7 Un cuore palpitante (revisionato)

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Si sedette al suo tavolo, davanti a lui, senza neanche chiedergli se poteva.

Kai la guardava interrogativo.

Non sapeva come reagire, si prendeva certe confidenze e iniziative, che lo lasciavano senza parole.

"Bè...non mi trovavo bene all'altro tavolo e siccome lei è da solo...ho pensato che..." esclamò lei, rispondendo al suo sguardo interrogativo.

Kai si guardò attorno: i colleghi parlottavano e ridacchiavano guardando nella loro direzione.

"Signorina, ci vuole un certo distacco professionale,capisce?"

"No, non capisco..."

"Gli altri dipendenti potrebbero pensare che ci sia qualcosa fra noi, e che io faccia dei favoritismi nei suoi confronti...".

"Lei si preoccupa sempre di quello che pensano gli altri di lei?"

"Bè, ci stanno guardando tutti!"

"E allora?" domandò incurante.

"Si alzi!" Sostenne con fermezza.

"Ha insistito lei per farmi rimanere a lavorare con lei, quindi adesso ne paga le conseguenze! Quando mi piace una persona, sono molto appiccicosa e insistente!".

"In che senso?"

"Bè per esempio, una volta mi ero follemente innamorata di un ragazzo a scuola, era di un'altra classe, gli scrissi una lettera d'amore, ma lui mi rifiutò...bè diciamo che ecco non l'ho presa molto bene, non accettavo che lui mi avesse rifiutato, così...lo pedinavo...lo chiamavo...diciamo che ero diventata molto insistente, mi sono beccata una denuncia per stalking!"

"Lo sa che non ci fa una bella figura raccontandomi queste cose?"

"Lo so, secondo lei, perché volevo licenziarmi, non voglio beccarmi un'altra denuncia per stalking!".

"Bè se non vuole beccarsela, si alzi da questo maledetto tavolo!"

"Ma no, non vedo per quale motivo non possiamo mangiare nello stesso tavolo...sarebbe triste se io mi mettessi in un altro tavolo sola soletta, quando potrei benissimo mangiare qui accanto a lei...".

"Me lo poteva dire prima, che si era beccata una denuncia per stalking no?"

"Ma io non volevo fargli del male, volevo solo che si innamorasse di me...".

"Bè da quell'esperienza dovrebbe aver capito, che questo suo attaccamento morboso, non aiuta...non fa per niente innamorare, anzi al contrario!"

"No, lui era un perfetto idiota, alla fine si è messo con una specie di Kogal finta, che si faceva le lampade per avere sempre la pelle abbronzata".

"Lei è così stramba!" esclamò lui per offenderla.

"Me lo dicono tutti!" affermò lei sorridendo.

"Guardi che io non ne farei un vanto!"

"Bè è sempre meglio di apparire noiosi!"

"Eppure, quando l'ho assunta non mi sembrava così strana...".

"Le persone sembrano tutte normali in lontananza, quando non si conoscono...poi non appena si approfondisce la conoscenza, vengono fuori tutte le loro manie e i loro disturbi...".

"A me sembra la frase di una persona pazza, che lo dice solo per non sentirsi in difetto rispetto alle persone normali...".

"Cos'è la normalità?" domandò lei.

"Lei è una ragazzina snervante!"

"Non sono una ragazzina, ho ventitré anni!"

"Bè, appunto... a ventitré anni si è ancora dei ragazzini...".

La primavera di Kai #wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora