~Capitolo 4

1.1K 57 2
                                    

<<Grazie mille ragazze per il giro,ma ora devo andare>> disse Tyler prima di salutarci.
<<Come devi andare, non abbiamo ancora finito!>> dissi guardandolo.
<<Perdonami Bambi ma ho un impegno urgente, lo finiamo domani, promesso>> disse sorridendomi per poi baciarmi la guancia e fare lo stesso con Phoebe che aggiunse <<Okay a domani>>. Detto ciò suonò l'ultima campanella della mattinata. Così andai in classe a recuperare il mio zaino e, insieme alla rossa, uscii dalla scuola.
Attraversammo il cortile pieno di gruppi di persone, ognuno diverso dall'altro. C'era il gruppo dei popolari e quello degli sfigati, quello delle oche e quello delle ribelli, quello dei musicisti e quello dei letterati. Ogni persona era diversa dall'altra.
L' unica cosa che avevano in comune era il fumo. 
Quando attraversavi il cortile di quella maledetta scuola non potevi che essere travolto da una puzza di fumo. Difatti da ogni parte dove ti girassi c'erano persone con sigarette in bocca oppure cicche per terra... Bleahh. Odio il fumo. Non so come le persone facciano a fumare. Ma so di certo che io non proverò mai.
Arrivammo al cancello dell'Istituto e lì io e Phoebe ci salutammo.
Quando arrivai a casa mangiai velocemente per poi salire in camera e prendere il borsone che nascondevo sotto al letto per poi urlare un <<Mamma esco torno tra due orette più o meno>> prima di chiudere la porta dietro di me.
Camminai e camminai.
Mi recai fuori da Dover, in aperta campagna. Là, in mezzo ai campi c'era una casa abbandonata accanto ad un salice piangente, circondata da un giardino piena di piante che un tempo dovevano essere state bellissime: il mio rifugio.
Amavo quel posto. L'avevo scoperto quando ero più piccola con mio fratello Alex. Mi ricordo che quell'estate eravamo tutti i giorni qua a lavorare per mettere in sesto quella baracca e ci riuscimmo.
Ora era splendida, a parte delle ragnatele e delle erbacce qua e là, ma sono piccoli dettagli.
In quel posto, ormai da un paio d'anni venivo per esercitarmi nel ballo.
Quando ero più piccola amavo ballare così mamma mi iscrisse ad un corso danza classica e mi piacque talmente tanto che non facevo altro che ballare in giro per casa.
Ballavo così tanto che divenni brava, più brava delle altre bambine. Il mio maestro disse a mia madre che avevo un dono particolare e le consigliò di iscrivermi ad un corso più per i miei livelli. E così fece.
La danza ormai era la mia unica passione. Amavo danzare sul palco, esprimere le emozioni che provavo al mio pubblico attraverso gesti, salti e piroette...
Purtroppo un giorno accadde.

Ebbi un bruttissimo incidente proprio quando stavo iniziando a debuttare ai piani alti. Così il mio sogno, in un momento, si sgretolò in mille e miliardi di pezzettini.
Dopo essermi ripresa dall'infortunio ebbi paura di salire su un palco e di ballare davanti alle altre persone. Qualcosa dentro mi impediva di ballare come prima. Avevo paura che potesse recapitare in un modo o in un'altro.
Così decisi di smettere di ballare definitivamente, più che altro fu mia mamma a consigliarmelo, più o meno.
Col passare del tempo ripresi un po di fiducia in me ma ormai era troppo tardi. Ma la mia passione per la musica e per la danza non mi ha mai abbandonato del tutto. E fu così che decisi di utilizzare quella casetta come sala prove.

Ciao a tutti!!
Questo è il quarto capitolo, spero vivamente che vi piaccia.
Mi scuso perché è un po' più lungo degli altri, spero non vi dispiaccia.
Mi raccomando, lasciate tante stelline e tanti commenti se volete farmi notare qualcosa che secondo voi va migliorata.
Bacii*-*

Colpa di una piroetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora