Capitolo 66

12.2K 661 184
                                    

Sam
Insieme ai miei amici, alla prima lezione della giornata e con i pensieri tormentati, visto che Emy non è ancora arrivata, avrei dovuto vederla questa mattina alle sei, ma sono le otto e non ho ancora sue notizie. I ragazzi ridono tra di loro, in attesa che arrivi il professore, mentre io non faccio altro che pensare a lei. Un cellulare squilla, interrompendo i miei pensieri e allora guardo i miei amici, in attesa che rispondano.

«Ehi, bello, è il tuo!» mi ricorda Alex.

Cazzo, è vero! Sono troppo distratto, questa mattina. Tiro fuori il cellulare dalla tasca e mi calmo visibilmente, appena leggo il nome di Emy sullo schermo.

«Ciao.» rispondo, cercando di contenere l'emozione.

«Ciao, Sam, volevo dirti che non sono più partita...»

«Come mai?» chiedo perplesso.

«Be'... mia madre ha bisogno di me, poi ti racconterò appena sarò lì...»

«Sicura che va tutto bene?»

«Sì!» dice troppo forte. «Ci sentiamo presto.»

«Ti chiamo domani.»

«Va bene.» riattacca, senza darmi il tempo per chiederle altro.

Perché mi ha avvertito solo adesso? Probabilmente, avrà avuto così tanto da fare che l'ha dimenticato. Certo, da fare con Mark... La cosa non mi piace per niente e poi sta facendo troppe assenze, non vorrei che rimanesse indietro. Sono sicuro che non è partita per colpa di quello stronzo, ormai è succube di lui. Stringo il pugno e la matita che ho tra le mani si spezza a metà. Devo stare calmo e cercare di contenermi.

«Va tutto bene?» chiede Harry.

«Sì.»

Il professore fa il suo ingresso ed io tiro un lungo respiro, aspettando che i corsi si concludano e questa giornata giunga al termine, perché è cominciata davvero malissimo. Non mi aspettavo quella telefonata, ero convinto che stesse tornando a casa, invece sembra proprio che si stia dimenticando di tutti gli altri, soprattutto di me e non capisco cosa le stia succedendo, è sempre stata una ragazza sensibile e altruista, forse è proprio vero che le cattive compagnie ti influenzano la vita.

I corsi sono terminati e con fare veloce mi alzo dalla sedia, uscendo dall'aula, ho bisogno di chiamare Katy e raccontarle cos'è successo stamattina.

«Ehi, ti sto chiamando da tempo, stavi scappando?» la voce di Violet alle mie spalle mi blocca.

Mi volto e non è sola, c'è Harry con lei. Vogliono farmi il terzo grado? Ultimamente odio ogni tipo di domanda da parte loro, sono diventati un vero tormento e credo che abbiano capito qualcosa, riguardo il mio orientamento sessuale.

«Cosa c'è?» chiedo scocciato.

«Hai notizie di Emy? Sarebbe dovuta tornare al college.»

Quindi ho pensato il giusto, Emy ha telefonato solo me, la cosa mi rende molto felice, vuol dire che conto più di tutti gli altri.

«Sì, ha telefonato questa mattina per dirmi che non sarebbe tornata a New York.» rispondo atono, cercando di trattenere l'emozione.

Entrambi mi guardano straniti e devo ammettere che ha stupito anche a me la strana scusa che mi ha rifilato, ma forse non dovrei renderli partecipi dei miei pensieri.

«Ma perché non ha avvertito nessuno?» chiede Harry.

Mi dispiace per te, ma sono io il suo migliore amico, non tu. Avrei voluto rispondergli, ma ovviamente non lo faccio.

«Non ne ho idea.» dico calmo.

«Come mai non è più partita?» aggiunge Violet.

«Mi ha spiegato che aveva da fare con sua madre, ma non so altro.»

«È davvero strano.» dice Harry.

Ignoro la sua frase e li saluto entrambi, non avevo voglia di stare a sentire le sue supposizioni sul perché Emy non sia partita, ho bisogno di parlare con Katy, anche se credo stia lavorando. Be', mi presenterò da lei.

Chloe
È davvero una serata splendida, il cielo è sereno e pieno di stelle, e non sono mai stata così felice in vita mia, soprattutto, mai stata così felice di lavorare. Tra poco ci sarà il primo concerto e Mark fa parte della band, non vedo l'ora che arrivi, sono così euforica. Mi costa molta fatica contenere l'emozione quando lo vedo, ma non posso fare altrimenti, l'unico modo per stargli vicino, è fare finta che non mi interessi più.

«Cameriera.» qualcuno mi chiama.

Devo darmi una mossa o verrò licenziata, ed è l'ultima cosa che voglio. Mi volto e vedo John seduto al tavolo. Non lo sopporto più, pensavo di avergli dato quello che voleva ieri sera e adesso mi sta di nuovo alle calcagna. Vado verso di lui e lo guardo, in attesa della sua ordinazione. È un cliente come un altro, devo trattarlo come tale.

«Allora, ti decidi o no ad ordinare?» chiedo spazientita.

«Certo, ma puoi sederti un attimo?»

«Non posso, sto lavorando.»

«Solo un minuto.»

Sbuffo, dopodiché mi siedo.

«Che vuoi?»

«Solo parlare di quello che è successo ieri.» mi accarezza il dorso della mano e mi guarda in modo malizioso.

La ritraggo immediatamente.

«Non c'è nulla di cui parlare.» mi alzo di scatto, ma non mi permette di andare via, afferrando il mio braccio e alzandosi a sua volta.

Ho il cuore in gola e ho paura che Mark possa arrivare da un momento all'altro, vedendomi con lui e in questo modo mi giocherei l'ultima possibilità che ho per riconquistarlo. Mi guardo intorno, dopodiché lo trascino in uno dei camerini liberi. Non possiamo rischiare di essere visti, andrebbe tutto a monte e la colpa sarebbe unicamente sua.

«A quanto pare, ti è piaciuto così tanto da voler replicare.» dice malizioso, mentre mi afferra per i fianchi.

«Non ci penso nemmeno.» gli do una spinta, levandomelo di dosso.

«Ma... ieri mi hai detto che...»

«Sarei stata con te» concludo la frase per lui. «ma solo una volta.»

«Non è esatto, mi dicesti che avrei avuto una possibilità con te, se ti avessi aiutata con Mark, l'ho fatto e ora voglio che mantieni la parola data.»

«Hai frainteso, intendevo una volta sola.»

«Non cercare di fregarmi, l'hai già fatto abbastanza.» sbotta e afferra il mio viso tra le mani. «Lo so che provi qualcosa per me, ieri ne è stata la prova.»

«John, per favore, ne parleremo dopo, devo andare.»

Non riesco più a sopportare le sue stupide parole, non ne dice una giusta, sì, va bene, abbiamo fatto sesso, ma era solo quello, niente di più, come fa a non rendersene conto? Mi dispiace lasciarlo in questo modo, ma non provo amore nei suoi confronti, forse solo attrazione fisica, io amo Mark.

«Non puoi sfuggirmi per sempre.»

«Ci vediamo dopo.» gli faccio un sorriso falso ed esco dal camerino.

Il mio sguardo viene attirato da Mark, è già sul palco, pronto a suonare. Quant'è affascinante, non ho mai visto un ragazzo così bello. I nostri sguardi si incontrano per qualche secondo, creando quell'elettricità che ho avvertito in questi mesi in cui ci siamo sfiorati, non vedo l'ora di riaverlo. Gli sorrido, ma lui non ricambia. Parte la musica e comincia il suo pezzo rock, risultando estremamente perfetto e sexy, quel sorriso stupendo, quei movimenti... ho completamente perso la testa per lui. Il cantante è bravo, ma non ai livelli del mio Mark. Resto a fissarlo tutto il tempo, affascinata. Tutti i clienti del locale applaudono e urlano, credo proprio che abbia fatto un figurone, ho fatto bene a consigliarlo a Gerald. Parte il secondo pezzo, stavolta è completamente suonato da lui, è un elemento fondamentale per la band. Immagino già la nostra vita insieme, concerti, serate a bordo piscina, party. Non vedo l'ora.

«Chloe, va a prendere l'ordinazione di quel cliente.» urla Gerald al mio orecchio.

Cazzo, ero talmente imbambolata a fissarlo che non mi sono resa conto dei clienti. L'effetto che ha Mark su di me è devastante.

Ti amo e ti odio! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora