Il giorno seguente ricominciò una nuova giornata lavorativa.
Keiko prese il solito autobus.
Ijimoto il solito taxi.
Arrivato al suo ufficio, si mise al computer a svolgere il suo solito lavoro.
Chiese a Ingrid di chiamarle Hanamei.
Per qualche ragione, sentiva il bisogno di vederla.
E non era di certo per questioni lavorative.
Poi le aveva chiesto di cenare insieme?
Poteva dirle che ci aveva ripensato, ma rimangiarsi la parola, sarebbe stato alquanto sospetto, avrebbe lasciato intuire che non si trattasse di una vera cena di lavoro.
Non riprendere il discorso, lasciare che la cena cadesse nel dimenticatoio, come una semplice battuta detta giusto per dire, sarebbe stata forse la cosa migliore, ma le sembrava anche pessimo e scorretto, infantile da parte di un uomo della sua età.
"Oh, devo solo cenarci nulla di più...perché mi devo lasciare prendere dal panico da un'insignificante cena!"Pensò irritato.
Quando Hanamei entrò nel suo ufficio e prese posto davanti la sua scrivania, lui sollevò gli occhi verso di lei e rimase per lungo tempo in silenzio, aspettando che Ingrid uscisse, chiudendo la porta dietro di sé.
"Salve..." rispose lei sorridendo, rompendo quel fastidioso silenzio, che le metteva una certa agitazione addosso.
"Salve..." rispose lui in tono apatico.
"Ho fatto qualcosa che non va...il mio lavoro non va bene?" domandò lei in apprensione.
"No, non è questo!" esclamò lui, sudando quasi dall'agitazione, passandidi una mano fra i capelli.
Più la guardava e più si sentiva sprofondare nell'incertezza e nella paura, e il cuore sembrava volergli uscire dal petto.
"Perché deve avere quel bel sorriso stampato in faccia, maledizione!" pensò tra sè.
Nonostante cercasse di mantenersi razionale, si sentiva sempre più preda di una certa attrazione irrazionale e incomprensibile nei suoi confronti e non riusciva più a gestire la faccenda nel migliore dei modi, iniziava a sentirsi dipendente e succube di lei e del suo sorriso.
"Per caso, qualcosa la preoccupa?" domandò lei.
"Io...ecco..." iniziò a farfugliare con incertezza.
Keiko lo guardò stranita, di solito dava l'aria di un uomo molto sicuro di sé, mentre adesso aveva l'aria di un uomo molto insicuro e imbranato.
"Riguardo...al mio invito di ieri ecco...le va di fare stasera?" domandò lui, si decise, tanto valeva togliersi subito il pensiero.
"D'accordo, però magari non subito dopo il lavoro..." propose lei.
"Sì, certo...suppongo che necessiti di una doccia rilassante dopo il lavoro".
"Allora facciamo alle nove di sera?"
"D'accordo"
Si misero d'accordo sul posto in cui andare a mangiare.
Ero uno dei ristoranti cinesi in cui andava di solito Keiko a mangiare con Jun, aveva lasciato che fosse lei a scegliere.
Per tutto il giorno, non fece altro che pensare a quella cena, a come si sarebbe dovuto comportare, e non era riuscito per nulla a concentrarsi sul lavoro.
Dopo quella giornata lavorativa, si recarono entrambi alla fermata.
Si salutarono lui era nervoso, lei anche.
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La primavera di Kai #wattys2020
RomantikIl titolo"Primavera di Kai" è simbolico,la primavera racchiude il significato di rinascita e rivalsa, ed è giocato sul nome della protagonista di nome "Keiko" scritto in caratteri Kanji, che vuol dire appunto "figlia della primavera". Le foglie e i...