15 Al parco (revisionato)

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Keiko si svegliò nella sua stanza, della sua piccola e "modesta" casa in affitto.

Modesta poteva sembrare un eufemismo, sul soffitto, sotto i loro futon, c'era il legno che stava cadendo a pezzi, se ci fosse stato un terremoto molto forte,come spesso accadeva
in quelle zone ad alto rischio sismico,lei e Jun ci sarebbero rimaste secche o di sicuro si sarebbero rotte qualcosa, tipo la testa.

La loro casa era in stile tradizionale, rivestita interamente di legno, con le porte bianche scorrevoli,ma la porta della loro stanza era semirotta, e si chiudeva solo per metà, poi c'era un odore persistente e fastidioso di insetticida per prevenire le termiti, non volevano che si mangiassero la loro intera casa,e così lei e Jun tempestavano la casa di insetticida, ma iniziavano a supporre che fosse più probabile che quel prodotto, avrebbe primo o poi ucciso anche loro oltre le termiti.

Per il resto, la loro stanza si componeva di: Futon, che dopo aver finito di dormire arrotolavano,
anche perché la stanza era di modeste dimensioni, quindi era più agevole per ragioni di spazio avere un letto che si ripiegasse dopo aver finito di dormire.

E poi si componeva di due semplici armadietti, per i vestiti, di lei e Jun, uno scaffale su cui poggiare tutti i loro effetti personali , tra le quali i libri, quello scaffale che avevano "purtroppo" in condivisione,Keiko detestava le letture di Jun, e spesso si travalicava la linea di confine, prestabilita da lei, tra lo spazio che doveva esserci tra uno dei suoi libri, e quelli di Jun, che erano quasi sempre best sellers, o harmony, o altra roba, come "I love shopping", o altri libri, che comunque Keiko non vedeva di
buon occhio.

E così avvenivano gli incontri più bizzarri e impensabili, "Cinquanta sfumature di grigio"che si incontrava con"Cime tempestose", "Don Chiscotte" con "Il diavolo vesta prada", di sicuro, lì avrebbe avuto un bel da fare, altro che mulini a vento, povero Don Chiscotte.

E poi...una scrivania e un computer era tutto qui, la loro stanza.

"Che ore sono?" domandò controvoglia, rivolgendosi all'amica, sdraiata accanto al suo futon.

"le 9..." esclamò lei.

"Cazzo...è tardissimo!" urlò Keiko agitandosi.

"E' domenica!" esclamò l'amica per calmarla.

"Ah..." esclamò, tuttavia se da una parte si era calmata, dall'altra un po' le dispiaceva,poiché avendo il giorno libero non avrebbe visto Kai.

"Sembra quasi dispiacerti..." esclamò Jun divertita,intuendo il motivo del suo dispiacere.

"Uhm...è che..." affermò senza riuscire a proseguire.

"Non gli hai più restituito la giacca!" affermò Jun allusiva.

"Già, è vero..." esclamò lei.

"Non avete fatto sesso?"

"No, magari..."

"Ma scusa, tu e lui avete solo dormito?" domandò lei scioccata.

Annui lei.

"Sei sicura che non sia anche il suo pene immobile?" affermò Jun, in tono di scherno.

"NO!"rispos spazientita.

"Oh,calma, calma! Chiedevo solo, dato che è strano no?"

"Vedi che non tutti gli uomini sono dei maniaci che pensano solo al sesso!" esclamò Keiko, in sua difesa.

"Però, hai detto magari,
questo significa che a te, questa situazione sta stretta!"

"Si, ma non posso farci molto...poi stiamo insieme da poco..."

La primavera di Kai #wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora