Capitolo 26

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Emily
Ieri sono stata colpita da un impulso irrefrenabile; volevo telefonargli ma sono riuscita ad impedirlo. Credo che sia pure merito di Harry, la sua compagnia mi piace molto, è un ragazzo davvero fantastico e sono contenta di averlo conosciuto. Violet sostiene che debba starci insieme, ma mi sembra davvero un'assurdità, non sono innamorata di lui. Ricominci con Mark, adesso? Non stavo per dire nulla. Ci stavi pensando. Ti ricordo che è ancora importante, lasciami in pace!

«Andiamo?» la voce di Sam mi riscuote dai pensieri.

«Sì.»

Ci dirigiamo all'uscita del college e raggiungiamo la sua macchina. Abbiamo deciso di andare a mangiare qualcosa insieme ai ragazzi, prima di recarci al lavoro.

«Maledizione!» si lamenta.

«Cosa c'è?» chiedo confusa.

«Le chiavi, le ho dimenticate nell'armadietto.», «Aspettami, vado a prenderle.»

Annuisco, mentre lo vedo allontanarsi da me. Io e Sam siamo abbastanza simili, entrambi sbadati. Ridacchio da sola a quel pensiero e attendo il suo ritorno.

Sono passati almeno quindici minuti e non è ancora arrivato, doveva solo recuperare le chiavi nell'armadietto, comincio a preoccuparmi. Forse gli è accaduto qualcosa. Senza pensarci oltre, mi incammino verso l'entrata dell'edificio, dritto agli armadietti, ma di Sam nessuna traccia. Che sia tornato alla macchina mentre io stavo entrando? Sfilo il cellulare dalla tasca e gli telefono.

«Emy, dove sei?» chiede preoccupato.

«Volevo farti la stessa domanda.»

«Sono in macchina, raggiungimi.»

Che sciocca, avrei dovuto prima telefonargli e nel caso non avesse risposto, andare a cercarlo, ma ormai è andata così'.

«Non ti vedevo arrivare.»

«Scusami, ho incontrato un mio compagno di corso e ho perso tempo.»

«Arrivo.» riattacco e infilo il cellulare in tasca.

Mi incammino per i corridoi deserti, i corsi sono terminati da un pezzo e l'edificio sembra quasi spettrale. Ogni volta mi sento la protagonista di un film horror, soprattutto per le cose che accadono quando sono da sola. Devo smetterla di terrorizzarmi da sola.

«Emy, ciao.» una voce familiare alle mie spalle, mi fa spaventare a morte.

Mi volto lentamente e lo vedo. «Jake...»

Come non detto, no?

«Come mai tutta sola, dove sono le tue guardie del corpo?»

«Le mie guardie del corpo?» ripeto confusa. Comincia a ridere, dopodiché si avvicina a me e d'istinto faccio qualche passo indietro, ritrovandomi con le spalle al muro. Perché quest'essere non vuole lasciami in pace? È sempre in agguato. «Adesso devo andare, ciao.»

Gli do le spalle e riprendo a camminare, ma subito dopo mi sento afferrare per un polso.

«Sei davvero una maleducata, ti sto parlando e te ne vai via così?»

«Jake, cosa vuoi?» chiedo esasperata. Stringe il mio polso, talmente forte che avverto dolore. «Lasciami!» sfilo il braccio dalla sua presa.

«Siamo acide, a quanto pare.» ridacchia. «Ma sei anche così sexy.» mi squadra da capo a piedi, mettendomi in imbarazzo. Brutto maniaco, depravato! Mi afferra per le spalle e mi trascina nel laboratorio di chimica, chiudendo la porta. «Cazzo, qui non ci sono chiavi.»

«Jake, lasciami andare!»

«Altrimenti?»

«Il... mio ragazzo non sarà contento di sapermi qui con te.» mento.

Ti amo e ti odio! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora