-enemies-friends.
-nella foto Rick.
"Se vuoi ti aiutiamo a rimettere tutto apposto.."
Rick viene verso di me sedendosi sul divano.
"Chi siete?"
Chiedo solamente non rispondendo alla sua domanda,sono le quattro e le mie amiche,Rick e il ragazzo sono rimasti a casa mia anche se sostanzialmente io non li avevo invitati.
Ma non mi ero lamentata,ho bisogno di sapere dove si trovi mia madre e il loro aiuto sarà indispensabile.
"Non hai risposto alla mia domanda."
Afferma Rick girando lo sguardo verso di me.
"E tu,nemmeno,alla mia."
Rispondo prontamente ricambiando il suo sguardo.
"Senti,se tu sei sincera con me io sarò gentile.
Non voglio farti del male."
Rick si alza dal divano continuando a guardarmi.
"Perchè mi seguite?"
"Non ti seguiamo."
Incazzata dalle sue risposte mi alzo e vado in cucina dal ragazzo tatuato e le mie amiche che sembrano aver fatto amicizia.
Senza rivolgere parola a nessuno prendo dallo scaffale un bicchiere e poi l'acqua riempendolo.
"Kylee..lui si chiama Stephen."
Mi dice Julie guardando con occhi sognanti il ragazzo di fronte a me.
"Okay."
Rispondo indifferente,guardo il ragazzo e prendo un sorso d'acqua dal bicchiere.
"Sai già tutto di me,giusto? Non c'è bisogno che mi presenti."
Sputo con odio al ragazzo ricoperto di tattoo.
Aspetto una risposta che non arriverà e guardo le mie amiche che sono rimaste a bocca aperta a causa della mia improvvisa acidità.
"Stasera ci sarà una festa."
Dice improvvisamente Rick entrando nella cucina rivolgendosi a tutte noi.
"Ah,la festa di mio padre."
Sputo con odio la parola "padre".
Sono non arrabbiata,di più.
Devo andare a prendere mia sorella e proprio non so cosa dirle.
Recupero dalla sedia il mio giubotto di pelle ed esco di casa per andare alla scuola materna dalla mia piccola.
Scalcio qualche sassolino quà e là e sbuffo non sapendo cosa dirle di nostra madre.
"Non era tuo padre."
La voce roca di prima si fa sentire e sobbalzo a causa dell'improvvisa presa di parola, non mi ero accorta nemmeno che mi stesse seguendo.
Ah giusto,quello è il suo ruolo.
"Vattene."
Affermo continuando a camminare e guardare davanti a me.
"Non posso. Vuoi fare la stessa fine di tua mad-"
"Brutto figlio di puttana!"
All'improvviso corro verso di lui e inizio a piangere pensando a cosa le sia successo e prendo incessantemente a pugni la corazza di ferro che si ritrova al posto di un petto morbido.
"Scusa."
Affema silenziosamente bloccandomi e stringendo lievemente i miei polsi piccoli e delicati.
Alzo lo sguardo su di lui singhiozzando rumorosamente e mi accascio a terra; Stephen esce un fazzoletto dalla tasca e me lo porge sedendosi al mio fianco.
Forzo un sorriso tirato al gesto.
"Grazie.."
Sussurro toccandomi nervosamente la gonna blu risalita ormai sulla coscia.
Alzo di nuovo lo sguardo su di lui che mi guarda negli occhi.
"Perchè ha parlato della festa di stasera?"
Chiedo guardandomi intorno.
"Non posso dirti tutto ma devi sapere che la persona che ha portato via tua madre non è tuo padre.."
"Ah,e sentiamo! Dov'è mio padre?! No perchè io e mia sorella abbiamo passato anni senza la presenza di una figura maschile e mia madre cercava di compensare quell'assenza ma invano!"
Mi sfogo urlando tanto che mi brucia la gola.
"Sono senza voce."
Piagnucolo prendendomi il capo tra le mani,mi ricordo il motivo per cui sono uscita di casa e per poco non mi viene un'infarto.
"Devo andare a prendere mia sorella.."
Mi alzo scattante e guardo il ragazzo seduto che mi guarda alzando gli angoli delle labbra.
"Ti accompag-"
"No,non fa niente. Ci vado sola e...non seguirmi."
Gli punto il dito contro e vado per la mia strada,diretta alla scuola di mia sorella.
Sentendo alcuni passi dietro di me alzo il passo camminando più velocemente.
Mi giro più volte ma non vedo nessuno e quando sento una risata corro spaventata.
Sentendomi presa dai fianchi e non potendo respirare scalcio a vuoto sperando di colpire il mio "aggressore."
Sento le palpebre pesanti così cado tra le braccia di una persona che non riesco a vedere.
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"Cazzo ma voi non capite! L'hanno addormentata,l'avevo lasciata perchè doveva andare a prendere la sorella e la scuola è meno di un chilomentro!"
"Siamo nei guai."
Le parole mi rimbombano ad altissimo volume in testa e sono costretta a contorcermi a causa del dolore incessante.
Il campanello suona.
"Salve,ho portato Abygail a casa,non è venuto nessuno a prenderla."
Continuo a sentire.
"Si,grazie. Ciao."
"Sta per svegliarsi."
Sento dire da una presenza al mio fianco ma non riesco a riconoscere la voce.
Apro gli occhi e all'inizio vedo le mie amiche che mi guardano ma la vista è appannata.
"Che..che è successo?"
Chiedo cercando di alzarmi sostenendo il mio peso con il braccio,mi massaggio la testa cercando di ricordare cosa sia accaduto quando ero andata a prendere Abby.
"Stavo andando a prendere mia sorella."
Parlo guardando Jenna che mi porta un bicchiere d'acqua.
"Abby."
Apro le braccia ignorando l'incessante mal di testa...
"Dov'è mamma?"
Mi guarda sorridente.
"Mamma è partita.."
Mento spudoratamente alla mia piccola ometta.
"E quando torna?"
Continua.
Non sapendo più cosa dire cambio argomento.
"Stasera andremo dalla nonna..okay?
Così andiamo a trovare i nonni e la zia okay?"
Le chiedo spettinandole di poco i capelli.
"Vabene,vado in camera.."
Dice togliendosi il grembiule e buttandolo sul divano con lo zainetto.
La guardo salire le scale e fino a quando non vedo più la sua chioma castana non spiaccico parola.
"Stasera andremo alla festa."
Dico sospirando e prendendomi la testa fra le mani.
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"Abby sei pronta?"
Le chiedo bussando e poi entrando nella cameretta.
"Abby?"
La richiamo.
"Si,eccomi."
"Andiamo."
La prendendo per mano e scendo le scale con lei.
L'abito che ho indossato è semplicissimo,arriva fino alla coscia ed è nero,non posso farmi notare oggi,le calze fino al ginocchio nere e il mio giubotto di pelle.
Julie dovrebbe arrivare a momenti con i ragazzi anche se sinceramente non capisco cosa stiamo facendo con loro,non so da che parte stanno,non so chi sono e non voglio fidarmi.
Mentre complotterò con loro farò anche la loro spia.
Guardando la luce abballiante che entra dalla finestra intuisco che le mie amiche sono arrivate e possiamo accompagnare mia sorella dalla nonna.
Esco di casa tenendo per mano la mia piccola
"Ciao ragazze."
Sorrido forzatamente aprendo lo sportello dell'auto ed entrandoci.
"Ciaoo."
Si girano tutte e due verso di noi e ci sorridono.
"Pronta ad andare dalla nonna!"
Mi batto le mani sulla coscia cercando di far provare entusiasmo a mia sorella Abby.
Annuisce velocemente facendo svolazzare di poco la sua lunga chioma castana.
Sfrecciamo per le strade trafficate in direzione a casa della nonna Catlyn.
Una volta arrivate scendo dall'auto e cammino velocemente lungo il vialetto,busso alla porta e non appena la nonna apre la saluto con un caloroso abbraccio e le lascio in affido Abygail.
"Tornerò più tardi a prenderla,dormiamo a casa."
Informo la nonna lasciandole uno zaino contenente il pigiama in caso di un imprevisto.
"Kylee? Percaso tua madre ti ha detto dove andava?"
Cammino all'indietro per il vialetto ma mi fermo non appena sento il nome della mamma.
"No.."
Tossisco e mento non riuscendo però a guardare negli occhi la donna identica a mia madre appoggiata allo stipide della porta con la mia sorellina in braccio.
E per la prima volta nella mia vita realizzo che io senza mia madre sono completamente persa,manca una parte di me stessa.
Una persona che a 18 anni mi ha partorita e mi ha cresciuta con tanto amore,affetto,carezze ed educazione.
Devo riuscire a trovare mia madre.
Mi impongo nella mia mente salutando con un cenno la nonna e,rientrando in macchina lancio uno breve sguardo alla mia sorellina nella speranza che mia madre riesca a vederla ancora.
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Bad girls club
AksiKylee Garcia non è mai stata una ragazza alquanto "normale" e di certo per avere diciassette anni non è mai stata e mai sarà una spensierata e socievole adolescente. Ha il suo gruppo di amici,questo si,ma nella sua vita manca qualcuno. Ma non vuole...