Capitolo 62

14.2K 698 130
                                    

Mark
Sto facendo il possibile per trattenermi dall'esplodere e distruggere tutto ciò che mi circonda, è andata via da circa mezz'ora, ma è come se fosse passata un'eternità. Avrei voluto salutarla davanti ai miei genitori, in questo modo avrebbero capito quanto la amo, ma abbiamo ritenuto necessario farlo di nascosto, purtroppo la nostra relazione è sbagliata e per quanto mi sia sforzato di starle lontano, non ci sono mai riuscito. Per il momento dobbiamo fare finta di niente e continuare a nascondere quello che proviamo. Sono stato un cretino a prendermela con lei, quando Ashley voleva sapere cosa c'era tra di noi, ha cercato in tutti i modi di nasconderlo e aveva ragione, non possiamo uscire allo scoperto, non adesso. Ricordo ancora quando è entrata a far parte della mia famiglia, l'ho trovata subito bellissima, ma una parte di me non era affatto d'accoro, non volevo una sorella, l'idea mi faceva vomitare e tutt'oggi provo lo stesso ribrezzo, ma solo perché l'ho sempre voluta. Sono stato un vigliacco per tutti questi anni, me la sono presa con lei, in questo modo mi sarebbe stata lontano e non avrebbe potuto innamorarsi di me. Non vedevo vie d'uscita, mi rendevo conto che ciò che stava accadendo dentro di me, sarebbe stato troppo grande e volevo mandarla via a tutti i costi, per non cadere in questa trappola che è l'amore ma, a quanto pare, ha raggiunto anche me. Adesso non voglio pensare al passato, devo telefonarle, ho bisogno di sentire la sua voce, dev'essere arrivata da un pezzo e il fatto strano è che non mi ha chiamato, forse è ancora impegnata con i bagagli? Non importa, voglio sentirla! Compongo il suo numero e metto in chiamata, ma subito dopo risponde la segreteria. Possibile che sia già sull'aereo? Mancano ancora dieci minuti alla partenza. Probabilmente avrà il cellulare scarico, proverò a telefonarle domani mattina, ora devo darmi una mossa, tra poco avrò il provino e dovrò mettercela tutta, quando lei tornerà, voglio che sia fiera di me. Esco dalla mia stanza e raggiungo il piano di sotto.

«Tesoro, sei pronto?» chiede mia madre.

«Sì.»

«Devo farti le mie scuse, figliolo.» dice mio padre, spuntato dal nulla. Aggrotto la fronte e lo fisso stranito, non comprendendo il motivo per cui lo stia facendo. Mi poggia una mano sulla spalla e stringe le labbra. Mi scosto e continuo a fissarlo in modo strano, non sono abituato ad essere compreso da lui. «Ho sempre pensato che il tuo fosse un capriccio, invece ho capito che ami davvero suonare. Ti chiedo scusa se ho dubitato di te.» Ora mi è tutto chiaro, ma non capisco perché me lo stia dicendo, non è il tipo che esprime i propri sentimenti, esattamente come me. A dire il vero, non mi è mai importato un cazzo, ho sempre creduto nei miei sogni, con o senza il loro sostegno, forse posso risultare egoista, ma sono fatto così e non posso farci nulla. Mio padre allarga le braccia e mi fa cenno di avvicinarmi, ma resto immobile a fissarlo inebetito. «E dai, vieni qui.» mi afferra e mi stringe.

Un gesto che trovo disgustoso.

«Papà, smettila...» bofonchio.

Riesco ad allontanarmi da lui e a respirare regolarmente.

Dopo quella dimostrazione d'affetto forzata, mi ritrovo in macchina con i miei, hanno insistito, affinché mi accompagnassero, inutile dire che mi sono imposto, ma senza risultati, l'allegria e la tenacia di mia madre, mi hanno sconfitto e adesso spero solo che questi momenti passino in fretta. Il problema è che riesco ad essere carino solo con Emy, con gli altri mi viene il voltastomaco, anche se si tratta dei miei genitori, purtroppo sono il solito stronzo, ma posso dire di essere migliorato un po' in questo periodo.

«Siamo arrivati.» annuncia mia madre, entusiasta.

Menomale, mi stavano seriamente rompendo le palle con i loro discorsi genitori e figli. Scendo dalla macchina, portando con me la chitarra e raggiungo l'entrata, senza curarmi di aspettarli, è troppo imbarazzante presentarmi ad un provino con loro. Mia madre è convinta di avere a che fare ancora con un bambino e ciò mi rende isterico più del solito. La mia famiglia è davvero imbarazzante, non si smentisce mai, spero solo che non mi mettano in ridicolo. Entro nel locale e una musica rock mi assale, provocando un sorriso sul mio volto, credo che qui mi troverò bene, peccato che Emy non sia con me in questo momento. I miei mi raggiungono e vanno a sedersi ad uno dei tavoli liberi, fortuna che non mi abbiano seguito, sarebbe stato troppo sconveniente. Mi guardo intorno e riesco a vedere il proprietario, allora comincio a camminare in maniera troppo veloce, fino a che non mi scontro con qualcuno. La cameriera finisce a terra e un po' mi dispiace.

«Scusami.» cerco di aiutarla, chinandomi verso di lei. «Ti sei fatta male?»

La ragazza volta lo sguardo verso di me, lasciandomi allibito e perplesso. Non posso crederci, Chloe lavora qui? Questo è un buon motivo per abbandonare tutto, ma poi ci ripenso e le porgo la mano. Non posso mandare tutto a puttane per colpa sua.

«Sei davvero tu?» chiede con un mezzo sorriso.

«No, sono un sosia.» rispondo sarcastico e anche scocciato, mentre l'aiuto a rialzarsi.

Mi poggia entrambe le mani sul petto e mi guarda con ammirazione. Non capisce che non provo nulla per lei? Non riesco a sopportarla, soprattutto dopo quello che ha combinato con Emy, stava rischiando di rovinare tutto. Afferro i suoi polsi e l'allontano da me in modo brusco.

«Cosa ci fai qui?» chiede.

Le mostro la chitarra e mi dirigo verso il proprietario del locale, ignorandola, ma me la ritrovo alle calcagna. Avevo dimenticato quanto fosse insistente.

«Salve, sono Mark Johnson.» stringo la mano all'uomo davanti a me.

«Mark, che piacere!» mi stringe la mano a sua volta e sorride. «Chloe mi ha parlato molto bene di te.» Lo guardo con gli occhi quasi fuori dalle orbite, ha detto Chloe? Cazzo, non ci posso credere, è stata lei a procurarmi questo provino? «Lì ci sono i camerini» indica col dito. «puoi utilizzarli per scaldarti o se preferisci, cambiarti.» Annuisco e volto lo sguardo verso Chloe, è intenta a salutare i miei con un cenno della mano, dopodiché si volta e torna a sorridermi. «Perfetto, dimostrami quello che sai fare e se mi piaci, il posto sarà tuo.»

«Va bene.»

L'uomo va via e io ritorno a guardare Chloe.

«Cosa significa?» le chiedo con irritazione.

«Cosa?»

«Non fare l'ingenua, cos'è questa storia che hai parlato di me?»

«Tua madre non te l'ha detto?»

«Cosa avrebbe dovuto dirmi?»

«Conosco il proprietario e gli ho parlato di te, tutto qua. Dovresti ringraziarmi, Gerald è molto diffidente.» mi fa un occhiolino.

«Credo proprio che andrò via!» sbotto e faccio dei passi verso l'uscita, ma afferra il io braccio, impedendomelo.

«Non dire sciocchezze, questa è la tua occasione, so quanto tieni alla musica, non puoi buttare tutto per un capriccio.»

«Non sono cazzi tuoi!» quasi urlo, attirando l'attenzione di qualcuno.

«Devi effettuare il provino.» dice, ignorando le mie urla. «Per favore.» mi guarda speranzosa.

«Questa tua magnanimità, ha per caso a che fare col fatto che vuoi provarci con me?» chiedo, senza pensarci due volte.

«Sta tranquillo, non ho secondi fini, non provo più nulla per te.» dice convinta e anche un po' irritata.

Non so se crederle, ho come l'impressione che mi abbia voluto qui perché ci lavora anche lei. Adesso basta, devo decidermi: Mi lascio rovinare la vita da lei, oppure faccio finta di nulla ed effettuo comunque il provino? So già che questa faccenda non si metterà bene e mi procurerà dei guai con Emy.

Ti amo e ti odio! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora