~Capitolo 38

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Avevo passato i due giorni seguenti a fissare quel maledetto foglio sul mio comodino.
Non ero scesa nemmeno in mensa per mangiare, a parte che all'ora di cena.
Desideravo con tutto il mio cuore ricevere un messaggio da parte di mio fratello che dicesse "Sto arrivando" oppure "Sto partendo". Qualcosa che mi facesse capire che non stavo aspettando inutilmente. Che sarebbe veramente venuto qua.
<<Bambi>> mi chiamò una voce. Di scatto mi girai e vidi Kendall che si era affacciato alla porta.
<<Kendall, quanto volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare in camera? E se fossi stata nuda?>> feci mettendomi seduta sul letto.
<<Se fossi stata nuda mi sarei coperto gli occhi, lasciando ovviamente qualche buchino, sai anche gli occhi devono respirare>> disse sorridendo per poi sedersi accanto a me. <<A parte gli scherzi, ho bussato due volte, per la prima volta in vita mia>>.
<<Ah.. non ho sentito..>>
<<Per forza, stavi ancora coricata a fissare quel stupidissimo pezzo di carta>>
<<Non è un semplice pezzo di carta..>> dissi abbassando lo sguardo, trovando improvvisamente interessanti ed importanti gli orli dei pantaloncini da sistemare.
<<Ah no?>> chiese.
<<No. Kendall, tu non puoi capire. Dopo tutto quello che sto passando per uno stupido capriccio di mia madre, quel foglio è la mia salvezza! Non è un semplice pezzo di carta.>>
<<Vabbhe come vuoi..>> disse senza esserne troppo convinto.
<<Allora, vieni a mangiare?>> mi chiese dopo alcuni minuti di silenzio. Scossi la testa, non avevo fame, volevo solo restare chiusa in camera aspettando un messaggio da parte di mio fratello.
<<Bhe.. in realtà non ho molta fame>> sussurrai fissando ancora le mie gambe per poi alzare lo sguardo su di lui. I suoi occhi erano fissi su di me, mi stava fissando.
<<Capito>> disse sconsolato aggiustandosi il ciuffo biondo. Mi guardò ancora una volta per poi annullare la distanza che c'era tra i nostri due corpi stringendomi in un abbraccio.
<<Aspettami qua e non ti addormentare>> disse poco prima di alzarsi ed uscire dalla mia camera.
Ancora una volta rimasi da sola, dentro a quelle quattro mura. Immersa nel silenzio che le dominava.
Quel silenzio che si interruppe con un rumore al quanto famigliare. La suoneria del mio telefono.
Subito mi fiondai a vedere chi fosse e, con mia grande sorpresa lessi un messaggio da parte di Alex.

Da Alex:

Ehi scricciolo, adesso avrai sicuramente finito di cenare e starai insieme ai tuoi amici, quindi la faccio breve per non disturbarti: sto partendo adesso, domani mattina sarò lì da te. Buonanotte sorellina! ♥

Ad Alex:

Non vedo l'ora! Buonanotte anche a te ♥

Un passo era fatto, ora non mi restava altro che convincerlo a fargli firmare il foglio del signor Philips.
<<Bambi, aprimi!>> sentii una voce da dietro la porta che riconobbi come quella di Kendall.
Subito mi alzai ed andai ad aprirgli. Il ragazzo si fiondò dentro alla stanza e chiuse velocemente la porta dietro alle sue spalle.
<<Stava salendo una delle responsabili, fai silenzio... ah, tieni, è l'unica cosa che sono riuscito a prendere>> disse Kendall in un sussurro passandomi un fagotto fatto con uno straccio.
Facendo attenzione a non far troppo rumore, io e Kendall ci sedemmo sul letto.
Aprii il fagotto e dentro ci trovai un pezzo di pizza margherita.
<<Grazie mille, ma non dovevi, in fondo io non ho..>> non feci nemmeno in tempo a finire la frase che uno strano rumore si scatenò dal mio pancino. Okay, come non detto.
<<Invece tu hai fame e dovresti mangiare se vuoi partire in piena salute per il tour, non puoi rischiare di finire in infermeria Bambi>> disse. In effetti non aveva tutti i torti, così presi il pezzo di pizza ed iniziai a dividerlo a metà. Dato che si era preoccupato così tanto, almeno un pezzo dovevo lasciarglielo.
<<Che fai?>> disse guardando il pezzo che gli stavo offrendo.
<<Tieni mangia. E' perché ti sei preoccupato e hai anche rischiato di farti mettere in punizione, mi sembra il minimo.>>
<<Non lo voglio. Non mangi da due giorni. Sei tu quella ce ha bisogno di energie mica io.>>
<<Non mi interessa, prendi questo pezzo>> dissi testarda.
<<Uff, allora facciamo così>> sbuffando prese il pezzo che gli stavo porgendo tra le mani se ne staccò un piccolo pezzo che poi mangiò in un boccone, il resto lo ripose sullo straccio.
<<Ecco così ti ho accontentata, ora mangia>> sorrise scompigliandomi i capelli. Arrosii leggermente per poi ricambiare con affetto il suo sorriso prima di ingozzarmi con la pizza.

Colpa di una piroetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora