SILVIA'S POV
8:45
Mi dirigo verso il mio armadietto e prendo il libro di letteratura. Vorrei con tutto il cuore saltare la prima ora, ma non posso. Non è da me. Ripeto mentalmente come mi devo comportare:
entra, siediti, non alzare mai la mano, non guardarlo neanche per un secondo, aspetta il suono della campanella ed esci per prima come una scheggia.
Respiro profondamente e poi seguo esattamente il mio piano, ma prima ancora che possa uscire, lo sento chiamarmi "Silvia vorrei parlarti un attimo puoi rimanere?" Vorrei solo far finta di non averlo sentito, ma non posso passare un anno intero così, quindi decido di affrontarlo. Mi giro e mi avvicino, lui rimane dietro la cattedra, a distanza da me. Ha il viso stanco, non deve essere per niente facile insegnare la prima ora di lunedí alla tua ex.
"Silvia..." fa una lunga pausa, poi riprende fiato e continua "sei una ragazza eccezionale, e parlare con te è qualcosa di incredibile. Ma cerca di metterti nei miei panni. Mi sono appena lasciato con Aria, credo che lei non mi abbia mai amato. Abbiamo sofferto tantissimo per stare insieme e per cosa? Ci siamo lasciati dopo tutta questa guerra che abbiamo combattuto. Non siamo mai stati felici seriamente, e le ho solo conplicato la vita. Non voglio che tu soffra come ha sofferto lei." Io rimango lì, ferma, immobile. Mi sento sempre più piccola, vorrei urlargli che io non sono lei, che non soffrirei mai accanto a lui e che non lo farei mai soffrire. Rimango, però, in silenzio. Lui riprende la parola "Non voglio che il nostro rapporto si rovini così, e se hai bisogno di parlarmi voglio che tu lo faccia, senza pensarci due volte".
Cerco di non piangere là davanti a lui, abbasso lo sguardo e penso a come possa essere così stupida, mi sono solo illusa. Mi guarda, prende un libro e me lo porge lievemente "È il mio libro preferito, tieni te lo presto, vorrei proprio che lo leggessi." Prendo il libro senza guardarlo ed esco dall'aula trattendo una lacrima, che poi scende, una volta aver chiuso la porta dietro di me.
A pranzo mi siedo sola in un piccolo tavolino, vedo Spenser avvicinarsi. "Silvia cosa ti succede?" Mentre guardo il viso preoccupato di Spenser, davanti a me, capisco che devo parlare con qualcuno di tutta questa faccenda. Lei è la persona migliore, le dico di sedersi e le racconto tutto. Lei mi stringe la mano destra che giocherellava nervosamente con le posate. " Purtroppo si soffre Silvia, io quando mi sono lasciata con Toby, inizialmente sono stata molto male ma poi siamo rimasti amici ed ora, anche se ci vediamo poco, ci vogliamo bene, ed io non soffro più" Le sorrido nel modo più dolce che posso e ricambio la stretta della mano. Poi le domando "Ed Aria? Sta male per la rottura?" Lei mi risonde che ovviamente sta male, ma che ieri sera stava a casa da lei e le ha confessato che probabilmente non lo ha mai amato. Vedo passare Aria, che ingelosita guarda me e Spenser. "Spenser vai da lei, ha più bisogno di me" le dico sforzandomi, visto che non voglio rimanere sola. Spenser mi sorride come se le avessi detto una cosa bellissima, mi lancia un bacio e si siede vicino ad Aria nel tavolo di Alison. Vedo che oggi Giorgia non é seduta vicino a lei, per un attimo penso che magari possa aver chiuso con lei. Ma mi accorgo che non la vedo dalle 12, così le mando un messaggio "Dove sei?" lei mi risponde vagamente "Non ti preoccupare sto bene, ci vediamo sta sera."
Come potrei non preoccuparmi?
Evidentemente non vuole farmi sapere dove si trovi così vado da Alison e lo chiedo a lei. Alison mi dice che non ne ha idea, ma dal tono della sua voce mi sembra che menti. Questa ragazza però è molto brava a mentire. Una ragazza accanto a lei, Hanna, mi rivolge la parola da un momento all'altro "Non ci importa molto dove sia Giorgia!" Alison ridacchia come prendondo in giro qualcuno, non capisco se con quella insopportabile risatina prenda in giro me, Hanna o mia sorella. Capisco che il gruppetto di Ali è composto solo da delle stupide oche, decido di andarmene prima di rispondere male ad una di loro. Mi chiedo come Spenser possa far parte di questo gruppo, lei è troppo diversa.
Alle 4 e mezza vado a cambiarmi per l'allenamento di calcio, visto che ho passato le qualificazioni. Sono stata felicissima di questo, amo questo sport, e praticarlo mi fa veramente bene. Spero che oggi mi scarichi un po' con l'allenamento. Anche Erika è in squarda, e anche se siamo sempre in competizione, sono molto felice che ci sia.
Per le 7 sono a casa, essendomi fatta la doccia nello spoiatoio, sprofondo nel divano ed accendo la tv. Dopo poco sento Giorgia rientrare "Dove diavolo sei stata? Mi fai preoccupare così!" la rimprovero. Lei sembra fatta, ha un sorriso stupido stampato in faccia e gli occhi sognanti. "Ti devo raccontare delle cose" mi dice trascinandomi in camera sua.
Mi racconta che ha una storia con Jason, il fratello di Alison. Non posso che essere felice per lei, ma non nascondo anche le mie preoccupazioni "Tanto devi sempre far arrabbiare mamma frequestando sempre dei bad boys" le dico scherzando. Lei mi spiega che non è assolutamente come sembra, ma che è davvero il ragazzo perfetto. "Lo spero" le dico "anche perchè se prova a farti soffrire, si pentirà di aver conosciuto le De Angelis" dico con tono duro e maturo cercando di fare il mio meglio come sorella maggiore.
STAI LEGGENDO
Tre sorelle a Rosewood
FanfictionLa storia é ambietata nella cittadina di Rosewood, luogo che tutti i fan di Pretty Little Liars conosceranno sicuramente. Le protagoniste sono tre ragazze italiane che si troveranno a far parte del gruppo di Alison. Saranno immerse nell'atmosfera de...