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Ariana's Point Of Views

«Quindi per il progetto di scienze come facciamo, Ariana?» domandò Cleo, con le mani poggiate sopra al mio banco mentre faceva una specie di broncio.

«Boh, sinceramente non lo so, è per la prossima settimana. Quindi vedremo, ho da andare Cleo, la lezione è terminata» dissi, alzandomi dal sedia per poi farle un saluto con la mano.

Il professore di Scienze Umane - Mr. Meckbed - mi aveva assegnato un compito importante, da svolgere con Cleo entrò il martedì successivo.

All'idea di dover fare un progetto con quella tipa così strana, volevo sotterrarmi da qualche parte, non sapevo dove ma sapevo quando: subito.

Mi avvicinai al mio armadietto, avevo l'ora di Matematica Avanzata, detestavo la mia scuola, eppure il mio sogno era fare qualcosa che c'entrasse con essa.

Lo aprii e presi il mio libro, raggiungendo la classe di Matematica Avanzata, mi sedetti tra gli ultimi posti perché sicuramente Ms. Medley avrebbe spostato qualcuno che faceva casino nei primi banchi, e non volevo fare tanti spostamenti.

Aspettai nell'entrata della proffessoressa, che non tardò ad arrivare insieme al resto dei compagni.

«Buon giorno a tutti, iniziamo la lezione. Chi non ha capito i problemi e vuole capirli con una interrogazione con il voto alla lavagna?» domandò Ms. Medley, stranamente nella classe c'era un silenzio tombale.

«Bene, vuol dire che sc-» venne interrotta dal bidello che bussò alla porta, con accanto un ragazzo.

Quel ragazzo era alto, muscoloso, quasi biondo, dagli occhi oscuri eppure color caramello.

Non sembrava un ragazzo apposto, era carino sì, ma sembrava di più un cattivo ragazzo.

«Lui è il nuovo arrivato, buongiorno» salutò educatamente il bidello, lasciando il ragazzo davanti alla porta.

«Come ti chiami, caro?» chiese Ms. Medley, sfoggiando una specie di timido sorriso da sessantenne.

«Io sono Justin Bieber, ho due anni più di voi, diciotto. Vengo da New York e mi sono trasferito perchè sono stato espulso per dei cattivi trattamenti fatti ai miei compagni, alle prof e ai bidelli. Così i miei genitori vogliono farmi cambiare vita, detto questo vado a sedermi» parlò per poi sedersi nell'unico banco libero.

Ero sorpresa, da tutto, da lui e da come si era presentato. Avevo direttamente capito che lui non era un tipo simpatico con cui fare amicizia.

«Woah, bene ragazzi, sono un po' stanca per ieri sera, ci sono stati i consigli. Non credo che vi interessi, quindi iniziamo la lezione!» esclamò, sembrava entusiasta a differenza del resto della classe.

«Come se ci interessasse ciò di cui parleremo durante la lezione» sussurrò quello nuovo, la proffessoressa gli lanciò un'occhiataccia che fece ridere tutta la classe tranne me.

Dovevo avere una buona condotta, non volevo finire nei guai e dovevo essere attenta alle lezioni.

Mio padre era il sacerdote e mio fratello il capo della squadra di Basket della Righway, una delle tante squadre nemiche della mia scuola: la Noarth Stuart.

[...]

Le ore erano passate abbastanza in fretta, quel ragazzo nuovo non mi aveva assolutamente dato una buona impressione.

Durante le due ore di Matematica Avanzata non faceva altro che fissarmi, cosa avevo di così strano?

Ero una semplice ragazza, nemmeno carina o hot, una semplice ragazza in tutti i sensi.

Eliminai quei pensieri ed andai verso la mensa, prendendo un vassoio e facendo la fila come tutti gli altri.

Il Lunedì c'era la pasta in bianco, con poca insalata ed acqua naturale, non amavo particolarmente quei cibi.

Arrivò il mio turno, dopo essermi fatta servire, andai a sedermi - come sempre - da sola con Allyson.

Allyson portava dei capelli castani e mossi, aveva gli occhi marroni. Aveva degli zigomi scolpiti ed un sorriso fantastico.

Eravamo amiche da quasi sempre, peccato che nessuna fra noi due fosse una specie di prostituta, sennò saremo state molto più apprezzate.

«Come è andata oggi Ari?» chiese, gustandosi il suo piatto di pasta, lei amava follemente la pasta.

«Normale, c'è un ragazzo nuovo nella mia classe di Matematica Avanzata, e non sembra simpatico... penso che sia un bullo quindi non devo parlargli».

«Secondo me non devi giudicare dall'apparenza, boh, magari è simpatico. Comunque, oggi Kate è in infermeria, ha il maldipancia e credo che resterà lì per un paio di giorni» spiegò.

Kate era una nostra amica, lei aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, le sue ciglia erano così dannatamente lunghe.

Era una ragazza simpatica, ma si lamentava spesso; non riusciva a capire che più positiva era, più la sua giornata sarebbe stata migliore.

«Mi dispiace per lei, domani pomeriggio andremo a farle una visita. Oggi no, sono stanca, troppo» dissi alzandomi e buttando il mio vassoio, seguita da Allyson che aveva finito tutto.

Non avevo praticamente assaggiato niente, solo poca insalata, in effetti ero parecchio magra.

Allyson pure, solo che lei aveva delle coscie più grandi e delle forme superiori alle mie.

Ero quasi invidiosa di lei, dei suoi occhi e dei suoi capelli mossi. I miei occhi erano grandi e marroni e i miei capelli riccissimi, tanto che ero costretta a piastrarli.

Ero una ragazza acqua e sapone, mai trucco o altro, ma i capelli li dovevo piastrare per forza oppure li legavo in uno chignon.

Mentre camminavamo nel corridoio - tra chiacchere e risate - sentii sbattere con qualcosa, mi aggrappai alla prima cosa che potei prendere avendo gli occhi chiusi.

Aprii gli occhi e mi resi conto di aver appena sbattuto contro Justin, il nuovo arrivato, e di essermi aggrappata alla sua giacca di pelle.

Cazzo.

Big Little Lies. ➳ JB & AGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora