23 Epilogo (revisionato)

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I minuti che seguirono in ospedale, furono gli istanti più lunghi e terribili, che Keiko potesse mai vivere.

Continuava a ripetere dentro la sua mente:

"Ti prego, ti prego, Svegliati!

Svegliati!Non puoi farmi questo!"

Kai non sei un codardo, tu non scappi dalla vita eh?"

La vita di Kai era appesa ad un filo, Keiko attese in quel lungo e pallido corridoio,la vista le si appanò per l' enorme quantitativo di lacrime versate.

Percepiva appena i suoni e i rumori, e l'andirivieni dei pazienti e del personale dell'ospedale, anche la voce di Ingrid gli parve così lontana.

La sua percezione della realtà era distorta e distaccata, non riusciva a visualizzare nulla, se non quell'immagine indelebile e sconcertante di Kai incosciente e con le vene sanguinanti.

Era in attesa, di quella tanto sperata notizia, che stesse bene e si fosse rimesso.

Ma tardava ad arrivare, e lei rimaneva lì ad aspettare insieme ad Ingrid.

In quel frangente arrivarono Irie e Ijiro, entrambi agitati.

Keiko fece appena un cenno di saluto.

Non aprì bocca, ritornava a smarrirsi e a perdersi in quel agghiacciante ricordo.

Ingrid fu l' unica ad aprire bocca, era più padrona di sé stessa e delle sue emozioni, e aveva compreso che doveva esserci qualcuno in grado di dare appoggio e sostegno, altrimenti sarebbe stata una vera catastrofe.

Dopo quella lunga estenuante tortura,apparve il medico, con il suo camice bianco, si mimetizzava perfettamente con i muri opachi dell'ospedale.

La sua figura era appena scorgibile da lei, aveva la vista e la mente offuscata.

La voce del medico,era appena udibile, in quel suo moto di emozioni
inquiete e disperate.

Stava tremando, aveva paura di quello che avrebbe detto: se fosse stato un laconico :"non c'è stato niente da fare".

Aveva visto le sue labbra muoversi, ma non udì le sue parole.

Quando il medico, se ne andò, fu Ingrid a ripeterle,tranquillizzandola,
dato il suo evidente stato catatonico.

"Sta bene!" esclamò Ingrid.

"Davvero?" domandò lei, riprendendo colore in viso,e un tono di voce, più
vitale.

A quella notizia, riprese pieno contatto con la realtà, come ridestata da un sonno profondo.

Intravide anche i significativi sorrisi aperti di Ijiro e Irie.

Kai quando si svegliò se la ritrovò, letteralmente addosso.

Lo baciava febbricitante, lo stringeva forte a lei, gli baciava i polsi fasciati.

Aveva pianto a dirotto dalla commozione, di vederlo sano e salvo.

Kai avrebbe voluto trovare la forza di rifiutarla, ma non ci riuscì.

Vederla piangere per lui, sentire il contatto delle sue labbra sulla sua pelle, non poteva fare a meno di pensare di essere così fortunato, aveva trovato una ragazza così innamorata di lui.

Le sue lacrime lo facevano sentire in colpa e stupido, non avrebbe dovuto pensare che non ci fosse niente per cui valesse la pena vivere, solo perché su una sedia a rotelle, perché nonostante tutto lei era lì, lo amava e desiderava alla stregua di un uomo "normale".

La primavera di Kai #wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora