Capitolo 46

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È inutile che continui a pensarlo.
Lui ti ha fatto del male, cosa che non ti meritavi.
Dimenticalo: lo so è difficile.
Ora non fare così,  asciuga quelle lacrime e vai ad allenarti.
Viviti  questo mese qui in America e non pensare a niente.

Richiusi il mio diario e lo Riposi in valigia.
Mi alzai dal letto e andai in bagno a sciacquarmi il viso.

-ei perché hai pianto? Mi chiese Loren
-niente tranquilla dissi col volto basso

Quando sono triste non amo quando qualcuno mi fa continue domande. Preferisco starmene da sola senza parlare con nessuno.

-dai dimmi tutto continuó
-no tengo nada. Dios mio le quasi urlai in faccia

Quando sono arrabbiata tengo a parlare in spagnolo, se sono sono in Spagna.

-scusami rispose per poi andarsene dalle altre.

Restai in bagno a piangere per sfogarmi.
Mi mancava ma quando mi viene in mente quello che è successo mi sale il vomito.

Mi sciacquai la faccia e poi uscii dal bagno.
Incontrai Loren e mi scusai per il mio pessimo comportamento.

-tranquilla,  ho sbagliato io a insistere rispose lei abbracciandomi
-scusami ancora ripetei

Quel giorno l'allenamento era la mattina così ci preparammo tutte insieme e partimmo.
Il freddo mi distruggeva, ero abituata al caldo della mia amata Barcellona , e non mi ero ancora abituata.

-quanto cazzo è freddo qua intervenii mentre tutte erano in silenzio
-ancora non ti sei abituata Baby mi rispose Fatima
-io adoro il caldo della mia Barcellona ripetei con un sorriso
-noi siamo abituate al freddo come la mettiamo disse con sarcasmo Fatima
-la mettiamo che non vedo l'ora di andare nella mia città risposi ridendo
-ma brava ci lasci così?   Chiese Fatima
-ancora non ho detto niente

Non vedevo l'ora di andare a casa mia anche se L'America è bella ma non fa per me.
L'inglese non mi piace
La moda non mi piace
Il freddo non mi piace
Insomma non mi piace niente.

Mentre varcai la porta del campetto il cellulare suonó

-ei papà dissi quasi urlando
-piccola mia ti devo dire una cosa disse serio
-dimmi pure
-ieri pomeriggio è venuto Neymar. Ti cercava e Voleva parlare con te mi disse tutto d'un fiato
-è tu cosa gli hai detto ? Chiesi seria anche io
-che non c'eri. Non posso andare avanti sempre a dirgli che non ci sei, sarebbe capace di venire tutti i giorni a casa per parlare con te.
-papà tu digli quello che vuoi basta che non gli fai sapere dove sono ok? Non voglio che gli salti in mente di venire da me. Era un ordine e non volevo assolutamente che lui venisse da me.

Gli mandami un bacio virtuale e infine Riposi il telefono nella borsa

-vamos Babys dissi entusiasta di dover correre 3 ore al freddo
- o parli spagnolo o inglese. Anzi meglio inglese Va  mi disse Loren

Per scaldarci Iniziammo a correre per 30 minuti intorno al campetto.
Poi Iniziammo a fare stretching e infine due piccole particelle.
Era così noioso l'allenamento.
Non c'era nessuno che facesse la cretina come Dani, nessuno che facesse battutine squallide quando tutti erano in silenzio come Neymar, non c'era nessuno che facesse lo scemo facendo lo sgambetto a tutti, come Rafinha.
Insomma era tutto molto monotono.
Come se non bastasse ci si metteva anche il tempo: freddo e pieno di nebbia.

-Enrique venga un attimo disse il coach quando stavamo andando a cambiarci
-mi dica risposi fermandomi vicino a lui
-come ti trovi qua?Mi chiese così d'improvviso
-diciamo che l'America è bella ma non sopporto il freddo che c'è qui, non mi piace l'inglese e in piú trovo tutto molto noioso, sia l'allenamento sia le giornate. Cercai di spiegargli con il mio pessimo inglese
-mi dispiace, tu sei brava e penso che qui potrai fare tante cose. Ma vedremo a fine mese come andranno le cose rispose per poi lasciarmi andare a cambiarmi.

Erano le 11:30 quando entrammo in casa infreddolite.

-Jas puoi accendere la stufetta?  Mi chiese Cristina

Ci riunimmo tutte in salotto davanti alla stufetta così ci scaldammo tra chiacchiere e cuscinate in faccia.
Mi ritrovai a pensare della mia situazione.  Sono confusa: da una parte sono incazzatissima con Neymar ma lo amo perché non posso dimenticare quelle che è successo tra di noi, dall'altra c'è Rafi che è super carino con me, mi capisce e mi ascolta.

Beato chi mi comprende.

-Jasmine ti chiamo al telefono mi urló una delle ragazze
-magari chiamassero me così spesso come chiamano te affermó Loren
-secondo me la chiama il fidanzato concluse Fatima
-se avete finito rispondo Grazie dissi andando in camera 

-pronto risposi fredda
-sono io disse una voce dall'altra parte
Quando sentii "sono io" mi venne un colpo al cuore. Era da giorni che non sentivo la sua voce e un po' mi era mancato.
-cosa vuoi risposi senza fargli capire che un po' mi era mancato
-solo parlarti disse con voce impostata 
-non abbiamo niente di cui parlare. Noi abbiamo già concluso tutto. Risposi sempre  con la stessa fermezza
-se non mi vuoi rispondere almeno ascoltami. Non ti chiedo nient'altro.

Non risposi ma lo lasciai parlare

-lo so che ho sbagliato e un scusa non basta.  In questi giorni non ho fatto altro che pensarti e pensare a quanto sono stato uno sciocco.
-ehm coglione dissi io intervenendo
-ok si un coglione. Sta di fatto che mi sono veramente pentito e non so più come fartelo capire .

A quelle parole le lacrime iniziarono a uscire silenziosamente, le asciugai in fretta e non avendo il coraggio di rispondergli spensi la chiamata e lanciai il telefono nel letto.

Mi asciugai bene e andai dalle altre come se non fosse successo niente.

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