Jungkook
Quella mattina mi ero svegliato insolitamente presto, non ero una persona mattiniera e solitamente mi ci volevano le cannonate anche solo per farmi sollevare una palpebra. Invece quella mattina mi ero svegliato alle otto e mezza e, dopo essermi stropicciato gli occhi e aver lanciato un'occhiata al letto di Yoongi, solo per vederlo profondamente addormentato, il viso voltato verso il mio letto, un braccio abbandonato sul cuscino, avevo deciso di uscire per andare a sgranchirmi le gambe. Dopo aver litigato con la zip della giacca che non voleva saperne di chiudersi e aver afferrato l'mp3 di Yoongi, dato che non trovavo il mio, ero uscito e mi ero messo a correre. Mi piaceva correre il mattino, mi piaceva correre con solo il suono della musica a riempiermi le orecchie e fortunatamente Yoongi aveva un gusto musicale molto simile al mio, contrariamente a Taehyung. Corsi per una mezz'ora, mezz'ora in cui riuscii a liberare la mente da tutti i pensieri che la affollavano negli ultimi tempi, come per esempio Taehyung, il nostro rapporto, e a rilassarmi. Mentre tornavo verso il dormitorio, le gambe diventate di piombo, passai accanto a una struttura fatiscente che non ero sicuro di aver mai visto. Rallentai il passo e fissai l'insegna a neon che rappresentava un birillo e una palla rotonda, una sala da bowling. Un sorriso mi spuntò sulle labbra pensando a un'improbabile serata al bowling con quello svitato del mio ragazzo. Forse non era neanche una pessima idea, sarebbe stato un modo diverso di passare la serata, un modo per mettere al tappeto, insieme ai birilli, anche tutte quelle brutte litigate e le cose non dette che si stavano accumulando diventando come un velo tra di noi, come un vetro appannato che non ci permetteva di vedere le cose chiaramente. Ripresi a correre, la mente che dava una sfilata di tutti i possibili scenari in cui i protagonisti eravamo io, Taehyung e la sala da bowling, e senza rendermene conto mi ritrovai davanti al dormitorio. Tornai in camera mia, canticchiando sottovoce e aprii la porta della mia stanza togliendomi le cuffiette dalle orecchie. Quindi entrai nella stanza e, con mia sorpresa, la trovai vuota. Lanciai l'mp3 sul letto del mio compagno di stanza e accostai l'orecchio alla porta del bagno. C'era un silenzio tombale, dove diavolo poteva essere andato?
Magari è da Jimin, pensai, mentre mi toglievo la giacca per abbandonarla sulla sedia. Mi stiracchiai, sentendo i muscoli bruciare e l'occhio mi cadde sui fogli sparpagliati sulla scrivania. Metà erano i miei compiti della sera prima, compiti che non avevo finito, e l'altra, invece, fogli di spartiti musicali con qualche nota scribacchiata qua e là. Feci un sorriso e presi in mano uno di quei fogli focalizzando la mia attenzione sulla sua calligrafia ordinata. Solitamente, quando prendeva appunti o quando mi lasciava qualche bigliettino in stanza, tendeva a scarabocchiare, ma quando si parlava della sua musica, la sua calligrafia diventava nitida, elegante, come se fosse essa stessa parte integrante di quel flusso musicale che fluiva da lui al suo pianoforte con una naturalezza sconcertante. Senza pensarci, cominciai a sistemarglieli impilandoli ordinatamente sul suo comodino, quindi buttai i miei compiti nella cartella a casaccio per poi togliermi la felpa e buttarla sul letto. La mia mente corse di nuovo al bowling e una malsana idea, me ne sarei reso conto solo dopo, mi attraversò la mente. E se fossimo andati tutti insieme al bowling? Tae, io, Yoongi e Jimin? In quel modo gli avrei dimostrato che non ero geloso e avrei potuto mettere in ombra il biondino sfoggiando la mia bravura nel bowling. Quasi gingillai all'idea di un Taehyung che faceva la faccia sbalordita vedendomi fare strike. Dovevo trovare Yoongi e dirglielo, subito. Mi tolsi la maglietta tutta sudata, infilai una felpa nera e uscii dalla stanza, sapendo già dove trovarlo. Scesi le scale e uscii dal dormitorio per poi attraversare il campus ed entrare nella struttura in cui, qualche giorno prima, si era tenuta la giornata dello sport. Passai accanto alla palestra e tirai dritto, cercando di non inciampare nei ragazzi che, diretti allo spogliatoio, si colpivano con gli asciugamani. Scansai una ragazza che civettava nel corridoio e finalmente arrivai a destinazione. Dalla porta chiusa si sentiva della musica, una musica incredibilmente straziante e meravigliosa. Spinsi piano la porta, cercando di non fare troppo rumore ed eccolo lì. Era seduto davanti al pianoforte, gli occhi chiusi, le dita che dolcemente accarezzavano i tasti dello strumento, sfiorandoli quasi come se non avesse intenzione di ferire la sua sensibilità. Rimasi a guardalo per diversi istanti, la spalla poggiata allo stipite della porta completamente rapito dalla sua musica. Era come se fosse diventato lui stesso strumento del suo pianoforte, come se ormai non appartenesse più al nostro mondo, completamente estraneo a tutto ciò che ci circondava, erano solo lui e il suo pianoforte, lui e il suo amore in un mondo in cui nient'altro, nessun altro, era ammesso. Continuai a stare in silenzio per qualche istante, gli occhi che seguivano come incantati le sue dita viaggiare sui tasti, poi lui arricciò il naso, borbottò qualcosa e ripeté la stessa sequenza di note. Lo fece per un paio di volte, alla fine aprì gli occhi e li puntò dritti su di me. –Hai intenzione di stare lì in silenzio ancora per molto? – chiese con una smorfia tornando a guardare i tasti. Non pensavo si fosse accorto di me, ma mi sbagliavo, come sempre. Quando si parlava di Yoongi, non sapevo mai a cosa pensasse, la sua mente era impenetrabile per me e, a volte, mi chiedevo cosa macchinasse tutto il giorno. Aveva sempre quell'espressione seria, imperturbabile, che poi si scioglieva, addolcendogli i lineamenti, appena Jimin anche solo guardava dalla sua parte.
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First Love
FanfictionPersonaggi: Jimin,Suga,V,Jungkook Ships: Yoonmin, Taekook, Vmin, Yoonkook Non postare o condividere la storia su altre piattaforme senza consenso. Grazie.