Giallo

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Jack P.o.v

Guardai Elsa per un altro secondo, poi scappai via da lei, da tutto. Non controllavo più i poteri, non controllavo più me stesso.

Corsi il più velocemente possibile poi presi il volo e superai le montagne fino a raggiungere una ghiacciaia bianca e fredda. Mi rintanai vicino a un masso innevato e affondai la testa nelle mie mani.

Come ho fatto a perdere il controllo? Avrei potuto fare del male a qualcuno o peggio...a Elsa. Non me lo perdonerei mai. In quell'istante sentii uno sbattere d'ali e la vidi emergere dalle nuvole come un angelo venuto a salvarmi da ogni disgrazia. Atterrò con grazia davanti a me e, facendo sparire le ali, si inginocchiò vicino.

«Mi vuoi spiegare che ti succede? Perché sei scappato così?» aveva un'aria preoccupatissima.

«Stammi lontano, potrei farti del male.» fu la mia spiegazione. Non volevo ferirla ulteriormente.

«So che non mi farai nulla, non puoi. E sopratutto non puoi scappare per un errore così banale. Ne ho fatti di peggiori credimi.» poi mi guardò con uno sguardo così pieno di comprensione che mi fece rimbalzare il cuore addosso.

ELSA P.o.v.

Speravo che avesse capito, perché altrimenti non glielo avrei spiegato un'altra volta! Hahaha! Tornando a noi...

Alzò la testa e mi incatenò i suoi occhi azzurri ai miei e mi guardò sbalordito. «Hai sempre avuto gli occhi viola?»

Come? Aspetta...VIOLA??!! «Li ho sempre avuti marroni.» quasi mi venne da ridere, se non per la serietà con cui mi guardava Jack. «Parli sul serio?!» corsi ad una fontana ghiacciata che doveva sgorgare dalla montagna e mi guardai sulla piccola pozzetta d'acqua, cioè ghiaccio, alla base della fonte. I miei capelli ormai bianchi, il volto candido, gli occhi...VIOLA! Jack aveva ragione!!!

«MA CHE..?» indietreggiai con le mani che mi coprivano la bocca. Il panico mi assalì, inciampai su un sasso e caddi sulla neve fresca. Jack mi corse in aiuto.

«Non preoccuparti, capiremo il perché. Andiamo a casa?» disse aiutandomi ad alzarmi. Io annuii, richiamai le ali e con le braccia che mi coprivano lo stomaco spiccai il volo.

A casa mi sedetti sul letto con le mani sulla testa. Poi mi alzai e mi guardai allo specchio soffermandomi sugli occhi...erano tornati marroni!

«Emm...JACK!» chiamai pietrificata. Lui arrivò subito e spostò lo sguardo sulla mia immagine riflessa.

«Ma...non è possibile.» poi ci guardammo. «Chiamo i guardiani.» disse e uscì dalla stanza.

Il potere dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora