Capitolo 4

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Mark
Continua a scrutarmi con quel suo sguardo profondo e da bugiarda, non posso ancora credere che mi stia mentendo, perché si ostina a non dirmi nulla riguardo al suo amichetto del cazzo? Da quanto tempo va avanti questa storia? Vorrei prendermi a schiaffi da solo se penso che sono arrivato fino a New York per vederla, sono stato un vero e proprio coglione. Cerco di tirarmi su, con scarsi risultati, allora mi porge la sua mano, ma la ricaccio via, leggendo immediatamente la delusione nel suo sguardo, ma non mi importa, lei ha fatto di peggio. Riesco ad alzarmi e barcollo fino al lavandino. Apro il rubinetto e faccio scorrere l'acqua fredda sulla mia mano sporca di sangue, lavando via il tutto. Sarebbe fantastico se riuscissi a farlo anche con i maledetti pensieri. Ritorno a fissare la mano e fortunatamente è solo lacerata e violacea, a causa dei lividi, mi è andata bene questa volta. Emy resta a guardarmi tutto il tempo, senza dire una parola e sembra abbastanza scossa, forse anche un po' triste. Esco dal bagno, seguito da lei e ci imbattiamo subito in Sam, che saluto con un cenno del capo.

«Da quanto sei qui?» chiede avvicinandosi.

«Da stanotte.»

«Hai dormito sulla tazza?»

«Di fianco.» ridacchio.

«Sei il solito.» ride a sua volta.

Emy continua a restarsene in silenzio, forse si sente esclusa da questa conversazione e in effetti è così. Mi dirigo nella sua camera e mi sdraio sul letto sfatto, mentre lei resta sulla soglia a fissarmi. Forse sto un pochino esagerando, non voglio che mi consideri ancora uno stronzo, devo calmarmi e prima di scatenare l'inferno, essere sicuro di quello che penso. Le faccio cenno di venire accanto a me, allora chiude la porta e mi raggiunge, sedendosi troppo lontana. Le afferro una mano, tirandola appena. Voglio che si avvicini, non sopporto più questa cazzo di distanza, mi rende matto. Resta ferma dov'è, con lo sguardo rivolto verso il pavimento e il respiro pesante. Cosa la turba, forse non le piace la mia presenza?

«Puoi sdraiarti accanto a me?» chiedo, quasi implorandola e risultando patetico.

Mi accontenta, ma mi dà le spalle. È molto a disagio, a quanto pare e nella mia testa appaiono solo immagini orrende di lei insieme a Cem. Scuoto la testa per scacciarle via e le cingo un braccio in vita, costringendola a voltarsi verso di me. Resto in silenzio a fissare il suo viso angelico e il suo sguardo dolce, esattamente il mio opposto; io sono gelido, lei è calda, ho proprio bisogno del suo calore per scaldare il freddo che mi porto nel cuore. Quanto mi piace stare in silenzio a fissarla, mi calma e mi fa sentire in pace con me stesso, scacciando via la dannata rabbia che provo da anni, da molto prima che entrasse a far parte della mia famiglia.

«Mark...» sussurra il mio nome, nel modo più perfetto che possa esistere. «Cos'hai dentro?» Resto a fissarla inerme, senza degnarmi di risponderle. Non credo di volerglielo rivelare, non voglio che sappia che dentro di me ci sono solo tenebre, scapperebbe all'istante e non posso permetterglielo. Le accarezzo il viso e il contatto con la sua pelle calda mi provoca alcuni brividi l'ungo la schiena. Cosa cazzo mi sta succedendo, che cosa mi sta facendo, questa ragazza? Non riesco più ad avere il controllo dei miei gesti, è come una forza misteriosa che mi sovrasta. Le mie mani si muovono da sole, il suo corpo è una calamita che mi attrae sempre di più. Faccio scivolare la mano lungo il suo fianco e la sento sussultare.

«Ho voglia di baciarti.» le sussurro, a pochi centimetri dalle sue labbra.

Mi fissa immobile, quasi incredula. Non ha ancora capito quello che provo quando mi è vicina? Bisogna essere proprio scemi per non accorgersene. Senza pensarci oltre, poso le mie labbra sulle sue e per mia fortuna non si ritrae, accettando completamente il mio bacio. Ho desiderato baciarla da quando l'ho vista entrare in bagno, ho bisogno di lei, ora più che mai, è la mia salvezza.

Ti amo e ti odio! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora