2c. Ribelle come sono!

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Erika's POV
Il suono lieve del cinguettio degli uccelli e la luce del sole appena sorto che entra da piccoli fori della serranda... sveglierebbe un'altra persona. Il lieve cinguettio si trasforma nelle urla assordanti di mia madre e la luce del sole appena sorto che entra da piccoli fori della serranda si trasforma in uno strumento di tortura per gli occhi quando mamma spalanca con un solo gesto le serrande. In fondo è l'unico modo per svegliarmi. Questo per me sarà il primo giorno nella nostra nuova scuola e sinceramente non sono né agitata né emozionata perché non la amo molto. Immagino questo nuovo inizio come un'opportunità... di creare più caos di quanto non avessi mai fatto prima perché, come credo avrete ben capito, sono molto ribelle e soprattutto CASINARA! Nelle scuole che ho frequentato fino ad ora sono sempre arrivata quasi al limite senza mai essere espulsa ma il fantastico 5/6 in condotta era all'ordine del giorno. Con questo nuovo inizio voglio stupire me stessa con scherzi sempre più complessi e divertenti rendendo la vita del preside dalla scuola un inferno. Cerco qualcosa di decente da mettermi almeno per il primo giorno di scuola e opto per un leggins nero una canottiera scollata sempre nera e una camicia a quadri rossa da legarmi intorno alla vita... tutto questo accompagnato dalle mie Converse nere che indisso la maggior parte delle giornate. Prendo tutto il necessario e corro per le scale cercando di arrivare per prima in bagno per non dover aspettare secoli e secoli che mia sorella Silvia si prepari. Ma... troppo tardi! Sento la porta sbattersi e chiudersi a chiave e capisco di non essere arrivata in tempo.
"Non vale! Tu non hai dovuto farti due piani per arrivare fin quì!" Le urlo tirando pugni alla porta. Sento che sta ridendo... dovrà uscire prima o poi no?
"Sei una lumaca! Oggi come farai alle selezioni di calcio?!" Mi riponde.
Oggi avrò le qualificazioni per entrare a far parte della squadra di calcio della scuola! Anche se ne ho superate molte altre mi sale un brivido e un pizzico di ansia.

"Finalmente sei uscita! Ma quando ci hai messo? Dovevi cucire i vestiti prima di metterli?" Le dico urlandole contro e allo stesso tempo sbattendo la porta del bagno. Mi lavo e finalmente mi cambio... guardandomi allo specchio non vedo una ragazza bella ma ne vedo una normale... anche se non si direbbe ho una scarsa autostima e questo non mi ha mai aiutata! Finisco di vestirmi e mi metto un pochino di correttore per togliere qualche brufolo rosso, Niente di più niente di meno, e esco dal bagno per andare a fare colazione. Nemmeno il tempo di finire il mio latte che vedo Giorgia andare verso le chiavi della macchina...
"Ma volevo guidare io!" Le urlo
"L'ultima volta che lo hai fatto hai buttato giù un muretto! Ti sembra il caso?" Mi risponde Silvia dall'altro lato del tavolo.
"Forse hai ragione"
Finisco il latte e vado verso la macchina. Il viaggio non è stato lungo anzi molto corto; la scuola è molto vicina e credo che nelle prossime giornate prenderò la bicicletta perché le curve prese alla larga da Giorgia mi fanno tornare su tutto. Ci dirigiamo tutte insieme verso un signore paffuto che ci saluta da non molto lontano. È il preside della scuola!, la mia vittima, e facendo un piccolo ghigno malvagio lo osservo. Ci consegna una cartina dell'edificio, un piccolo cartocino con su scritto il numero dell'armadietto e la password del lucchetto (non che mi serva a molto dato che ho imparato due anni fa a scassinarli) in fine ci consegna un foglio con scritto l'orario delle lezioni. Leggendo l'orario noto che la mia prima ora non corrisponde né con quella di Giorgia né con quella di Silvia quindi le saluto e vado verso il mio armadietto. Questa scuola è un labirinto! Ci sto mettendo anni per trovare il mio armadietto..."Eccolo" urlo facendo girare alcune persone. Giro il lucchetto con la combinazione giusta e lo apro. Prendo il libro di francese che è l'unica materia che non sopporto e mai lo farò.
Assorta nei miei pensieri non mi accorgo che l'armadietto accanto al mio è aperto. Appena si chiude riesco a vedere chi si nascondeva lì dietro... era la ragazza del bar e la stessa della scorta di Alistronz. Decido di rivorgerle la parola visto che la sera prima non ci ero riuscita.

"Non fai parte della scorta questa mattina?" Le dico avvicinandomi leggermente.

"Come scusa?" Mi risponde confusa.

"Ahah lascia stare! Comunque piacere sono Erika De Angelis ma credo che tu già lo sappia..."

"Si ho assistito a tutta la scena ieri. Comunque mi chiamo Emily Fields piacere mio"

"Bhe si... non mi sono comportata molto bene ma non potevo lasciar scorrere così! Mi dispiace se ti sei fatta un'idea sbagliata di me... non mi comporto sempre in quel modo!" Le dico leggermente rossa

"No no altro che! Sei appena arrivata e già riesci a tenergli testa! Credo che tu sia l'unica. Cambiando discorso... che cos'hai la prima ora? Potrei accompagnarti"

"Ho lezione di francese"

"Bene anche io! Allora andiamo ti faccio strada"

"Tu avviati che si sta facendo tardi... io arrivo tra poco"

"Ok ti tengo il posto."

Mentre si allontana finisco di appoggiare le mie cose e comincio ad avviarmi. Ma qualcuno attirà la mia attenzione... Alison! Dovevo fargliela ancora pagare per ieri e decido di ripagarla con la sua stessa moneta. Quando è a pochi centimetri da me mi sposto verso di lei dandole una spallata e facendole cadere tutto. Lei si gira di scatto e mi guarda con molta cattiveria...
"Ma che fai cretina" mi urla

"Mi sembra di avere un déjà vu!" Le dico dandole un calcio ad un libro.

" Ti sei messa contro la gemella sbagliata" continuo urlando e andandomene.
Quando arrivo nell'aula mi siedo nel posto vicino ad Emily e ci scambiamo un sorriso.

Tre sorelle a RosewoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora