4b. Il giorno prima di Silvia

105 16 5
                                    

SABATO
SILVIA'S POV
Sono nel bagno a prepararmi per la scuola, la giornata di oggi è iniziata male visto che Erika si è aggiudicata il bagno per prima, ed ora devo prepararmi alla velocità della luce. Sono sicura che questa giornata potrà solo peggiorare. Scendo dalle scale e vedo Giorgia spazientita perchè la sto facendo ritardare, Erika invece è tutta entusiasta della festa che organizzerà questa sera. Mamma è andata ad accompagnare mio padre all'areoporto perchè deve partire per lavoro e tornerà domani nel tardo pomeriggio. Mio padre essendo dell' FBI ha un lavoro lontano da quì, e non starà quasi mai a casa. Per colpa del suo impiego è sempre stato un padre molto assente, ed io non ho mai digerito questa cosa. Giorgia ha un rapporto migliore con mamma, ma quando papà torna casa passa molto tempo con lui. Erika, invece, è molto simile a lui ed hanno una buonissima relazione. Insomma... Sembra che solo io dia peso alla sua assenza nella nostra vita.

Oggi guido io, Erika non smette un'attimo di parlare, dicendoci felicissima che pensa di ingaggiare un dj. Sono davvero preoccupata per lei, pensa solo alle feste. In questa prima settimana ha combinato un disastro dietro l'altro al liceo.
Ho potuto parlare del suo comportamento con il professor Fitz, l'unico insegnante con il quale si può dialogare. Non smetto un secondo di pensare a lui. I primi tre giorni di scuola abbiamo parlato molto e lui è stato molto disponibile e dolce, ma nelle ultime giornate mi è sembrato strano; molto più assente e malinconico. Vorrei ascoltarlo anche io come lui ascolta me. Ma non sono stupida, e so che per lui, io sono solo una delle tante studentesse.
La giornata scolastica è scorsa normalmente, ho visto Spenser all'ora di scienze e abbiamo parlato un po'.
Dopo la lezione, Aria mi ha colpita in corridoio, apparentemente senza fare a posta, poi però mi ha guardata e non mi ha chiesto neanche scusa. "Credo proprio che non mi sopporti" rivelo il mio pensiero a Spenser. "Non ci fare caso è un po' stressata questi giorni, ma è la ragazza più incredibile che io conosca" mi confessa lei con gli occhi che le brillano.
Alle 4 e 15 p.m. prendo la macchina da sola, perchè le mio sorelle sono andate via per conto loro. Guido verso casa, anche se il solo pensiero di dover aiutare Erika a comprare un centinaio di bottiglie di birra, e di sistemare la grande festa mi fa venire la voglia di scappare da qualche parte. Quando entro vedo un ragazzo sopra di Erika, rimango sbalordita, erano sul punto di baciarsi ed io li ho interrotti. Rivolgo uno squadro stupito ad Erika, saluto il ragazzo con un cenno della mano e salgo in camera mia, lasciandoli nuovamente soli.
Alle 7 iniziano ad arrivare le prime persone, già penso di chiudermi in camera mia e di non uscire per tutta la serata.
Mentre salgo le scale, dopo aver preso un po' di cibo in cucina, sento il telefono vibrarmi. "Silvia, volevo chiederti il numero dei tuoi genitori. Devo parlare a loro della situazione di Erika. -Ezra Fitz" rimango con la schermata aperta sul suo messaggio per tutte le rampe di scale. "I miei non sono in città, mia madre torna domenica sera. È molto urgente?" Gli rispondo.
Poco dopo vedo arrivare la sua risposta "Abbastanza urgente, ma aspetterò lunedì. Grazie mille comunque". Inizio a sentire la forte musica proveniente da di sotto, e già inizia a venirmi un mal di testa allucinante. Mentre penso a come sopravvivere per tutta la sera mi viene un'idea geniale, prendo il telefono e scrivo ad Ezra.
"Sarebbe meglio che mia madre ancora non sapesse nulla, si arrabbierebbe solo con lei, peggiorando tutto. Potrei venire io se le va bene." Controllo il messaggio un centinaio di volte prima di mandarglielo.
Lui risponde che va bene e sotto mi scrive il suo indirizzo.
Senza volere, mi spunta il primo vero sorriso della giornata. Poi mi arriva un altro messaggio
"Dimenticavo...appartamento 3B".
Io non rispondo, ma mi fiondo a prendere le chiavi della macchina, per poi uscire di casa senza che le mie sorelle mi vedano.
Stranamente guido più veloce del solito cercando, con il mio "grande" senso dell'orientamento, il palazzo dell'appartamento di Ezra. Quando trovo l'edificio, vedo che una signora sta uscendo e mi lascia aperto il portone. Cerco il suo appartamento per tutto il corridoio, fino a quando,finalmente, vedo scritto davanti a me "3B".
Con il cuore che mi batte fortissimo, busso leggermente alla porta. Poco dopo sento la porta aprirsi, vedo davanti a me Ezra, èbellissimo, come sempre, ma è un po' spettinato. Appena mi vede mi sorride dolcemente facendomi cenno di entrare, entro titubante. Decido che devo parlare per non fare la figura dell'idiota e gli chiedo cosa doveva comunicarmi su mia sorella. Parliamo molto di Erika ed anche di come mi senta io di tutta questa situazione. Mi risponde sempre in modo saggio e senza mai guardarmi in modo strano, non come tutta l'altra gente. Nel bel mezzo della nostra chicchierata gli squilla il telefono "Devo proprio rispondere scusami..." mi dice allontanandosi con il telefono in mano. Lo sento litigare vivatamente con una ragazza, ad un certo punto lo sento urlare "Aria non puoi chiudere così con me!".
Vorrei scappare, mi sento totalmente in disagio. Lo vedo riavvicinarsi "Scusami ioo...non è il migliore dei momenti..." mi dice sconvolto. Ha un viso stravolto, ma sento che non posso lasciarlo così " So che sono una tua alunna" gli dico per poi continuare "ma se hai bisogno di parlare io ci sono, come tu ci sei per me" non mi accorgo che gli do del 'tu'. " Allora devi accomodarti" mi risponde indicandomi il divano.
Mi siedo, poi inizio a parlare "Ho capito che ha una relazione con Aria, ma non si preoccupi non dirò mai nulla a nessuno." Mi guarda per niente sconvolto, evidentemente aveva capito che sapevo tutto. "So che non diresti niente" mi dice convinto "E..puoi darmi del 'tu' quando non siamo in classe" mi dice arrossendo un pochino. Poi continua a parlare dicendomi che da un mese lui ed Aria non sono più andati d'accordo e che oggi si sono lasciati definitamente. Dice queste parole con gli occhi lucidi guardando in basso. Non ho mai visto un ragazzo sul punto di piangere, è così dolce vorrei stringermi a lui e piangere insieme per tutta la notte.
Rialza lievemente il viso, e mentre lo fa, senza sapere cosa mi prenda, gli lascio un leggero bacio sulle labbra. Lui mi scansa immediatamente e mi guarda, sta volta sconvolto. Non dice una parola, ed io mi accorgo del casino che ho combinato, mi alzo "io..mii..mi dispiace, non so cosa mi sia successo.." Dico abbassando lo sguardo. Immediatamente apro la porta ed esco dall'appartamento.
Torno a casa, anche se sembra una discoteca ormai. Prendo qualche bottiglia di birra e vado in camera mia. Inizio a bere una, due, tre bottiglie...fino a quando non perdo il conto.

Tre sorelle a RosewoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora