22 | good or bad?

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Ariana's Point Of Views

"Sono fidanzata Harry, appena tua madre torna le racconto di tutte le porcate che cerchi di fare!" Lo minacciai.
"Con chi? Chi è il fortunato?" Domandò. "Justin." Risposi "Sean." Mi corressi, non sapevo nemmeno chi fosse il mio fidanzato.
"Capisco, ma non dirà niente se non lo farai nemmeno tu. Dai, divertiamoci solo un po'." Disse.
Il campanello mi salvò. "Deve essere tua madre, grazie a Dio." Roteai gli occhi, e Justin entrò.
"Justin.. che ci fai qui?" Non potevo fare altro che chiederlo. "Beh, secondo te. Per parlare di ieri sera, c'è s-" Si bloccò "Lui chi è?" Si innervosì.

"Un suo amico." Mi toccò il fianco. "È mio cugino, mia zia mi è venuta a fare visita dopo tanto. Staranno qui due settimane." Risposi.
"Ah, ti sia chiaro bambinetto, se solo provi a toccarla un'altra volta ti brucio vivo. E non sto scherzando, se mi conoscessi ora tremeresti." Camminò verso di lui, facendolo indietreggiare e sbattere al muro.
"Chiaro?" Domandò alla fine, facendo deglutire anche me. "Chiarissimo." Sussurrò dalla paura, bene, Justin poteva essermi d'aiuto in alcuni casi.
"Benissimo, allora ci vediamo dopo?" Chiese. "Non penso, dovrò passare due settimane a casa. Mia zia ora è andata a fare la spesa perché manca tutto per il pranzo, e sicuramente passeremo il pomeriggio a casa."
"A meno che io non ti chieda di farmi vedere la città.." Parlò Harry. Justin scattò di colpo, lo prese per la maglia e gli tirò un pugno in pieno stomaco.
"Tu non farai un bel niente, sono stato chiaro?" Urlò, mia zia entrò dalla porta. "Che succede?" Sbottò.
"Niente, è solo un mio vecchio amico e mi stava mostrando come fa i pesi. Niente di che mamma." Rispose Harry, non voleva dire che ci stava provando con me.
"Esattamente, cosa hai comprato zia?" Domandai. "Non ho trovato il supermercato, sono andata a prendere quattro kebab perché di solito Harry li mangia anche il pomeriggio. Ma fa niente, resta anche tu a pranzo giovanotto! Sei il suo fidanzato?" Iniziò a fare domande invadenti. "No, sono un suo amico."
Ovviamente non poteva dire 'Salve, sono quel maniaco che ha rapito sua figlia', quindi un 'amico' andava più che bene.
"Resta a pranzo, dai." Sorrisi, e lui annuì. Mia zia mise una tovaglia sopra al tavolo, c'erano tanti unicorni sopra. La trovavo buffa.
"Venite a mangiare!" Urlò, nonostante fossimo a pochi metri di distanza. Ci sedemmo, lei capotavola, io in mezzo a Justin e Harry.
"Dimmi.. Justin, cosa fai nella vita?" Chiese mia zia. "Mh, ho un'azienda e ci lavoro ogni giorno, oggi ho preso il giorno libero visto che sono io a gestirla." Mentì.
"Quindi possiedi un certo patrimonio? Che figlio di papà.." Disse Harry. "No, piccino, l'azienda non è stata aperta da mio padre ma da me stesso. Semmai il figlio di papà, sarà mio figlio se ne avrò mai uno." Continuò a mentire.
"E tu, H, hai trovato lavoro?" Domandai, cercando di cambiare discorso per non far trovare Justin nella condizione di arrampicarsi agli specchi.
"No, non mi interessa. Mamma lavora e abbiamo ancora ciò che ha guadagnato papà."

[...]

"Allora, mi porti a fare un giro della città?" Chiese Harry. "Certo, vengo anch'io." Intervenì Justin, era troppo possessivo e geloso e non era nemmeno il mio fidanzato.
"Okay, vado a cambiarmi." Andai in camera mia. Indossai una maglia con poca pancia fuori nera, un paio di pantaloncini neri ed una giacca di pelle in caso facesse freddo.
"Eccomi, andiamo." Affermai "Zia, torniamo fra un'ora. Intanto guarda la televisione, oppure fa l'uncinetto, conservo ancora del filo nel cassetto della mia stanza." Sorrisi, uscendo di casa.
Caminammo fino al centro, Justin ed Harry non facevano altro che lanciarsi occhiatacce e battibeccare.
Il rumore di uno sparo catturò la mia attenzione, mi girai, e vidi due ragazzi con dei passamontagna dentro al negozio di vestiti.
Corsi, cercando di entrare. Justin mi corse dietro, ed Harry rimase lì impalato. Mi toccai la tasca della giacc dove avevo la pistola, dovevo essere sempre al sicuro.
Pensai di non cacciarla fuori fino al momento giusto, o le telecamere mi avrebbero ripresa e la polizia si sarebbe chiesta perché ne avevo una.
"Ariana, no! Vieni qui!" Mi rincorse Justin, arrivò alla porta, ma non poteva fare altro che aspettarmi. Presi uno dei due ragazzi e gli tirai due pugni in faccia, fino a quando non cadde sulla cattedra vicino alla cassa.
Diedi un forte calcio al suo stomaco, e Justin cercò di prendermi. L'altro ragazzo venne contro di me, lo spinsi via e Justin continuò a malmenarlo urlando a tutte le persone che erano all'interno di scappare.
Una delle persone che erano uscite prima che lo dicessimo chiamò la polizia, mentre io e Justin tenevamo fermi i due ladri. "Lasciami stare!" Urlò il ragazzo, riconobbi quella voce.
"Sean?" Alzai un sopracciglio, levai il suo passamontagna e lo buttai a terra "Sean, oh mio Dio, cosa stai facendo? Sei serio?" Urlai.
Justin lo guardò storto, e tolse il passamontagna all'altro ragazzo: si trattava di Jughead. Il suo nome era abbastanza strano, come lui stesso.
Nel campo del pericolo era molto conosciuto grazie alle sue doti da commerciante, era un famoso spacciatore. Chi si metteva in contatto con lui aveva bisogno di soldi, questo mi portava a capire che anche Sean ne aveva bisogno.
"Ariana... lascia che io ti spieghi tutto." Parlò, lo guardai male. "Spiegherai tutto al commissariato." Sussurrai, abbassando lo sguardo. L'avevo lasciato perdere, lavevo lasciato andare.
Non sapevo se ne ero felice o meno, perché da una parte avevo la scusa perfetta per mettermi con Justin. Ma dall'altra, avevo paura di sentire la sua mancanza al mio fianco. Non ero una puttana, se mi ci ero messa un motivo c'era.
La polizia entrò correndo, "Mani in alto!" Urlarono. Io e Justin ci spostammo, e loro caturarono Sean e Jughead. Non guardai, non ci tenevo a piangere davanti a tutti.
Ma pensai a Justin, a tutto ciò che era positivo nella mia vita. Sorrisi e guardando Justin mi asciugai le lacrime, senza testare sospetti, non mi piaceva mostrarmi debole nemmeno davanti a chi non conoscevo.
"Un applauso ai due eroi!" Sorrise una donna, e tantissime persone fra la folla iniziarono a complimentarsi con noi e ad applauderci.
Sorrisi, Justin era felice di aver fatto una cosa buona. "Grazie mille, siete stati davvero d'aiuto. Manderemo un avviso al sindaco e verrete premiati." Disse un poliziotto.
"No, grazie. I soldi non ci servono, dateli in benificenza. Eravamo solo nei paraggi, erano deboli e non c'è voluto molto per fermarli." Tentai di velocizzare la cosa, se la polizia avesse scoperto che avevo una pistola in tasca, sarei andata in galera e avrebbero scoperto tutto sulla mia vita e sui miei reati.
"Cosa c'è lì?" Indicò la mia tasca, oh, merda.

Big Little Lies. ➳ JB & AGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora