2. Afrodite e ritrovamenti

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"Ragazzi per favore, seguitemi attentamente. Questo è un passaggio fondamentale" richiamò l'attenzione il professor Cooper, durante la lezione di mitologia greca.

"...tessitrice di inganni

ti supplico: non domare il mio cuore

con ansie, tormenti, o divina."

La voce del professore risuonò forte al'interno dell'aula, che improvvisamente sembrava aver perso della vivacità giovanile, per lasciare spazio ad un'aura di magica tensione verso il passaggio di Saffo.

"Allora, perché Saffo supplica Afrodite? Quale pena è costretta a soffrire?" chiese, poi, rivolgendosi all'intera aula. Nessuno era intenzionato ad intervenire, non perché la risposta non fosse chiara, quanto perché chiunque temeva di rovinare quel momento. C'era poi chi, come la sottoscritta, non poteva fare a meno di travisare le parole della poetessa, facendone colonna sonora degli eventi della propria vita.

"Saffo non è amata e allora implora la dea dell'Amore, affinché qualcuno la ami" si sporse Anne, mentre sembrava che un occhio di bue si fosse appena concentrato su di lei. Il professore sorrise, con uno di quei sorrisi che un genitore farebbe di fronte ad un evidente sciocchezza del figlio.

"Tutto avrebbe senso, se solo Afrodite fosse la dea dell'Amore" ribatté il professore "ragazzi, Afrodite rappresenta la bellezza e di conseguenza non può rappresentare l'amore di cui parla Nicholas Sparks nei suoi romanzi!" commentò facendomi sorridere ampiamente. In effetti, non ero mai stata amante di Nicholas Sparks, di certo non intendeva l'amore come lo intendevo io e tendeva a illudere un po' tutte le più giovani generazioni, con le sue idee di amore perfettamente romantico.

"Afrodite è carne, è passione, è puro coinvolgimento sensoriale. Afrodite è la dea dell'unione perfetta tra uomo e donna, è la dea, se vogliamo dirlo in termini molto volgari, della forma più pura e fisica di sesso." terminò la sua riflessione "Per la prossima volta voglio che vi soffermiate su questo aspetto dell'amore, voglio che analizziate tutta l'opera di Saffo sotto questa accezione e poi ne parleremo insieme."

Chiusi i miei libri, mentre mi dirigevo fuori dall'aula e mentre ripensavo alle parole del professore. Forse l'amore dal punto di vista di Afrodite era molto più simile alla mia idea di coinvolgimento amoroso: il fascino dei corpi che si incontrano e si ammaliano a vicenda. Sguardi ammiccanti e movenze seducenti. E se ripensavo al modo in cui quegli occhi solo qualche sera prima mi avevano studiata, capivo perfettamente cosa fosse l'amore di Afrodite. Mi ero sentita desiderata come se fossi il cibo dal sapore più intenso e stravolgente del pianeta, e al contempo avevo desiderato come se quegli occhi verdi fossero l'unica rugiada in grado di soddisfare la mia sete.

Continuai a percorrere i corridoi della facoltà pieni di studenti, mentre mi dirigevo al bar del campus per incontrarmi con Delilah.

Dopo l'altra sera al locale, mi ero sentita estremamente in colpa per aver lasciato per tanto tempo i miei amici da soli. Solo quando mi ero staccata dal barman, ancora confusa dalla sua frecciatina esplicita, mi ero resa conto di essere stata via per quasi mezz'ora, tanto che era giunta l'ora di andar via. Così mentre in macchina Jared si era offerto come sedile, avevo proposto a Delilah di vederci in uno dei giorni seguenti, e lei non aveva esitato ad accettare, quasi riconoscente per quelle scuse inespresse.

"Ellie, ma dove hai la testa?" sentii gridarmi Delilah, mentre si sbracciava da un tavolino nella veranda del bar. Oggi il sole aveva fatto capolino, regalando delle temperature quasi primaverili, tanto da permettermi di indossare una camicia sbarazzina con la mia giacca di pelle nera.

CANTHARIDE- [H.S. AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora