panico e alle lacrime. Il ragazzo cerca di puntare il coltello verso Harry, ma lui gli stringe il polso, fino a farglielo mollare.

«Ti uccido!» urla Harry, mentre gli tira dei pugni sul viso, senza fermarsi.

C'è sangue dappertutto e non posso fare a meno di coprirmi gli occhi e il naso, per non sentirne l'odore.

«Harry, basta!» urla una voce a me familiare, sembrava quella del suo amico Alex.

«Emy, piccola...» Mi libero la vista e vedo Sam, chino davanti a me.

Gli circondo il collo con le braccia e piango a singhiozzi.

«Oh, Sam, sei qui.»

«Sta tranquilla, è tutto finito.»

Mi prende in braccio e mi porta via dal bagno, mentre vedo Alex trascinare Harry, evitandogli di commettere una sciocchezza.

«Devo chiedervi di andarvene, immediatamente.» urla uno dei buttafuori.

«Ma cos'è successo?» chiede Katy, preoccupata.

«Ce ne andiamo.» dice Sam. Si reca fuori dal locale, seguito da tutti gli altri, dopodiché mi adagia sui sedili della mia macchina. «Harry queste sono le chiavi della mia macchina, ti dispiacerebbe accompagnare tutti a casa e poi venire da me?» chiede Sam.

«Certo!» dice Harry, afferrando le chiavi e andando via.

Sam entra in macchina e stringe lo sterzo così forte che le nocche gli diventano bianche.

«È colpa mia.» sbotta.

«Ma cosa dici...»

«Dovevo proteggerti e invece... sono stato un vero coglione.»

«Non è colpa tua.»

«È stato Harry a rendersi conto della tua assenza, altrimenti sarebbe accaduto un disastro. Che stupido.» tira un pugno contro lo sterzo.

Afferro entrambe le sue mani. «Sam, guardami.» I suoi occhi chiari si posano nei miei e posso notare che sono lucidi. «Non è colpa tua, anzi, è solo mia, perché sono stata imprudente e sono sparita senza avvisare.»

Lo tiro verso di me, fino ad abbracciarlo. Mi stringe talmente forte che mi manca il respiro.

«Scusami, avrei dovuto restare al tuo fianco.»

Si sente in colpa per una cosa di cui non c'entra niente.

«Non scusarti.»

«Emy, io...»

Ci allontaniamo di qualche centimetro e restiamo a guardarci negli occhi.

«Cosa?»

«Niente.»

Come sarebbe a dire niente? Cosa voleva dirmi, in realtà? Non riesco più a capirlo, ormai è diventato un mistero per me.

Ti amo e ti odio! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora