18- la paura di un nuovo incontro

91 7 1
                                    

Natale. Ricordo che da bambina al mio risveglio correvo giù per le scale per scoprire quali doni babbo Natale mi aveva portato. Scoprivo una bambola, un trenino,un orsacchiotto. Quando mia madre se ne era andata mio padre non festeggiava il Natale, ma il regalo in questo giorno me lo ha sempre dato. Con il passare del tempo avevo finito di smettere di provare emozioni per i doni, allora chiedevo quello che voleva la domestica e gle lo regalavo poi toccò a Romeo, ma mai nessuno pensò più  a me, infondo non gli davo colpa perché nemmeno io pensavo più a me. Ma almeno una volta mi sarebbe piaciuto ricevere quell'attenzione di quand'ero piccola.
Entrai nella mia vasca, avevo bisogno di togliermi di dosso questa malinconia, non mi avrebbe aiutato ad affrontare la giornata. Quando scesi trovai Eric che entrava in casa.
-buongiorno
-a te. Si avvicino è mi bacio - mi dispiace per stanotte ho fatto tardi, ma per mia discolpa ti dico che mi sei mancata terribilmente.
-anche tu ogni santo minuto,soprattutto quando Romeo e passato.
Si scuri all'istante - è  entrato?
- nemmeno una volta
-bene.
Mi bacio sulla testa - ai già fatto colazione?
- non ancora
Annui -andiamo allora.
Per la prima volta camminammo per mano,e mi senti come volare.
Facemmo colazione , e parlammo della serata, io avrei tollerato camilla, lui avrebbe fatto finta di sopportare Romeo.
Arrivo il pomeriggio ed ero sola ormai da molto,andai in camera ed inizia a prepararmi, la servitu era stata tutto il giorno a ricevere altri soldati o altri domestici che consegnavano regali ed ormai non c'era più posto sotto l'albero. Mi finì di truccare, alzai i capelli in uno chignon, ed applicai una spilla di mia madre tra di essi, ed indossai il mio vestito. Era un abito lungo color rosso, aveva un taglio al cuore sul seno,un braccio ero completamente coperto dal velluto, l'altro dove c'era il mio marchio era libero con esso in bella vista, e come quando avevo conosciuto Eric, allaccia il mio piccolo orologio. Ero pronta, ma non avevo ancora la forza. Bussarono alla porta e mi apparse Franz, indossava la divisa delle grandi occasioni, - sapevo che avessi bisogno di una mano.
-diciamo che ci vorrebbe più una specie di forza sopranaturale per farmi alzarmi da questa toletta.
Sorrise - sono tutti arrivati. Annui
-scegli Giulietta vuoi entrare da sola o posso avere l'onore?. Mentre lo fece si porge il braccio.
- ti ha mandato Eric vero?
-diciamo che il pensiero di vederti sotto braccio con Romeo non gli andava proprio giù.
Sorrisi. Lui si avvicino.
-l'hai  lasciato scoperto. con le punta delle dita  sfiorò il mio marchio
-dovevo, devono vedere quello che mi hanno fatto
-sai che a loro non importa niente vero?
- lo so ma so anche che qualche moglie non sa niente di cosa capiti a noi poveri ebrei.
-perché continuo a parlare con te? Dimentico sempre che sai più cose tu di questa guerra che alcuni di noi.
-purtroppo è vero.
Mi accarezzo la testa. -vieni Giulietta prima di scendere voglio mostrarti una cosa.
Mi alzai e lo segui, si sedette sul letto e lo copiai, da dentro la giacca uscì una foto e me la diete in mano

Mi alzai e lo segui, si sedette sul letto e lo copiai, da dentro la giacca uscì una foto e me la diete in mano

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La osservai ma non capì.
- questa foto ce l'hanno scattata prima della cerimonia per la consegna dei gradi,  in mezzo a quei soldati ci siamo anche io ed Eric. Vedi gli sguardi? - non riuscivo a parlare.
Sono tutti miei colleghi, con alcuni giocavo in cortile da piccolo, quello che osservammo quel giorno era quello che vi fanno. Ogni azione crudele che siete costretti a subire, come vedi siamo tutti insieme, eppure c'è  chi guarda con fierezza, chi con curiosità e chi la parte più importante guarda com paura e con vergogna, così tanta da coprirsi la faccia.
Abbassai lo sguardo e studia ogni sguardo, ma loro cosa avevano fatto?
- ti stai chiedendo se noi guardammo?si Giulietta, noi guardammo e pensammo che era uno scherzo, non si potevano trattare gli uomini in quel modo. Ti stai chiedendo perché la tengo con me? Be per lo stesso motivo per cui aiutiamo la gente qui, perché senza quella piccola speranza che stai facendo qualcosa di buono,il senso di colpa e l'odio ti avrebbero consumato l'anima. Ed io non voglio morire con questo peso.
Mi alzai e lo abbracciai. Capì quello che stava cercando di dirmi, lui mi stava facendo capire che quelli li sotto anche se mi avevano fatto male e mi avevano umiliata erano delle piccole persone, delle persone che un potere più grande, che fosse Dio o il senso di colpa li avrebbe annientanti.
Presi il suo braccio - andiamo.

Se tutto girasse attorno all'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora