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Alicia

Mi sono da poco svegliata e sto facendo colazione, mi aspetterà una giornata impegnativa alla maison, dovrò sistemare ogni cosa al meglio perché sono arrivate nuove richieste di collezioni da clienti molto importanti. Sono a casa da sola, presumo che mamma e papà siano già usciti di casa, così, dopo aver finito il mio caffè, mi avvio fuori dal vialetto che porta alla nostra casa. Mi infilo le cuffiette nelle orecchie e mi godo il clima estivo di Miami.
Ad un certo punto vedo una persona dall'aria familiare, che mi passa accanto molto velocemente, quasi spingendomi, ma non faccio in tempo a spostare lo sguardo in avanti, per capire chi sia, che questo svolta velocemente in un vialetto e scompare in lontananza. Non vorrei sembrare troppo melodrammatica, ma è da quando sono arrivata a Miami che mi sento osservata, e quest'ultimo avvenimento non fa che aumentare le mie paure e i miei sospetti.

La giornata lavorativa si svolge senza intoppi, io che sistemo l'outlet e che do dei consigli ai vari stilisti per dei piccoli dettagli. Oggi ho passato davvero pochissimo tempo con i miei genitori, e quando abbiamo avuto un momento di tranquillità per parlare, mi sono sembrati molto strani ... Ho la sensazione che quei due mi stiano nascondendo qualcosa. Facevano sempre così quando ero piccolina ed avevano in mente di farmi una sorpresa. Ho sempre amato ed odiato le sorprese per questo motivo. Ti fanno salire un'ansia pazzesca, perché non sai cosa aspettarti, ma allo stesso tempo sono belle, perché poi ne resti piacevolmente sorpreso (si spera).

Oramai la maison è chiusa da un paio d'ore e siamo rimasti solo io e mio padre, che mi ha chiesto una mano a sistemare delle cose.
<<Ali, sta sera io e tua madre andremo al cinema ... Quindi starai un paio d'ore da sola ...>>

E la mia sorpresa!?

<<Beh, certo papà ... Guarda che non ho più 10 anni! Sono in grado di starmene a casa da sola senza combinare troppi pasticci!>> dico con aria scherzosa, facendogli la linguaccia
<<Va bene dai, spegniamo tutto ed andiamocene di qui! Se no tua madre mi prende per il collo!>> dice accennando una risatina
<<Sono d'accordo, andiamocene!>> dico dirigendomi verso il portone con papà al mio fianco, che si ferma solo un instante per spegnere il contatore.

È ormai sera, sono sola in camera mia, quando improvvisamente, sento dei rumori sospetti al piano di sotto. Abbasso il volume della radio e urlo <<Mamma? Papà? Siete voi?>>
Silenzio totale. Mi ripeto, aprendo la porta della camera per farmi sentire meglio, ma ancora silenzio. Accendo la luce del corridoio, poi quella delle scale comincio a percorrerle lentamente. Il cuore mi batte forte in petto, le mani mi cominciano a sudare e la gola mi si fa completamente secca. Perlustro il piano inferiore in ogni dove, accendendo tutte le luci possibili ed immaginabili, ma non c'è l'ombra di nessuno. Un po' più tranquilla, salgo le scale e torno in camera mia. Non appena entro però, la porta mi si chiude velocemente alle spalle facendomi sussultare, mentre una presenza alle mie spalle mi immobilizza e mi chiude la bocca con una mano, impedendomi di urlare aiuto. Chi mi sta immobilizzando però, mi volta di scatto, senza mollare la presa, e i miei occhi si scontrano con quelli di ... Andrea!
Il cuore torna a battermi senza tregua nel petto, le gambe iniziano a tremarmi e i gli occhi mi si iniziano a gonfiare di lacrime.
<<Finalmente ti ho trovata!>> dice facendo un ghigno subito dopo ... dei brividi mi percorrono la schiena <<Se mi prometti di non parlare ti tolgo la mano dalla bocca ...>> continua lui. Io annuisco con il capo e libera la presa.
<<Ma che ci fai qui!? Sei pazzo!?>> gli chiedo completamente sconvolta dal suo arrivo inaspettato.
<<Risparmia le parole per dopo!>> mi dice venendo verso di me. Io, automaticamente, indietreggio, fino a quando non sbatto la schiena sul muro e lui si appoggia col petto contro il mio ed inizia a strusciarsi su di me, toccandomi i capelli. Io rimango pietrificata a questa sua azione, ero convinta che fosse venuto fin qui per chiarire con me, ma evidentemente mi sbagliavo ...
<<Allontanati brutto maiale!>> gli urlo contro cercando di levarmelo di dosso, spingendolo via da me, ma senza alcun risultato.
<<Hey, dolcezza! Avevi promesso di stare in silenzio!>> dice mentre mi lascia dei disgustosi baci, troppo umidi, sul collo. Mi sta salendo la nausea, spero tanto di riversargli tutto ciò che ho ingerito oggi addosso.
<<Ci sono i miei genitori al piano di sotto, non so quanto ti convenga ...>> mi invento una scusa impaurita. Non penso di aver mai provato così tanto terrore in tutta la mia vita.
<<Ahn si!? Beh, i miei informatori si sono accertati che fossero entrati nella sale del cinema per vedere un bel film, sbaglio!?>> dice Andrea con tono folle, lasciandomi senza parole.
Informatori!? Ma è malato!?
<<Allontanati!>> gli urlo contro, cercando di liberarmi dalla sua presa.
<<Se no?...>> mi chiede con aria furba, mente con una mano mi palpa orribilmente il seno
<<Se no chiamo la polizia!>> gli rispondo sicura, cercando di togliermi la sua mano di dosso, ma inutilmente.
<<Con quale telefono? Questo!?>> dice estraendo dalla sua tasca il mio cellulare.
Non so davvero cosa fare, non so se urlare o subire in silenzio per non peggiorare le cose.
La mia testa è piena di pensieri, la mia vista si offusca più volte, le gambe continuano a tremarmi ed io penso a come riesca ancora a reggermi in piedi. Comincio a fare respiri affannosi, mi manca il fiato in gola, mi manca l'aria per respirare. La testa comincia a girarmi, ma io non mollo, decido di reagire e mi metto ad urlare
<<Aiuto! Aiuto!>> urlo, ma nessuno sembra sentire.
Improvvisamente sento la sua mano entrarmi nelle mutande, ma immediatamente trovo la forza discostarmi e gli tiro uno schiaffo in pieno volto. Non so come ci sia riuscita, non mi sembra vero.
<<Basta Andrea! Sei un coglione!>> gli urlo contro, ma lui continua imperterrito a toccarmi e a strusciarsi su di me.
Lo vedo sbottonarsi i pantaloni, ma appena tenta di sfilarseli, io gli tiro una ginocchiata proprio lì, obbligandolo a piegarsi in due e ad allontanarsi da me. Lui fa un lamento e mi guarda feroce, sta per riavvicinarsi a me, ma quando sentiamo dei rumori provenire al di là della porta, si ferma immediatamente e si rimette i pantaloni. Qualcuno è venuto in mio soccorso?!
<<Aiuto! Vi prego aiutatemi!>> urlo più forte che posso affinché, chiunque ci sia al di là della porta, possa sentirmi.
<<Hey! Alicia! Sei li dentro?!>> dice una voce familiare e preoccupata.
<<Sì, aiut ...>> sono le uniche cose che riesco a pronunciare, prima che Andrea riesca a tapparmi la bocca.
<<Oh cazzo!>> dice nuovamente la voce che questa volta riconosco: è Rudy, il mio Rudy!
La porta è stata bloccata, ma sento che ci si sbatte contro con forza.
Andrea, continuando a stringermi contro di lui,si sistema i pantaloni e si sposta verso la finestra. Io continuo a dimenarmi, a colpirlo con i pugni, ma non riesco a scampare dalla sua presa.
Ma improvvisamente si spalanca la porta e Rudy si fionda nella stanza, come un gladiatore che scende nell'arena, e si lancia contro Andrea. Con una sola mossa riesce a liberarmi da quel folle e ad allontanarmi da lui. Ora Rudy mi fa da scudo con il corpo, Andrea invece spalanca la finestra, ma Rudy lo afferra per il cappuccio della felpa e lo scaraventa a terra. Fra i due comincia una rissa spaventosa, dove volano pugni, calci e grida, ed io riesco solo a guardarli attonita, ancora sconvolta per lo shock.
Improvvisamente però, Andrea riesce a liberarsi da Rudy e, approfittando del momento, si lancia dalla finestra, cadendo nel vuoto in un salto di almeno dieci metri.
Immediatamente io e Rudy ci affacciamo alla finestra, convinti di trovare Andrea schiantato al suolo, ma con nostro immenso stupore, di lui non c'è nemmeno l'ombra. Immediatamente scoppio in un pianto convulso ed ininterrotto, mentre Rudy, dopo essersi seduto a terra, mi accoglie tra le sue braccia per tentare di calmarmi, ma pure lui è palesemente scosso. Così lo stringo forte, per tentare di calmare entrambi.
<<Hey piccola, va tutto bene, è tutto finito!>> dice Rudy amorevolmente, accarezzandomi nel mentre i capelli. Le sue parole sono di conforto per il mio cuore, e mi illudono che possa tornare quell'amore, bello e forte che un tempo ci legava.
<<No! Non è tutto finito, lui è ancora libero!>> dico fra i singhiozzi, proprio quando dalla porta entrano, uno alla volta, mio fratello Michael, Megan, Celeste, Leroy, Rachel, Mattia,Scott e Dylan.
<<Hey, ma che diamine succede? Abbiamo sentito delle grida!>> dice mio fratello piuttosto confuso.
<<Eravamo nascosti per farti una sorpresa, ma mi sa che la sorpresa l'hai fatta tu a noi. Ma è successo qualcosa di grave?>> chiede Celeste confusa, mentre Leroy le si avvicina per cingerla con un braccio.
Alzandomi mi asciugo le lacrime, annuisco e poi dico <<Andrea è stato qui. Ha tentato di violentarmi ma non c'è riuscito. Si è poi gettato dalla finestra ed è scomparso.>>
Conclusa frettolosamente la frase, mi scaglio contro il petto di mio fratello che mi attende a braccia aperte e subito mi stringe forte.
<<Maledetto bastardo! Ma come stai, ti ha fatto qualcosa?>> chiede poi Mike preoccupato
<<No, non c'è riuscito, Rudy gliel'ha impedito.>> Rispondo io spostandomi da mio fratello e voltandomi verso Rudy per ringraziarlo.
<<Povera Ali! Non sai quanto mi spiace!>> dice Rachel venendo ad abbracciarmi e dando così inizio ad un enorme abbraccio di gruppo. Con questi gesti d'amore mi sento subito meglio e mi spunta un sorriso di sollievo.
<<Ma come ha fatto a sapere dov'eri? E ad entrare qui?!>> chiede sospettosa Celeste.
<<Francamente non lo so, ma non è questo che mi preoccupa. Lui sapeva con esattezza come muoversi, cosa fare, come e dove a gire! Ma soprattutto, sapeva cose che sapevo solo io, come il fatto che i miei sta sera siano al cinema! Se è riuscito a far tutto questo, non so cosa potrebbe fare ora!>> dico preoccupata e spaventata.
<<Dobbiamo immediatamente chiamare la polizia.>> Dice Leory serio e tutti siamo d'accordo con lui.
<<Va bene, ma scendiamo in sala, vi prego!>> dico improvvisamente fissando la parete affianco alla porta <<Quello è il suo sangue>> dico indicando la parete imbrattata. Credo che sia successo nella colluttazione e suppongo si suo dal momento che io non ho nulla, a parte qualche livido.

Siamo ora nel grande salone, Michael ha appena chiamato i miei, che ora stanno tornando a casa, mentre Rudy è al telefono con la polizia. Gli altri sono sparsi fra divani e poltrone, mentre io e Michael siamo in un angolo in disparte.
<<Ma che diamine ci fate tutti voi qui?!>> chiedo stupita di vedere l'allegra combriccola, catapultata da Milano a Miami all'improvviso.
<<Ali, è una storia lunga da raccontare, ma in poche parole, siamo qui per Rudy!>> a quest'esclamazione di mio fratello, mi si riempie il cuore di speranza
<<Mah, in che senso scusa?!>> dico immediatamente, con tono fin troppo felice.
<<Beh, non so se dovrei dirtelo, ma orami lo sanno tutti. Comunque, ora ti spiego, ma te prometti di aspettare che sia Rudy a parlartene. Beh, ecco, Antonio Del Conte è suo padre!>>
A quest'affermazione di mio fratello resto a dir poco senza parole e visibilmente sconvolta, così mi spiattello sulla parete con la bocca spalancata e gli occhi attoniti.
<<Ma com'è possibile?!>> chiedo incredula.
<<E' fin troppo possibile, fidati. Comunque Rudy ti spiegherà tutto>>
<<E Celeste?!>> chiedo poi preoccupata.
<<Beh, lei non c'entra, hanno la madre in comune e due padri differenti. C'èrimasta male, ma ora si è un po' ripresa. Comunque il viaggio è perché aveva voglia di riavvicinarsi a te, in un modo o nell'altro.>>

Cosa, cosa, cosa?! Ho capito bene, Rudy è venuto fin qui, solo per me? Solo per chiarire le cose? Allora forse lui ci tiene ancora a me?! Forse ho ancora una possibilità?! Spero davvero che sia così!

E con questi pensieri, mi perdo nel mio mondo, fino a quando Michael richiama la mia attenzione, schioccando le dita sotto al mio naso.
<<Sì, scusa, mi ero un po' distratta>> dico ritornando con i piedi per terra <<Ma veramente ha detto così?!>> chiedo poi incuriosita ed emozionata.
<<Beh, sì, più o meno>> risponde lui ciondolando sui talloni <<Più che altro è rimasto colpito dalla tua affermazione dell'altro giorno ...>> conclude vago, ma facendo riferimento, naturalmente, a quando ho dichiarato davanti a tutti (più o meno, dal momento che ero al telefono) che lo amo.
<<Beh, forse mi sono lasciata trasportare un po' troppo dalle emozioni.>> Dico arrossendo e lanciandomi istintivamente fra le braccia di mio fratello. Noi ci capiamo al volo e lui è sempre stato il mio confidente e consigliere sotto questo punto di vista, e ora so che lui è felice per me.
Ma improvvisamente suona il campanello e il bel momento svanisce. Comprendo subito che si tratta della polizia e immediatamente cominciano a corrermi veloci sotto gli occhi le immagini di questi giorni, in aereo, per la strada, al bar, in laboratorio e in fine in camera mia. Un brivido gelido mi percorre rapido la schiena e conseguentemente una lacrima mi riga svelta la guancia.
Sapere che per tutto questo tempo mi sono fidata di un criminale, sapere che ho provato anche qualcosa per lui, e non sapere dove ora si stia nascondendo, mi spaventa da morire. Anche perché, se non sarò io a trovare lui, sarà lui a trovare me, e allora sì che per me sarà la fine! 

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