30. Matrimonio e recita familiare

836 52 6
                                    




Più volte nella vita mi avevano chiesto cosa ne pensassi del matrimonio: non che bisogni pensarci troppo, del resto. Cosa si può dire: c'è chi ci vede l'apoteosi della storia d'amore di una vita, chi un semplice convenevole. Poi ci sono gli uomini, la cui intenzione è così impercettibile da mettere in dubbio anche il reale interesse nella proposta di matrimonio.

Da quando ero piccola, non avevo mai sognato il matrimonio: forse qualche volta l'abito bianco, ma solo per la bellezza dei dettagli, o per un velato narcisismo che ogni sposa deve avere. Il matrimonio mi spaventava profondamente: mi spaventava l'impegno, la promessa, troppo difficile da mantenere nel tempo; mi spaventava la scelta della persona, perché per quanto se ne parli come un istinto, la persona che sposi la scegli; mi spaventava il resto, l'intorno. Avevo sempre avuto la latente convinzione che le crisi di coppia più profonde scaturissero dal matrimonio: alcuni entravamo in crisi per la mancata proposta, altri per il rifiuto e altri ancora, quandanche il matrimonio andasse bene, dimostravano incertezze subito dopo, come se la persona che avessero accanto non fosse poi così conosciuta ai loro occhi.

Il pensiero che Gwen e Andrew non fossero "anime gemelle" mi aveva attraversato, anzi con assoluta presunzione ne avevo fatto una certezza: Andrew non mi aveva fatto niente di male, ma ero meno egoista di quanto la mia famiglia pensasse e non mi fermavo ad un tale livello di analisi; a prescindere dal tradimento, il cui sincero perdono poteva considerarne un tacito passo avanti, ciò che Gwen e Andrew sembravano dimenticare era quanto poco studiato l'amore dovesse essere; totalmente estranei a qualsiasi emozione confusa, ruggente e persino distruttiva, che spesso l'amore dà.

"A che punto è la sposa?" chiese il fotografo impaziente. La stanza d'albergo pullulava di gente, molta più di quanta ne conoscessi, ma molta meno di quanta mia sorella avrebbe voluto. Al piano di sotto Andrew e la squadra dello sposo stavano sicuramente dormendo o perlomeno erano ancor intorpiditi fra le coperte, perché nessuno di loro avrebbe avuto bisogno di svegliarsi poco dopo l'alba per iniziare a prepararsi.

Dal canto mio, avrei volentieri fatto a meno della notte in hotel, soprattutto considerando la sgradita dimenticanza di mia madre: nell'insieme di perfetti pernottamenti per ciascun invitato al matrimonio, il mio "più uno" era sfuggito, lasciandomi in una stanza singola, di un hotel completamente pieno, senza che Harry potesse anche solo accennare a prenotare un'altra stanza. Per tutta risposta, all'insaputa di tutti, io avevo annullato la camera a mio nome per la notte dopo il matrimonio, decretando la fine dei miei festeggiamenti prima di quando la sposa avrebbe voluto.

"Ha avuto problemi con il trucco, continua a piangere per ogni biglietto di mazzi di fiori" esclamò esasperata la truccatrice "di questo passo sarò costretta a ricominciare da capo" borbottò, mentre il fotografo le dava attenzione che rasentava lo zero.

"Perché non inizi a truccare Ellen, mentre io cerco di farla calmare?" propose mia madre, mentre io cercavo un angolo della stanza dove nascondermi, o magari un angolo con qualche super alcolico che potesse aiutarmi a sopportare quella giornata. Precisai, sottovoce, quanto nessuno mi chiamasse Ellen, ma capii che era inutile, tanto nessuno mi avrebbe comunque prestato attenzione.

Lasciai che la truccatrice lavorasse, socchiudendo un occhio alla volta mentre provavo a digitare il messaggio di risposta.

Messaggio a: Harry

Ore: 07.43

Il mare sarebbe stato sicuramente meglio (perché sei già sveglio?)

Chiusi gli occhi sperando di riuscire a godere un po' di pace, ma il frastuono intorno a me non sembrava darmi tregua, fra una lampada che l'aiuto-fotografo aveva fatto cadere, provocandosi rimproveri poco gentili da parte del professionista. Nel frattempo Mary correva ad aprire la finestra della stanza, sperando di far uscire l'odore insopportabile di lacca che il parrucchiere continua a spruzzare. Sì, decisamente non mi sarei sposata.

CANTHARIDE- [H.S. AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora