5-Perla nera

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-Eric
Attimi, la vita è fatta di attimi.

Un attimo prima ridevo con Camilla, un attimo dopo indossavo la divisa.

Un attimo prima giocavo con mio padre, un attimo dopo non rideva più.

Un attimo prima tamburellavo con la penna, un attimo dopo lei.

Era già da una buona mezz'ora che leggevo, e rileggevo queste carte. Al diavolo conoscevamo tutti cosa avevano fatto a quella ragazza, per scherzo e per gioco.
Non avrebbero dovuta nemmeno guardarla, ordine della madre, eppure questo era servito per prepararle la grande festa.

In Germania arrivò tutta la storia, bella, forte, austera come una tedesca ma sporca dentro come un ebreo.

Nessun uomo avrebbe dovuto toccarla invece lei era stata toccata un milione di volte.

Eppure non si è fermata, eccola qui davanti a me.

La gonna perfettamente Attilata alle cosce, i capelli perfettamente pettinati e acconciati, si era perfino truccata.

Ma la cosa che dimostrava quando fosse forte, era la camicia.

Si una camicia bianca senza maniche, così da mettere in mostra il suo marchio,dove proprio sotto ad esso il polso veniva stretto da un minuscolo orologio.

Lo aveva attaccato proprio a quel porso, così si sarebbe attirata all'attenzione su quel braccio, e tutti avrebbero capito.

Avevo fatto finta di leggere  le menzogne scritte sul suo conto, dai miei commilitoni, invece ero solo curioso.

Volevo sapere qualcosa di più di questa leggenda.

Era una studentessa modello, amava leggere, legata ai valori e alla famiglia, ed era fidanzata con un altro soldato,italiano cazzo appena saprà la verità.

Quando i miei occhi la guardarono, capi perché avesse suscitato tanto interesse, era una dea, bella e senza timore,nessuno ti puniva se maltrattavi una ebrea, ma lei era una mezzo sangue, ed io ero stato mandato qui, in un quel modo, per salvare il salvabile, sua madre si sbatteva un pezzo grosso,mio zio, e la figlia era da rimandare a giudizio.

Restammo a guardarci, per un po' e finalmente quel fastidioso ticchettio si era fermato.

Nessuna parola, nessun respiro, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato.

Dovevo parlare, dovevo dimostrarmi quello per cui ero stato addestrato, ma lei fu più veloce.

- Guten offiziellen tag in meinem haus willkommen!

In tedesco, conosceva anche il tedesco.  Cazzo

-grazie signorina, e un onore essere qui..

Risposi a mo di scherno ed in Italiano.

Inchino il capo e a sottiglio lo sguardo.

-bene conoscete l'italiano. Sono contenta, sarà più facile comunicare.
Vede non vorrei farle fretta, o mancarle di rispetto, ma gradirei sapere il verdetto finale..

E incomincio a camminare di nuovo con quel ticchettio per tutta la stanza

-Perché sa -continuò- vorrei sapere se posso seguire mio padre, se devo restare prigioniera, oppure se mi fucilerete.

Vi giuro dovrei essere io la specie che comanda, la specie che mette timore. Ma quella donna in quel preciso attimo per come mi guardò,o meglio  per come mi squadro, mi fece sentire l'inverso.

Drizzai la schiena,mi sali  il nervosismo, chiusi le mani a pugno e rilascia un lungo sospiro dal naso nessun capello le dovrà essere più toccato, le parole di mio zio mi rimbombavano ancora nella testa, ma io in quel preciso momento avrei voluto farla tacere, con un corpo secco, per sempre!

-signorina, vedo che la fama che vi precede era del tutto vera . Nessun timore, nessuna soddisfazione..

Avanzati verso lei, e lei non si mosse..

-comunque, lei può rimanere, o meglio lei deve rimanere in questi alloggi, sotto la mia vigilanza, fino a nuovo ordine..

Le fui di fronte, i nostri petti si potevano toccare, se solo avrebbero voluto, ma lei non si mosse.

-come d'accordo suo padre avrà un lascia passare per 48 ore, potrà nascondersi, sfuggire o andare dove gli pare, ma al termine di ciò diventerà un mio nemico.

Giulietta

Avrei davvero perso mio padre, 48 di fuga per andare dove. Ed io?! Diventavo priggionera di nuovo.
Diventano prigioniera nella mia stessa casa.

Avrei preferito che anch'io sarei scappata con mio padre, ci saremmo nascosti e avremmo aspettato la fine della guerra.

Invece no il mio destino era ancora in mano ai tedeschi.

Il mio destino veniva ancora messo in discussione.

Mi girai verso mio padre, lo guardai dritto negli occhi, ma anche se dentro piangevo, non riuscivo più a piangere,mi ero convinta che le lacrime erano finite nel mio corpo. Ne avevo versate troppe, e adesso non riuscivo più farlo.

Mi riavvicina veloce verso di lui, lo abbraccia con tutte le mie forze, e gli sussurai all'orecchio
-scappa-

Mi guardo -non ce la faccio, non voglio lasciarti, non di nuovo, no dopo tutto-

Sorrisi di un sorriso falso -non preoccuparti, sono forte, sono tua figlia, va adesso-

Abbasso lo sguardo, prese il capello, guardo alle mie spalle, e si avviò verso il grande portone.

Ogni passo che si allontanava, l'odio verso quella donna cresceva, voleva proteggere me, forse per avere qualche redenzione divina, ma a  l'uomo che l'aveva sempre amata,rispettata e aspetta non era permesso niente.

Prima che uscì si fermo senza guardare nessuno, e lo senti pronunciare

-non gli faccia male, non gli faccia torcere un capello, e una pietra preziosa, e la mia unica ragione di vita, e la mia perla, la perla più prezziosa.

Eric

Attimi..

In un attimo in un sussurro, un uomo di niente,  Mi aveva fatto capire l'amore.

-gli ordini sono questi.

Uscì dalla stanza, e silenzio.

Lei era di spalle non guardava me continuava a guardare fuori.

Spalle rigide, testa alta, e un fisico da impazzire.

I miei ormoni stanno impazzendo.

Volevo avvicinarmi a Lei, mi non lo facevo, non so perché ma quella donna mi metteva in suggestione e la cosa mi faceva incazzaere.

In un attimo si girò e per la seconda volta i suoi grandi occhi celesti, gli zimoghi alti, i capelli perfetti, fecero fermare il tempo.

Stringevo i denti e le mascelle mi facevano male , allentavo e stringevo , facendo muovere la mia mandibola, segno che ero molto nervoso.

-signorina, posso capire il suo rammarico, ma non mi sembra che la situazione sia delle peggiori-
Incominciai a  camminare -lei continuerà a vivere a casa sua, sarà servita, leggerà e aspetterà con ansia le truppe italiane-
Mi fermai per guardarla negli occhi
- tornerà il suo Romeo, e lei potrà semplicemente continuare a vivere, deve solo rispettare alcune mie regole-
Lei mi continuò a fissarmi e tacere, a respirare sempre più pesantemente
-pranzeremo e ceneremo insieme, non potrà ospitare nessuno, in casa, e quando dico nessuno,  intendo amanti,fidanzati,amici cani e randagi, dovrò essere avvisato se vuole uscire e dovrò sapere dove è  diretta.
Può tacere o parlare quando vuole, può andare in ogni stanza che desidera, all'infuori della mia.
Non intereggiro con lei, perché non ho nessuna intenzione, ma conversero, perché sono un signore nonostante tutto-

Ormai eravamo faccia contro faccia. Potevo sentire il calore del suo corpo, vedere le sfumature dei suoi occhi, sentire il suo profumo, fresco e particolare.

Mi guardò sempre dritto negli occhi, e senza una parola girò le spalle e scomparve dalla stessa potrà che era comparsa.

Attimi, passarono attimi a contatto con lei, ma il suo odore mi era rimasto attaccato addosso, anche se non ci eravamo nemmeno sfiorati.

Se tutto girasse attorno all'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora