Il giorno degli esami si avvicinava sempre di più e Giada era sempre più preoccupata. Lei avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità.
Mi aveva spiegato che aveva chiesto alla preside di dare gli esami quell'anno anziché quello successivo perché non voleva perdere un anno dato che in passato era stata bocciata. Le spiegò che si sarebbe impegnata a svolgere i due programmi contemporaneamente. Per questo ero quasi sempre sola; Giada passava tutto il suo tempo libero a studiare in biblioteca.
Una volta provai ad andarla ad aiutare nello studio ma il risultato non fu quello sperato. In pratica ci mettemmo a parlare del più e del meno e a ridere come due iene mentre la bibliotecaria continuava a ripeterci di fare silenzio che stavamo disturbando anche gli altri studenti. In un primo momento il richiamo funzionò e si fecero spazio momenti di serietà che però non durarono a lungo come desiderato dalla bibliotecaria. Mi feci buttare fuori addossandomi tutte le colpe, per permettere a Giada di continuare a studiare.
Si immerse così tanto nello studio che saltò pure le lezioni alternative con Alfred, questo voleva dire che ci teneva veramente a superare gli esami di maturità.
Il fatidico giorno non tardò ad arrivare e quella mattina la sveglia suonò prestissimo.
<<Giada...Che stai facendo?... Perché sta suonando quell'affare?... Sono le cinque e mezza del mattino!>> mugugnai con la voce impastata dal sonno nascondendo la testa sotto al cuscino.
<<Lo so Bambi, mi dispiace, ma oggi ci sono gli esami e voglio ripassare... scusami tantissimo>> esclamò lei alzandosi bella pimpante dal letto per poi andare in bagno. Mi tolsi il cuscino dalla faccia dato che mi stavo soffocando e la guardai. Ma come cavolo faceva a trovare tutta quell'energia alle cinque e mezza del mattino? Bha.
<<Ma cosa vuoi ripassare? Ieri ti ho interrogato e sapevi tutto>> dissi sbadigliando e mettendomi a sedere.
<<Non sapevo tutto.. forse.. comunque voglio ripassare per esserne certa>> mi rispose mentre si infilava la divisa. Dopo essersi cambiata si legò i capelli ribelli in un batuffolo sulla testa e si sedette alla scrivania che era ancora ricoperta di libri, fogli e appunti da quasi tre mesi. Non so come facesse a studiare in quel casino. La guardai ad un sorriso comparve sul mio viso. Mi stupivo di quanto fosse determinata quella ragazza, avrei voluto essere anche io così.
Passarono diversi minuti ed io continuavo a rigirarmi nel letto cercando di prendere sonno ma niente da fare, ormai ero più che sveglia. Così, senza fare troppo rumore per non disturbare Giada, indossai la mia divisa ed uscì dalla stanza.
La mia meta erano le cucine, ma dovevo arrivarci senza farmi beccare dai sorveglianti, sennò sarebbero stati guai seri. Riuscì ad arrivare davanti al portone che conduceva alla mensa senza far rumore. Allungai la mano verso le maniglie del portone per aprirlo, ma per quanta forza io usassi la porta non si sposava nemmeno di un millimetro. Era chiusa.
<<Signorina Bambi, cosa crede di fare?>> tuonò una voce alle mie spalle.
<<Dio mio Kendall.. mi hai spaventata a morte, per un attimo ho penato che fossi un professore>> dissi girandomi verso la voce che come avevo ipotizzato era quella del biondo.
<<Era proprio quello il mio intendo imbranata>> sghignazzò.
<<Smettila di chiamarmi così!!>> sbraitai senza pensare che se i sorveglianti ci avrebbero visti saremmo andati nei pasticci.
<<Shh sei matta? Ci scopriranno.. piuttosto, come pensavi di aprire la porta senza queste chiavi?>> mi sventolò davanti alla faccia un mazzo di chiavi di ferro che produssero un acuto tintinnio.
Grazie all'aiuto di Kendall riuscì ad aprire il portone della mensa ed ad entrare.
La stanza era piuttosto buia, ma si riuscivano ad intravedere le sedie appoggiate al contrario sui tavoli che qualcuno aveva messo in quel modo per riuscire a pulire meglio il pavimento. Sgattaiolammo nella cucina e con i primi raggi dell' alba cercammo la macchinetta per fare il caffè. Giada si stava impegnando duramente ed il minimo che io potessi fare era portarle la colazione in camera, perché conoscendola avrebbe esagerato, come al solito, e non si sarebbe scollata dal quella scrivania finché non fosse stata l'ora di dare il test.
Inserì la cialda nella macchinetta e aspettai che facesse il caffè mentre Kendall rovistava tra gli scaffali in cerca di qualche brioches. Quando prendemmo tutto il necessario per la colazione a Giada uscimmo dalla mensa e di corsa, facendo attenzione a non fare pasticci per le scale, tornammo nell'ala del dormitorio.
Come avevo detto, Giada non si era mossa dalla scrivania, era ancora lì seduta con il viso immerso nei libri. Era così concertata che non si accorse che io e Kendall eravamo entrati in camera.
<<La colazione è pronta signorina>> Kendall si fece spazio sulla scrivania tra i mille fogli e libri della ragazza appoggiandoci il vassoio con il caffè e le brioches.
<<Oh grazie mille.. Kendall? Ma cosa ci fai qui? Quando sei entrato?>> come ipotizzato.
<<Sono venuto a portarti la colazione che siamo andati a prendere prima io Bambi sotto>>
<<Siete fantastici.. ma non ho tempo per fare colazione, scusate, mangiate voi per me>>
<<Eh no carina. Tu adesso fai una pausa e fai colazione.>> intervenni.
<<Ma io..>>
<<Ma tu vuoi studiare, l'abbiamo capito tutti ormai...>> la interruppi. <<... ma è anche vero che non ti puoi stancare troppo sennò l'esame sarà un insuccesso. Ieri ti ho fatto alcune delle possibili domande del test e le sapevi tutte benissimo. Non c'è bisogno che continui a studiare, piuttosto ora rilassati e mangia qualcosa>> continuai.
<<Okay, come volete..>> disse per poi chiudere il libro lasciando una matita tra le pagine per non perdere il segno. Bevve volentieri la tazza di caffè che io e il biondo le portammo, poi tutti insieme mangiammo le brioches.
<<Fammi capire una cosa Giada.. ma perché vuoi dare la maturità quest'anno anziché l'anno prossimo?>> chiese d'improvviso Kendall tra un boccone e l'altro.
<<Ecco.. come sapete io sono stata abbandonata qua da mia madre che non si è più fatta viva e che nemmeno la preside sa dove sia, quindi sono stata obbligata a rimanere qua dentro perché sono minorenne. Ho deciso di dare gli esami quest' anno perché tra poche settimane compirò diciotto anni quindi avrei l'occasione per uscire da questo posto e tornarmene in Italia dai miei nonni. Avrei potuto anche andarmene senza dare gli ultimi esami ma non mi sembrava giusto lasciare in sospeso il percorso di studi. Lo volevo finire qua a Londra per poi andare a studiare in un' università in Italia.. per questo che mi sto impegnando tanto.>> concluse per poi dare un morso alla brioches.
<<Ah.. ora capisco tutto>> sussurrai più a me stessa che per gli altri. Giada aveva davanti ai suoi occhi un grande progetto per il futuro e si stava impegnando al massimo per realizzarlo, tornare in Italia dai suoi nonni, andare all'università. Era molto ambiziosa. Ed io? Io cosa mi aspettavo per il mio futuro? Ormai le speranze di debuttare sul palcoscenico erano svenite... cosa mi restava? Sarei per caso finita a lavorare come cameriera in uno di quei bar malfamati pieni di ubriaconi? Nahh.. anche se non avevo la più pallida idea in cosa potessi realizzarmi nel futuro, sicuramente le mie aspettativa andavano al di sopra di quello.
Io e Kendall accompagnammo Giada all'aula dove si sarebbero tenuti i test e dopo averle dato l'imbocca al lupo la aspettammo fuori, seduti sulle seggiole, sperando che andassero il meglio possibile. Il tempo passava lentissimo, sembrava che tutto si fosse congelato, forse era l'ansia e la voglia di poter festeggiare rendevano il tempo così lento.
Dopotutto le due ore passarono e finalmente Giada uscì dall'aula con un sorriso raggiante. Subito le corsi incontro e la abbracciai, quasi la buttai per terra.
<<Sono uscita con il massimo dei voti, non ci posso ancora credere, è un sogno..>> continuava a ripetere incredula.
<<E invece è così Giada, compimenti, te lo sei meritato>> disse Kendall pria di baciarle la guancia.
<<Ora andiamo a festeggiare con Alfred dai!!>> dissi io euforica per quella meravigliosa notizia tantoché presi per mano tutti e due ed iniziai a correre per i corridoi per raggiungere la classe della lezione alternativa. Arrivammo davanti alla porta dell'aula che stranamente era chiusa e senza pensarci la aprì.
<<Alfred, dobbiamo festeg..>> dissi aprendo la porta, ma mi bloccai vedendo che Alfred era in compagnia di una persona.
<<Oh ciao ragazzi, lui è il signor Phillips>> ci presentò l'uomo al suo fianco.EHIIII..
Eccoci con il capitolo 36.
Mi scuso per l'assenza ma in questo ultimo periodo passo il mio tempo solo a studiare per mille verifiche.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Lasciate tante stelline e commentate.
Siete curiose di scoprire che ruolo avrà questo signor Phillips nella storia? Basta leggere il prossimo capitolo.
Alla prossima..Baci, Anna💓
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Colpa di una piroette
Teen FictionDAL CAPITOLO 15: -Le vedi queste bambina mia? Bene, perché sarà l'ultima volta che potrai farlo...- disse la donna davanti a me sventolandomi davanti agli occhi le scarpette. -...se verrò a sapere che nonostante tutto tu continuerai a ballare, ti ma...