Bianco

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ELSA P.o.v.

La mattina dopo mi svegliai piena d'energia e pronta per una nuova giornata.

Dopo colazione, andai in camera per scegliere i vestiti da mettere durante il giorno e quando entrai in bagno per guardarmi allo specchio rimasi paralizzata. Non riuscivo a crederci. Cosa è successo ieri sera?

Avevo alcuni ciuffi di capelli bianchi, poco più chiaro del biondo. Stavo per toccarne una ciocca quando un'altra da rossa divenne bianca...come per magia.

Non posso andare via così..oppure...farò finta che sia una tinta! Si, poteva essere un'idea!

Dopo aver allenato Nin, corsi alla caffetteria e salutai Baky.

Stranamente nessuno mi aveva chiesto dei ciuffi bianchi, ma non me ne curavo molto.

«Allora, come va?» mi chiese la proprietaria.

«Tutto bene, grazie. Te?» dissi appoggiando il vassoio che tenevo in mano sul bancone.

«Tutto bene cara.» mi sorrise lei. «Mi piacciono molto i tuoi capelli questa mattina.»

Il panico cominciò a salire. «Davvero? Come mai?» sorrisi per nascondere la paura.

«Hai un rosso fantastico! Poi i riflessi sono favolosi con questa luce.» rispose raggiante.

«Rosso? Li vedi bianchi anche?» chiesi preoccupata.

«No, solo rossi. Perché? Credi di stare invecchiando per caso?» rise.

Come può essere? Alcune ciocche

sono bianche, le vedo!

Dopo aver ringraziato Baky del complimento corsi in bagno e mi guardai allo specchio: i capelli erano ormai quasi tutti bianchi se non per un paio di ciuffi.

Come fanno gli altri a non vedere.. mi chiesi turbata.

Al termine del turno lavorativo tornai a casa e, dopo pranzo, presi i libri e mi diressi alla stalla.

«Nin, sono qui.» dissi appena entrai nel capannone. Lei uscì con la testa e mi fissò sbuffando. Le andai incontro e mi avvicinai per accarezzarla sul muso, ma lei si allontanò.

«Cosa c'è?» la guardai cercando di capire il suo comportamento. Alzava la testa e nitriva sbattendo gli zoccoli a terra infastidita. Lo faceva per difendersi quando si avvicinava un'estraneo.

Oh no...

«Hey! Sono io, sono Elsa.» le dissi alzando le mani tentando di tranquillizzarla. La guardai negli occhi e lei si calmò «Tranquilla, sono io...non ti farò del male, lo sai.»

Lei capì e mi si avvicinò.

«Brava, così.» la accarezzai. «Anche tu mi vedi con i capelli bianchi, vero?» la cavalla sbuffò in assenso.

Non capivo. Perché le persone non vedevano questo cambiamento e Nin si? Cosa voleva dire tutto questo? E cosa mi stava succedendo?

JACK P.o.v.

Sulla slitta si viaggiava bene, solo Calmoniglio non si era ancora completamente abituato.

Arrivammo e in quella piccola cittadina era tarda sera. Trovammo subito la scuola della ragazza.

Ci eravamo informati e avevamo scoperto che si chiamava Elsa ed era fortemente attaccata alle leggende ed alla magia.

DRIIIIN

La campanella dell'istituto suonò con un tempismo perfetto e gli studenti cominciarono ad uscire. Dove sei? pensai mentre cercavo Elsa con lo sguardo tra la folla. Poi una ragazza si staccò dal gruppo e si avviò verso una via secondaria mettendosi le cuffiette. Aveva il cappuccio, quindi non ero sicuro fosse lei.

Affidarono a me il compito di parlarci, così decisi di fermarla poco prima dell'uscita del vicolo.

Mi appostai su una finestra e attesi che arrivasse. La vidi dopo alcuni minuti. Si tolse il cappuccio per sconpigliare i capelli che....erano bianchi! Non era rossa??!! La fisionomia era sua, anche gli occhi...ma che..?

ELSA P.o.v.

Ero quasi alla fine del vicolo quando mi tolsi il cappuccio per assaporare un po d'aria fresca. Mi mossi i capelli con la mano e guardai la strada davanti a me. Mi fermai ed appoggiai lo zaino per terra, lo aprii e ci misi dentro le cuffiette. Mi stavo alzando, quando mi venne incontro un ragazzo dalla carnagione chiara, i capelli bianchi, quasi sull'azzurro direi, e gli occhi azzurro ghiaccio ed un bastone alla mano.

«Ciao Elsa.» mi disse.

Chi è questo?! Anche se mi sembra di conoscerlo. «Ciao, chi sei?» chiesi titubante.

«Mi chiamo Jack.» rispose giocando con il suo bastone.

«E come fai a sapere il mio nome, Jack?» lo fissai.

«Diciamo che è una lunga storia.» ridacchiò.

«Beh, ho tempo!» incrociai le braccia e attesi. Lui si sedette a terra e cominciò.

«Innanzitutto, se proprio lo vuoi sapere, non sono solo.» in quell'istante si affiancano a Jack, altre persone. ..non ci posso credere!

Il potere dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora