~Capitolo 31

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Fu un viaggio abbastanza tranquillo, a  il fatto che quello fu il mio primo viaggio in aereo e non vi nascondo la paura che avevo. Ne avevo talmente tanta che non mi stupì quando la signora anziana che era seduta accanto a me mi chiese se avevo bisogno di una tisana.
Quella tisana faceva veramente schifo, però la bevvi ugualmente, forse per non dare dispiacere a quella donna. Quella donna che oltretutto era molto simpatica, bhe, fino quando non a deciso di fare un riposino. Odio le persone che russano rumorosamente.
Trattenni una risata quando, mentre la signora accanto a me stava ancora dormendo, l'aereo atterò. La signora fece un salto dal sedile che manco un canguro australiano riuscirebbe ad eseguire.
Menomale che il volo durò poco, e in meno di un' ora ero arrivata all'aeroporto e dopo gli ultimi controlli andai a recuperare la mia valigia.
<<Pronto?>> risposi al telefono che aveva iniziato a squillare nella mia borsa,
<<Bambi, sono Alex, dove sei?>> rispose mio fratello al telefono. Sorrisi al suono della sua voce. Dopo più di un anno e mezzo avrei potuto riabbracciarlo, mi era mancato davvero troppo. L'unica cosa bella del mio soggiorno a Londra sarebbe stata lui.
<<Sto recuperando la valigia adesso, tu dove sei?>>
<<Io sono appena arrivato all' aeroporto, adesso ti raggiungo, aspettami lì che arrivo>> e staccò la chiamata ma non ci feci caso perché ero troppo impegnata a riprendere la valigia che in qual momento mi stava passando davanti agli occhi.
Dopo averla recuperata rimasi lì ad aspettare mio fratello, come mi aveva detto di fare lui. Osservai le persone intorno a me, la maggio parte erano solo persona d'affari. Giacca, camicia, cravatte, vestisti eleganti, telefono all'orecchio e con una fretta inimmaginabile. Mi chiedo cosa avessero da fare di così tanto importante per avere così fretta.
In mezzo a quella folla di persone intravidi una chioma castana che mi veniva in contro sorridendo.
<<Bambi!!>> Alex mi si avvicinò e mi strinse tra le sue braccia. Gli cinsi il petto con le braccia dato che ero troppo bassa e appoggiai la testa su di esso chiudendo gli occhi. Mi era mancato il mio fratellone. Lui è stato la figura paterna che per tutti questi anni mi era mancata. Lui è stato il mio migliore amico, a cui ho sempre detto tutto. Lui c'è sempre stato per me. Speravo almeno che il suo lavoro non l'abbia cambiato., che sia rimasto lo stesso di quando tre anni fa si è trasferito qui.
<<Come sei cresciuta, non ti ricordavo così grande. Però sappi che con cresciuta intendo che ti sei fatta più carina e che sembri più grande, perché sei sempre nana scricciolo>> rise prendendomi in giro. No, Alex non era affatto cambiato, era rimasto lo stesso burlone e giocherellone di sempre.
<<Non dici niente? Il tuo vicino sull'aereo ti ha mangiato la lingua?>>
<<No, mi ha offerto una tisana. Comunque mi sei mancato Alex>> risi per poi coccolarmi ancora più a lui.
<<Anche tu scricciolo, su ora staccati e non fare l'appiccicosa, dobbiamo andare>> detto questo di mi spinse via scherzosamente. Ridendo presi la valigia e accompagnata da mio fratello uscì dall'aeroporto.
Durante il viaggio in macchina raccontai ad Alex tutto quello che si era perso in quell'ultimo anno e mezzo. Gli raccontai di cosa era successo con Lucas e di come Tyler mi aveva difesa. Gli narrati della band e del fatto che Phoebe era entrata a far parte del gruppo.
Non passò molto tempo che arrivammo a casa del mio fratellone.
<<Alex, dato che sei un bravissimo ragazzo nonché il mio fratello preferito, vero che prendi tu la mia valigia?>> chiesi ad Alex mentre scendevamo dalla macchina.
<<Potevi chiedermelo anche senza fare la lecchina.>> rise aprendo il bagagliaio per prendere la mia valigia.
Entrai insieme a lui nella casa, era bellissima anche se un po' piccola, in fondo ci viveva solo lui.
Uscì fuori sulla terrazza che si affacciava su un parco verde e rigoglioso.
<<Scricciolo, ti ho preparato la stanza al piano di sopra, è la prima porta a sinistra. Ti ho già portato la valigia in camera, ora vai a riposarti>> disse Alex sbucando dietro di me e baciandomi la guancia.
<<Ah okay, grazie mille>> sorrisi per poi uscire dalla terrazza e salire le scale. Dopo aver salito quattro gradini mi bloccai. <<Però dopo mi porti a fare un giro per Londra>> urlai a mio fratello.
<<Va bene scricciolo, andremo a fare un giro>> mi rispose dall'altra parte della casa.
Come mi aveva promesso, la sera mi portò a fare un giro per Londra. Era semplicemente fantastica anche se un po' troppo caotica per i miei gusti.
Seduta al tavolino di un caffè, stavo mangiando tranquillamente il gelato alla fragola che mi ero fatto comprare da Alex.
<<Bambi, domani prima di andare a lavoro ti porto in collegio>> disse tutto ad un tratto.
<<Ah già, devo andare in collegio>> me ne ero completamente dimenticata. La città, l'incontro con mio fratello mi avevano fatto dimenticare la realtà.
<<Che hai? Perché quella faccia?>> chiese preoccupato.
<<Niente.. E che non voglio andare in collegio>>
<<Scricciolo, io ti terrei volentieri a casa con me, ma non posso, staresti a casa da sola per settimane, per non parlare che il quartiere dove abito è abbastanza malfamato, non ti lascerei mai a casa da sola, sappilo. Vedrai che ti divertirai in collegio, ti farai nuovi amici, sarà esattamente come a Dover>> non gli risposi e continuai a mangiare il mio gelato.
<<Ti prometto che ti verrò a trovare appena mi libero con il lavoro. Su non fare quella faccia>>
<<Non mi importa! Io non ci voglio andare!>> sbraitai e sbattei forte le mani sul tavolo, facendo girare verso di noi molte persone che stavano chiacchierando tranquillamente nel caffè facendo così piombare un terribile silenzio nel locale. Alex non disse niente, mi prese soltanto per il braccio e mi trascinò fuori dal negozio sotto le occhiatacce che ci mandavano le persone sedute ai tavoli sparatutto il proprietario al bancone.
<<Non provare più a comportarti in questo modo Bambi! Chiaro? E smettila di fare la bambina capricciosa. Che ti piaccia o no tu andrai in quel fottutissimo collegio e non c'è ma che tenga. Se questa situazione non ti piace avevi solo da non disubbidire a mamma. Se tutto quello che sta succedendo non ti piace è tutta colpa tua! Sei tu che hai compiuto le scelte sbagliate che ti hanno portato qua Bambi. La colpa non è di mamma, solamente tua! >> mi urlò in faccia fregandosene delle persone che passavano per strada. Le sue parole mi ferirono come vetro. Erano così taglienti, non sembrava nemmeno lui a pronunciarle. Lui non era mio fratello.
<<Adesso andiamo a casa che devi riposare, domani usciamo presto di casa>> riprese calmo e come se nulla fosse salì in macchina ed io con lui.
Come mi aveva annunciato la sera prima, quel mattino la sveglia suonò presto e dopo esserci preparati io ed Alex uscimmo di casa. Lui ovviamente mi aiutò con le valigie mentre io mettevo in borsa le ultime cose che mi ero dimenticata.
Incontrammo molto traffico per uscire dalla città ma quando ci riuscimmo non ci volle tanto prima di arrivare al collegio.
Alex entrò dal cancello principale e parcheggiò davanti all'edificio. Quando scesi dalla macchina mi guardai intorno.
Il giardino era immenso, era pieno di fiori di tutti i colori, panchine di legno sotto gli alberi in fiore e qua e là c'era una statua di marmo nel mezzo dell'erba verde.
Davanti a me c'era un'imponente edificio bianco sopra al quale regnava un'insegna scolpita in legno con scritto:

"Scuola privata J.Brown"

In cima alla scalinata che portava al portone d' ingresso vi era una signora con i capelli grigi raccolti in un'elegante acconciatura. Portava un lungo vestito blu mare. Doveva essere la preside. Mi guardava attentamente.
Mi risvegliai dai miei pensieri e presi una valigia per aiutare mio fratello e insieme a lui salimmo gli scalini per raggiungere la signora che ci stava aspettando.
<<Buongiorno, io sono mrs. Nicole e sono la preside di questa scuola, tu devi essere Bambi, è un' immenso piacere averti qua con noi>> disse la signora con un espressione seria, sembrava non avere emozioni. Mi porse la mano e timidamente la afferrai.
<<Emm.. il piacere è tutto mio.. mrs. Nicole>> cercai di sorridere.
<<Puoi lasciare le tue valigie qua, Alfred le porterà nella tua stanza>> non appena pronunciò il nome di quello che doveva essere una specie di maggiordomo, un uomo alto e calvo spuntò da dietro il portone e prese le valigie con se per poi scomparire pochi secondi dopo.
<<Come a tutti i nuovi alunni della scuola ti aspetta un giro turistico dell' edificio che inizieremo tra poco>> continuò la preside.
<<Allora ti lascio Bambi, ci vediamo presto>> detto questo mio fratello mi baciò la guancia e poi salì di nuovo in macchina. Quando oltrepassò i cancelli essi si chiusero. Ero ufficialmente in carcere. Da sola.

CIAO A TUTTI MIEI LETTORI!!
Eccoci finalmente il capitolo 31. Mi scuso se non l'ho postato prima ma ho avuto tantissimi impegni in più, ad un certo punto non sapevo più come andare avanti. Vi chiedo scusa ma vi prometto che durante le vacanze posterò qualcosa in più.

Volevo chiedervi una cosuccia:
Vorrei che commentaste qua sotto cosa vi piace della storia e cosa non vi piace e anche come vi immaginate la continuazione della storia ( per questo ultimo punto, voglio solo vedere chi di voi si avvicina di più al finale che ho scelto per la storia).
Grazie mille per la collaborazione.
Al prossimo capitolo.

Baci, Anna💓

Colpa di una piroetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora