22 La sedia a rotelle (revisionato)

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Keiko dopo poche settimane era stata dimessa dall'ospedale,ma Kai aveva insistito per darle dei giorni di riposo,ma al ritorno dal lavoro lui gli disse di farla finita.

Non era il caso di continuare a proseguire la loro relazione.

Ci aveva riflettuto, era impossibile che funzionasse, dal matrimonio di
Irie e suo fratello, aveva imparato che amare qualcuno significa anche lasciare andare la persona amata per la sua stessa felicità.

E lui riteneva di non poter rendere felice Keiko, non avrebbe mai potuto,
quale donna sarebbe stata felice di stare con lui in quelle condizioni?

E poi non era nemmeno stato in grado di proteggerla dalle infamanti
divulgazioni della loro relazione e a causa di questo era finita in ospedale.

Non poteva fare a meno di sentirsi colpevole, e di ritenere la loro relazione tossica e malata, non avrebbe portato niente di buono a Keiko.

Lei era una bella e giovane ragazza, avrebbe potuto mettersi con uno,
come quello Skikato che le sbavava dietro, se lui l'avesse lasciata andare
si sarebbe messa con uno come quello e non avrebbe più perso tempo
prezioso con uno storpio.

"Kai, ma che stai dicendo?" domandò, esterrefatta.

"Mi hai sentito perfettamente, è finita!"le rispose con freddezza.

"E per via di quello che mi è successo? Ti senti responsabile?"domandò, in cerca di una spiegazione, non riusciva a crederci che lui volesse lasciarla.

"Hanamei, limitiamoci a un rapporto professionale ok?" Sostenne, prendendo le distanze da lei.

"Ma non ha senso, io ti amo!" esclamò, in preda alla tristezza.

"Ed io...temo di no" rispose impassibile, ma senza trovare il coraggio di guardarla dritto negli occhi.

"Sei così meschino e bugiardo!" si agitò lei, lasciandosi scivolare
le lacrime dagli occhi.

Riusciva a percepire il tono ben soppessato e calcolato della sua voce, quello non era il Kai sensibile e affettuoso che conosceva, era il suo alterego composto e indifferente.

Aveva deciso di rimettersi quella maschera addosso, e lei non capiva perché.

Dopo essersi aperto e lasciato tanto andare con lei,lui era tornato al punto di partenza, anzi peggio...si era chiuso totalmente, voleva piazzare un muro attorno ai loro sentimenti, un muro chiamato "rapporto professionale".

"Signorina Hanamei, cosa sono tutte queste scenate, la smetta!" esclamò
in tono acido e distaccato.

"D'accordo..." esclamò rassegnata.

In quei giorni, divennero così distanti e formali, avevano stabilito un reale rapporto capo-dipendente,tuttavia per Kai reggere quel gioco si stava rivelando più difficile di quanto credesse, si sentiva spento,
la vita era diventata buia e incolore senza Keiko.

Qualsiasi tentativo di distrarsi era inutile, poi vederla a lavoro e avercela
sempre sotto gli occhi non era semplice.

Persino il suo handicap, in quel periodo, sembrava essere diventato
più pesante da gestire a livello mentale.

Si immaginava la sua vita, fra 20 anni, solo,triste e disperato, mentre
Keiko si sarebbe sposata con un bel uomo e avrebbe avuto sicuramente dei figli.

Un crollo emotivo così forte non lo aveva previsto, erano stati insieme da poco, eppure...già, eppure lei...era riuscita così ad entrargli così in profondità nel cuore,come nessun'altra.

Quando tornò a casa dal lavoro,non riuscì a fare a meno di piangere.

Si sentiva scivolare in un baratro di tristezza, senza via d'uscita.

La primavera di Kai #wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora