Chapter 9

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Dedicato a DesyPinto11
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-mercy.
Continuo a rigirarmi nel letto cercando la giusta posizione e poi mi addormento una seconda volta.
"Mhh mhhh mhhh."
Sento mugolare da dietro una porta.
Ma poi mi ricordo di ieri sera, mi ero persa nel bosco e..o mio dio.
Inizio a respirare affannosamente ormai in panico pensando al peggio,potrebbero farmi del male.
Guardo la finestra e poi prendendo le coperte,legandole all'angolo del termosifone.
Essendo che mi trovo al primo piano potrei anche farcela ma il mio ginocchio no e non posso rischiare di farmi male.
Pensando a un secondo piano decido di scendere silenziosamente,non appoggio tutto il piede sul pavimento di legno per non fare rumore.
"..I'd drive through the night
Just to be near you baby
Heart old and testified
Tell me that I'm not crazy.."
Sento cantare da una voce dolce e soave. Mi nascondo dietro alla porta di legno scuro guardando la figura.
Appoggio i piedi sul pavimento provocando un forte scricchiolio.
La chioma bionda del ragazzo si volta di scatto guardando ad occhi socchiusi nella mia direzione.
Cerco una cosa al mio fianco per difendermi ma non trovo nulla così corro nella camera al mio fianco.
Entro in quella che sembra una cucina e non appena vedo il ragazzo che cammina verso di me indietreggio sbattendo poi la schiena contro il tavolo freddo.
Metto entrambe le mani su di esso stringendolo in modo anomalo per la paura.
Sentendolo più vicino chiudo gli occhi stringendoli e respirando più forte.
"Mi stavi spiando?"
Mi soffia addosso,profuma di menta...sento la sua mano sulla mia guancia che con un tocco delicato mi fa al contempo irrigidire che rassicurare,come se non avesse cattive intenzioni.
Apro gli occhi e sentendomi subito in imbarazzo distolgo lo sguardo dai suoi occhi castani.
"Io..? Io no,n-non spiavo.."
Balbetto alzando e abbassando lo sguardo dal suo volto,dal lieve rossore delle sue guance e la pelle lattea.
Si allontana da me e finalmente ricomincio a respirare con calma.
I suoi ricci biondi mi fanno ridere,sono carini.
Poi abbasso lo sguardo lungo il suo corpo,camicia blu,jeans e anfibi. Stile molto casual.
Mi sorride facendomi arrossire e realizzo che addosso non ho nulla oltre una sua maglietta e un paio di calzini.
O Dio Santo che fine hanno fatto le mie robe?
Che imbarazzo...!
"Ti ha vestita mia sorella,non ti ho violata."
Afferma serio guardandomi dritto negli occhi.
"Cosa cantavi prima?"
Cambio argomento allontanandomi leggermente dal tavolo dietro di me.
"Vuoi sentire?"
Mi indica il divano alzando il braccio e puntandolo con il pollice dietro di se.
"Aspetta,come ti chiami?"
Soffio guardandolo negli occhi.
"Evan,Evan Whites."
Lo seguo nel soggiorno sedendomi alla poltrona difronte alla sua.
"Guarda che non ti mangio mica."
"Disse il lupo a cappuccetto rosso. "
Ridacchia prendendosi gioco di me e spuntano improvvisamente due bellissime fossette profonde.
Indica il posto al suo fianco e titubante cammino verso di lui.
"Ma..come mi hai trovata?"
Chiedo prima che prendesse la chitarra dal posto al suo fianco.
"Scusa."
"Per cosa"
Aggrotto le sopracciglia abbassandomi di poco al suo sguardo basso.
"Ti seguivo."
Sussurra imbarazzato continuando a non guardarmi dritta negli occhi.
"Bhe,io ti spiavo..."
La butto sul ridere provocandoli una risata che fa ridere anche me.
In realtà non c'è molto da ridere, mi seguiva e io come una stupida ero sola in un bosco.
Fin dove può arrivare la mia intelligenza?
Prossima regola? Mai andare in un bosco da sola.
"Non siamo poi così diversi allora.."
Ridacchia a causa dei nostri comportamenti alquanto strani.
"Scusami,davvero. È solo che non sono abituato a vedere molta gente da queste parti...."
Confessa giocherellando con le corde della chitarra e noto che ha delle dita lunghe.
"Un the?"
Mi chiede alzandosi dal divano e grattandosi nervosamente il collo.
Sparisce dalla mia vista e torna poco dopo con una tazza fumante di the.
"E quindi cosa cantavi?"
Chiedo prendendo dalle sue mani la tazza bollente e nel prenderla sfioro le sue dita,rabbrividisce.
Si blocca per un nano secondo ma poi scuote la testa e si siede impugnando dolcemente la chitarra e regalandomi un sorriso.
"Ascolta..."
Se ho sentito bene,quella era la mia canzone,quella di ieri e se lui mi ha seguita è per quello che me la sta cantando.
"You've got a hold of me
Don't even know your power
I stand a hundred feet
But I fall when I'm around you."
E come a un fulmine a ciel sereno la sua voce mi provoca la pelle d'oca.
Una voce dolce,bassa,roca e..bellissima.
E anche se non lo conosco e l'apparenza inganna questo ragazzo sembra la perfezione in persona.
Lo fisso con occhi sognanti guardandolo immerso nel suo mondo,sembra come se sia se stesso quando canta ma,come ho già detto prima,non lo conosco.
Anche a me è capitato di sentirmi completa,ad esempio quando mandavo le lettere a papà,tutte le numerose lettere dolci e tristi che gli ho scritto.
Da bambina ho avuto molti problemi a causa sua,non sto vivendo la mia adolescenza come la vivrebbe una normale teenager e io sono di gran lunga diversa da una normalissima adolescente.
Loro sognano di realizzare i loro sogni,di entrare a un college prestigioso,di viaggiare e di andare il sabato sera alle feste per scopare e ubriacarsi.
Tutto il contrario di me,sono vegine,sono stata tradita,sono sola e sono stata abbandonata da mio padre e la mia più grande paura è quella che mia sorella potrebbe cresciere come sono cresciuta durante gli anni io.
Cazzo,mia sorella.
Scatto in piedi e blocco Evan che intanto sembrava non essere sul pianeta terra.
"Evan io devo andare.. è stato un piacere,ti ringrazio per avermi accolta ma ora devo andare."
Spiego.
Lascio la tazza ancora piena sul tavolino ai miei piedi e corro al piano di sopra.
Cerco i miei vestiti,il mio telefono e le scarpe ma trovo solo queste ultime.
"Oh cavolo."
Piagnucolo pensando alla mamma e mia sorella.
Ho perso una grande occasione,non ho trovato mia madre e ho lasciato mia sorella a casa della nonna.
Dio,ma che sorella di merda sono?
Non ho chiamato la nonna per chiedere come stesse,se ha dormito e per giunta non so ne che ore sono e non ho nè i vestiti nè il cellulare.
"Evan dove sono le mie robe?"
Spalanco la porta e urlo al ragazzo al piano di sotto.
Sento i suoi passi pesanti avvicinarsi e lo lascio entrare nella camera mettendomi da parte.
Batto nervosamente il piede a terra aspettando che mi dia i miei vestiti.
"Senti,prendi questi. I tuoi sono a lavare.
E ti devo accompagnare io,la tua macchina sembra essere sparita..sono tornato stamattina a controllare."
Mi informa porgandomi una felpa larga e un leggins.
"E lì ci sono le tue scarpe."
Indica sotto il letto uscendo dalla stanza.
Velocemente mi vesto senza nemmeno lavarmi i denti e aggiustarmi la faccia.
"Possiamo andare."
Scendo di corsa le scale andando vicino alla porta,lo aspetto impaziente a braccia incrociate mentre lui come a volermela fare apposta cammina lentamente fischiettando.
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"Grazie tante per avermi accompagnata."
Mi giro verso la sua direzione ringraziandolo,annuisce con il capo e apre la bocca per dire qualcosa.
"Ci possiamo sentire?"
"Si,ecco il mio numero."
Parlo velocemente prendendo il telefono dalle sue mani e memorizzando il mio numero.
"Ci vediamo."
Scendo dalla macchina impaziente di incontrare la mia peste.
"Kyleeee!"
Il minuto corpicino di mia sorella appare da dietro alla porta con mia nonna,si butta addosso a me e mi abbraccia.
"Mamma è qui,Ky.
Mamma è tornata dal viaggio!"
Urla ingenua la piccola che mi abbraccia. Se solo sapesse.
-nella foto Evan.

-nella foto Evan

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