1b. L'inizio di Silvia...

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SILVIA'S POV

Non sono mai stata convinta del trasferimento nella città di Rosewood.
Io e le mie sorelle non siamo abituate a rimenere a vivere in una città per molto tempo. Siamo nate in Italia, ma abbiamo vissuto in moltissime città di tutto il mondo.
A differenza delle altre, che sono molto entusiaste di avere finalmente una vera vita, io ho paura di non trovarmi bene in questa città.
Proprio perchè non siamo rimaste mai a lungo in un luogo non ho mai potuto avere delle vere amicizie, ed anche se non sembra, sono chiusa e ho paura che quì a Rosewood non trovi nessuno con qui legare.
Appena mi sono ritrovata davanti alla mia nuova casa, però, il mio umore è decisamente migliorato.
Sono entrata e ho fatto a gara con Erika per aggiudicarmi una stanza e alla fine ho scelto la camera in soffitta.

Io Giorgia ed Erika abbiamo sempre avuto un'unica spaziosa stanza, proprio per questo ho deciso di prendere una piccola camera tutta per me, molto semplice.
Con un morbido letto ad una piazza e mezzo situato sotto un'ampia finestra.

Dopo aver scelto ognuna le proprie stanze, andiamo a prendere in cortile gli scatoloni  con le nostre cose.
Erika ,la più forzuta, si offre di prendere lo scatolone più grande e la sua testa scompare dietro di esso. Quando si gira, per portarlo all'interno di casa, si scontra con una ragazza leggermente più bassa di lei, abbastanza formosa, bionda con boccoli perfetti e con degli occhi di un celeste molto chiaro.
È vestita in modo impeccabile, come se fosse appena uscita da un catalogo di moda.
La ragazza lancia un'occhiataccia a Erika e senza dire una parola, da un calcio, con l'elegante scarpa dal tacco 12, alle cose all'interno dello scatolone.
Le quali erano sparse per il marciapiede.
Erika, avendo un bel caratterino si mette ad urlarle contro di lei, iniziando poi a discutere.
Dietro quella bella ragazza ci sono altre quattro sue amiche, altrettanto carine.

All'interno di questo gruppo intravedo un viso conosciuto. Dopo pochi secondi ricordo che si tratta di Spencer, una studentessa che aveva gareggiato contro di me in una gara tra i più bravi studenti delle scuole americane, e con la quale avevo stretto amicizia.
Noto che anche Spencer mi ha riconosciuta così le rivolgo un caloroso sorriso e la saluto, lei ricambia.
Ci mettiamo a parlare e mi dice che è molto felice che sono venuta a vivere a Rosewood e che finalmente avrà una valida rivale nelle gare studentesche.
Mentre chiacchieriamo di moltissime cose e ci accorgiamo di averne molte in comune, facciamo una lunga passeggiata.
Spencer mi informa che gioca ad hockey su prato e mi propone di far parte della squadra.
Io le rispondo che ci penserò e le ammetto che però preferirei far parte della squadra di calcio della scuola.
Torniamo verso casa mia mentre parliamo del più e del meno.
Il nostro dialogo, però viene interroto da mia madre che mi chiama per la cena.
"Devo proprio andare ora, è stato un piacere Spencer"
"Anche per me, ci vediamo domani a scuola" mi saluta e mi sento sollevata nel avere qualcuno al mio fianco domani mattina

Tre sorelle a RosewoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora