1 la mia nuova vita

507 13 3
                                    

La mia prima storia, l'ho iniziata e lasciata un milione di volte ma alla fine sono riuscita a finirla!
Sapete Giulietta ed Eric mi sono apparsi in sogno prima di scrivere queste righe e un sogno va sempre ascoltato. Alcune volte era come che anch'io fossi  telespettatore degli eventi, le mie dita si muovevano senza che io me ne accorgersi! Vi lascio buona lettura...ps questa è  la colonna sonora

Pov Giulietta

-Signorina? Signorina!

La voce della mia domestica invade la mia Testa ogni mattina

Se prima aveva un modo delicato di svegliarmi, adesso da quando mio padre si è messo in Testa che anche le donne devono imparare le maniere forti non ho più tregua.

Ordini su ordini, decide quando svegliarmi, quando e cosa mangiare, se devo leggere o studiare, inoltre ha questa strana idea che devo imparare ad usare le armi. Ah mia madre se sapesse o meglio se fosse qui si infurierebbe visto che tanto sognava e fantasticava su di me  che un giorno sarei diventata la più bella e la più aggraziata tra le mie amiche.

Eppure eccomi qui pronta ad andare a scuola con il mio umore peggiore e  scendere le scale con malavoglia  per fare colazione e compiere il mio dovere.

Arrivata al piano di sotto noto mio padre preoccupato ad ascoltare troppo attentamente le notizie alla radio, se ne sta seduto sulla sua poltrona con le mani giunte in preghiera e lo sguardo perso nel vuoto, ormai in quella dannata radio si parla solo di guerra e la situazione non è delle migliori, lo intuisco anch'io che di politica e milizia non ne capisco niente ma ascoltare  Benito Mussolini  che grida sempre  più forte e vedere  molti miei compagni partire per il fronte mi fa pensare che tra poco anche il mio piccolo paesino siculo sarà baciato dalla guerra.

Degludisco e noto mio padre che mi guarda con aria preoccupata, queste sue idee di rivoluzione su me donna gli vengono ogni volta che va al suo circolo ed ascolta le notizie che i domestici e gli altri uomini raccontano di amici e parenti, vuole che Mi sappia difendere anche se ancora non ho capito bene da chi, visto che siamo una delle famiglie più influenti del paese.

Stamani mi guarda in maniera strana e mi sembra che abbia le lacrime a gli occhi ma forse è solo una mia impressione.

-Giulietta, devi essere forte a scuola se succede qualcosa, guarda sempre dritto non dimostrarti debole e ricordati di dire a quale famiglia appartieni, buona giornata mia cara-

E si alza e lascia la stanza.

Come ogni mattina Lo guardo  con la stessa aria confusa, ripeto non ho ancora capito perché o a chi devo dire quelle cose, ormai le ho imparate a memoria come ave Maria a scuola, decido ancora una volta di non prolungare il discorso con i miei dubbi pure perché si è fatto tardi e la mia voglia di andare a salutare il mio romeo si è fatta abbastanza grande. Ah Romeo, lo amo da quando ne ho memoria e vero ho lottato per la nostra storia ma alla fine ho vinto io. Ho convinto mio padre a pagare i suoi studi ed avanzarlo nello status sociale, lui è il figlio del nostro giardiniere ed ha solo una anno più di me, lo visto su di un albero e me ne sono invaghita subito, capelli neri, sguardo sicuro e labbra carnose. Il nostro sole gli dona una carnagione fantastica e per me non c'è persona più importante.

Esco di casa e con un  passo veloce mi avvio,ormai manca poco a l'estate e sono gli ultimi giorni di scuola, la mia casta gonna e la mia camicia incominciano a prudere sulla pelle, alcune volte il caldo della mia amata terra sembra far scottare pure le pietre che pesto con i miei piedi.

Arrivata davanti la porto lo vedo è appoggiato al cancello del mio liceo ed aspetta me.

Pregusto il momentro che si ripete ormai ogni mattina, adesso mi farà un bellissimo complimento, mi porterà un buonissimo frutto dalla sua serra per la mia merenda, e mi bacera la mano in segno di rispetto, ormai lo conosco bene e non vedo l'ora che finisca la scuola quando finalmente potremmo concederci qualche coccola in più sotto l'albero di arancie di casa mia.

A questo pensiero divento rossa, forse così riuscirò a dare Po di colore nelle mie guance, perché anche se sono sicula di nascita i miei lineamenti dicono altro infatti mentre tutte le mie amiche hanno una bellissima carnagione mediterranea io sono secca senza forme, biondissima e con due occhioni azzurri.

Qualche passo e arrivo davanti al mio romeo lo guardo con dolcezza e sposto gli occhi sulle sue mani noto subito che non tiene in mano nessun frutto, alzo la testa e anche nel suo sguardo stamattina qualcosa è cambiato.

-Giulietta -dice subito- devo partire al fronte come ufficiale.

Me lo dice così senza giri di parole come se mi raccontasse una delle sue poesie d'amore, immediatamente i miei occhi incominciano a riempirsi di lacrime.

lui alza la mano e me le asciuga una per una -conosco i nostri progetti e li realizzeremo te lo prometto, però tu devi promettermi che mi aspetterai, che non ti dimenticherai di me, saranno giorni duri ma io porterò dentro di me il tuo bellissimo sguardo, la tua dolce risata, nelle notti insonne ricorderò le tue corse nei parchi e il rumore della tua bicicletta, ricorderò il suono della tua voce quando mi chiami da lontano e sarà quella chiamata che porterò nel cuore e che mi rifarà tornare da te-

Se si puo amare una persona ed nello steso tempo odiare per quello che mi stava facendo io lo stavo provando,non ho avuto nemmeno il tempo di replicare lui si é girato di  spalle ed è  scappato via.

Sono sicura che anche lui stava piangendo ed avrei voluto avere la forza di gridare il suo nome ancora una volta ma lo tenuto dentro il mio cuore quel urlo insieme alla sue calde parole.

Tornai a casa come un cadavere e per non smentire  la mia giornata ad aspettarmi a casa c'era mio padre ancora più frastornato di stamattina, gli corsi incontro e lo abbracciai tra le lacrime gli raccontai di romeo e del mio dolore.

Piansi tutte le mie lascrime e solo quando termina mi accorsi che mio padre era rimasto fermo nella sua posizione iniziale, era come se stavo abbracciando una statua e per la seconda volta in quella giornata mi buttarono la verità in faccia senza tanti giri di parole

-Giulietta siamo ebrei- e credetemi quando vi dico che nel 1942 essere ebrei era una brutta cosa.

La terra per la seconda volta nella mia giornata sotto i miei piedi  tremo'.

Non potevo immaginare che da li a poco gli insegnamenti e le parole di ogni mattina di mio padre mi sarebbero servite e che quando i miei occhi in futuro avrebbero incontrato quelli di romeo non avrebbero ricordavano più le lunghe promesse che si erano fatti.

Se tutto girasse attorno all'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora