Amici...

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ELSA P.o.v.

Meno tre! pensai mentre mi alzavo di corsa da letto per andare in cucina. Si, meno tre giorni a Nataleee!!!

Mi aveva svegliata un profumino niente male...e la mia curiosità si era accesa. Correndo verso la cucina sentii dei passi e una voce che riconobbi subito.

«Buongiorno amore mio.» disse Jack senza neanche voltarsi.

«Come mi hai sentito?» Dissi avvicinandomi alla tavola imbandita. C'erano brioches, uova, bacon, latte e caffè. Insomma...a quanto pare stava cucinando da un bel po!

«Ho sentito che ti avvicinavi, tutto qui. Ed ecco...» si girò con delle fette di pane appena tostate «...la colazione che mi avevi richiesto!» esclamò con fare soddisfatto.

«Jack, sembra tutto buonissimo.»

«E lo è, te lo assicuro!» disse. Io lo fissai con le braccia incrociate e un sopracciglio sollevato. «Che c'è? Da bravo chef devo assaggare i miei piatti, giusto?» appoggiò il piatto sul tavolo. «E ora, se non ti dispiace, vado a sistemare la tua camera mentre tu ti tuffi sul mio banchetto.» e detto questo andò verso la camera. Mezza sconvolta e affamata più che mai, mi fiondai (letteralmente) sul cibo.

Dopo la mangiata migliore di questo secolo e di quello a venire, mi preparai per la solita passeggiata con Nin.

Appena entrai nella stalla urlai come sempre «Nin sono qui!» ma questa volta lei mi rispose «Passeggiata?»

Leggermente frastornata le risposi «Ovvio!»

«Dimmi che viene anche Jack.» rizzò le orecchie nella mia direzione.

«Non lo so...Glielo chiedo?»

«Sarebbe fantastico!» nitrì. La sellai e la portai fuori per montarla, quando mi venne in contro Jack.

«Quanto stai via?» mi chiese.

«Non lo so, ma se vuoi venire...» gli sorrisi.

Lui sorrise a sua volta «Volentieri, ma non abbiamo un altro cavallo.»

«A questo ci penso io!» risi. Poi mi voltai in un pezzo del giardino libero e immaginai un cavallo, il più bel stallone del mondo, dal portamento fiero ed educato. Come risposta ebbi un piccolo bagliore lilla sospeso in aria. Se posso creare tutto, allora.. quel bagliore si allargò e crebbe fino a prendere figura di un cavallo. La luce sparì e lasciò posto a un bellissimo stallone nero.

«È bellissimo...» disse Nin rizzando le orecchie e alzando il muso.

«È magnifico.» le fece eco Jack. Si avvicinò e gli accarezzò la criniera. Il cavallo, però, continuava a fissarmi.

«Sarai il suo cavallo per oggi.» dissi allo stallone.

«Certo, mia signora.» rispose lui abbassando leggermente il capo. Stupita chiesi «Come ti chiami?»

«Sono nato ora per tua volontà. Non ho nome, ma solo un padrone: voi.»

«Dammi del "tu" e chiamami Elsa.» poi spostai lo sguardo su Jack «Dovrai trovargli un nome, dato che ora è il tuo cavallo.»

«Il mio...cosa??!!» esclamò sorpreso.

Durante la passeggiata insegnai a Jack a cavalcare e, una volta apprese le basi, diventò un'eccellente fantino.

«Ho deciso: verrò tutte le mattine a cavalcare con te!» disse mentre scendeva da cavallo.

«Hai deciso come chiamarlo?» cambiai discorso indicando lo stallone.

«Stavo pensando a Snow, ma dato che è nero..» si bloccò quando o

vide la mia faccia allibita. «Che c'è?»

«C'è che hai una fantasia che fa pena.» anche Nin sbuffò.

«Allora cosa proponi?»

«Non lo so! Magari qualcosa che vi accomuna.» slacciai la sella.

Jack rimase in silenzio per tutto il tempo in cui pulimmo i cavalli e li portammo nei box. Vicino a quello di Nin, ne avevo uno libero in cui tenevo la paglia. Dopo averlo pulito divenne uno splendido box confortevole, adatto al nuovo arrivato.

«Grazie ancora, Elsa.» disse il cavallo.

«Figurati!» sorrisi. Jack si posò su una balla di fieno pensieroso.

«Che c'è?» chiesi avvicinandomi.

«Stavo pensando..» appoggiò la fronte sul suo bastone «...che ne dici di Night?»

Ovviamente si stata riferendo al nome per il cavallo. Night mi sembrava perfetto, era calmo, pacato e nero come la notte. «Si! Mi piace!» esclamai circondando le sue spalle con un braccio. Lui mi cinse la vita e mi avvicinò a lui «Così sia..» e mi baciò con passione.

Night fece subito amicizia con Nin che sembrò mooolto felice di averlo nel box accanto!

Nel pomeriggio tornammo nella fabbrica di Nord e costruimmo giocattoli, talmente tanti che alla fine le braccia mi facevano malissimo!!!

Quella sera Jack cenò con me, con spaghetti al ragù! Dopo un po di tv andai a dormire con lui accanto che mi vegliava. Non mi sono mai sentita così sicura in vita mia se non in quel momento. Grazie Jack, grazie di esistere.

Il potere dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora