~Capitolo 15

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Stavo tornando a casa da scuola.
Avevo il vento che mi scompigliava i capelli, il sole faceva capolino timidamente tra le nuvole mentre nell'aria si innalzava un odore di asfalto e di erba bagnata. Già, aveva appena finito di piovere.
Ero fradicia perché avevo dimenticato l'ombrello a casa. Arrivata davanti alla porta di casa mi misi a cercare nelle tasche e nello zaino le chiavi, non le trovavo mai. Queste sono le conseguenze dell'essere disordinata. Volevo entrare in casa per asciugarmi e non beccarmi l'influenza. Finalmente le trovai, erano sotto il quadernone ad anelli di storia.
Quando fui al caldo posai la cartella sul divano e misi ad asciugare la giacca e la sciarpa.
<<Bambi sei tu?>> urlò mia madre dall'altra parte della casa.
<<Si mamma sono io>> le risposi urlando per farmi sentire.
<<Bambi.. Vieni qua immediatamente>> disse con un tono di voce freddo. Strano. Non lo usava mai con me quel tono, nemmeno quando doveva sgridarmi.
Senza dire niente e abbastanza preoccupata raggiunse mia madre che era in camera mia.
<<Cosa c'è mamma?>> chiesi affacciandomi dalla porta e la vidi davanti a me, con le mie scarpette in mano, spostai lo sguardo sul letto: tutta la roba che c'era nel borsone era sparsa su di esso.
Merda. Non avevo nascosto il bosone. L'aveva trovato. Era la fine.
<<Cosa sono queste?>> disse guardandomi negli occhi. Abbassai lo sguardo.
<<Tu mi hai disubbidita Bambi, ti avevo vietato di indossare ancora delle scarpette da ballo, ti avevo vietato di continuare a ballare!! Da quanto va avanti questa storia??>> chiese fredda come il ghiaccio, la guardai, stava stringendo le mie ballerine tra le mani come se si stesse trattenendo dal non perdere il controllo.
<<Tre anni>> sussurrai come risposta.
<<Tre anni? Sono tre anni che tu continui a ballare dopo.. Dopo quello che ti è successo Bambi? Dopo l'incidente che hai avuto? Potevi farti di nuovo del male!! Come hai potuto? Tre anni che io sono allo scuro di tutto questo..>> iniziò ad urlare con voce spezzata, stava per piangere, aveva le lacrime agli occhi. Poi si calmò e un silenzio calò nella stanza.
<<Le vedi queste bambina mia? Bene, perché sarà l ultima volta che potrei farlo...>> disse la donna davanti a me sventolandomi davanti agli occhi le scarpette. <<..se verrò a sapere che nonostante tutto tu continuerai a ballare, ti mandanderò in collegio a Londra, lontana dai tuoi amici, chiaro? E scordati di uscire per una settimana.>> continuò uscendo dalla stanza e chiudendo la porta portandosi con se le mie uniche scarpette. La serratura scattò. Mi aveva chiusa in camera. Ero in gabbia.
Scoppiati a piangere e mi buttai sulla porta battendo i pugni su di essa. Volevo uscire.
<<Mamma fammi uscire!! Mamma!! Mamma per favore!! Non puoi farmi questo!! È la cosa più importante che ho la danza!! Ti scongiuro!! Ripensarci, non mi lasciare qua!! Aprimi mamma!!>> andai avanti così urlando cercando di convincerla ad aprirmi ma non ricevetti risposta. Appoggiai la schiena alla porta e mi lasciai scivolare fino a terra. Mi cinsi le gambe con le braccia e appoggiai la fronte alle ginocchia.
Iniziai a piangere, silenziosamente.
Nella stanza rimbombavano solo il rumore di miei singhiozzi che poco a poco cessarono.
Alzai la testa e mi asciugai le guancie e un'idea mi passò per la testa.
Presi il cellulare e una felpa pesante da usare come giacca, aprì  la finestra e uscì da essa senza fare rumore. Se mi avesse scoperta ero ancora più nei guai di quando già lo ero.
Mi allontanai da casa per evitare di farmi vedere.
Ero seduta sul marciapiede a guardare le macchine e le persone sulla strada.
Avevo bisogno di parlare così presi il telefono e digitai il numero e portai il telefono all'orecchio in attesa di una risposta.
<<Pronto? Bambi?>> disse la voce dall'altra parte dell'apparecchio.

HEIIII!!!!
Questo è il quindicesimo capitolo e spero che vi piaccia..
Ora che farà Bambi?
Continuerà a ballare oppure rinuncerà definitivamnete?
Lo scoprirete solo continuandi a leggerla.

Baci,Anna💓

Colpa di una piroetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora