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Taehyung

Ritornammo al dormitorio quando ormai le luci si erano spente già da un pezzo. Camminavamo in silenzio, l'unico rumore lo scricchiolare delle nostre scarpe, Jimin e Yoongi che, per mano, ci precedevano. Alzai il naso all'insù e notai le nuvole addensare il cielo. Avrebbe piovuto, e il giorno dopo e avremmo dovuto fare il test di atletica con delle, tanto scomode quanto brutte, mantelline: trenta interminabili minuti di corsa per strappare una misera sufficienza al nostro professore che, a parere mio, era convinto di trovarsi in una caserma militare e non in una scuola. Arrivammo in fretta davanti alla scalinata che portava al grosso e pesante portone del dormitorio quando mi fermai, facendo rallentare e poi fermare anche Jungkook.

- Dobbiamo entrare Tae – mi disse lui tirandomi per il braccio, ma io rimasi fermo e scossi la testa.

Jimin e Yoongi si erano fermati a loro volta e mi guardavano, aspettandosi da me una motivazione per il fatto che si, non avevo voglia di entrare.

- Facciamo una passeggiata? – chiesi a Kookie ignorando i due che continuavano a guardarmi. Cercai di non guardare Jimin con la coda dell'occhio, anche se ero cosciente di ogni suo singolo movimento, come in quel momento per esempio. Si stava passando una mano tra i capelli mentre rilasciava un sospiro. Incontrai i suoi occhi scuri e poi distolsi velocemente lo sguardo, riportando la mia attenzione su Jungkook, i suoi occhi che mi scrutavano facendomi seccare la gola. Lo vidi annuire e girarsi velocemente verso gli altri.

- Andiamo Jimin – disse Yoongi trascinandosi dietro il mio migliore amico. Jimin e io ci guardammo, di nuovo, e, con una dolorosa morsa allo stomaco, mi voltai proprio mentre lui faceva lo stesso, come se in quel momento fossimo l'uno lo specchio dell'altro, sentendo qualcosa incrinarsi tra di noi, come un vetro che mostra le prime crepe, crepe destinate solamente a espandersi, vittime del gelo che ci attanagliava. Lasciai scivolare la mia mano in quella di Kookie, beandomi della sua presa salda e calda, e prendemmo a camminare nella direzione opposta allontanandoci dal dormitorio.

- Va tutto bene? – chiese il moro rompendo il silenzio.

La verità era che la passeggiata era tutta una scusa e mi sentivo terribilmente in colpa. Volevo solo evitarmi la scenetta del bacio della buonanotte davanti alla porta della nostra camera, evitarmi di guardare Jimin stringere tra le sue piccole dita la felpa di Yoongi mentre gli stampava un bacio sulle labbra, evitarmi il suo modo di guardarlo andare via, come se gli stessero strappando via qualcosa di necessario.

Annuii e continuai a camminare cercando di sembrare tranquillo, quando in realtà avevo una tormenta dentro. Avevo passato tutta la serata a cercare di ignorare Jimin, a fingere di non sentire niente nel vederlo vicino a Yoongi, a cercare di cancellare quel qualcosa dentro di me che cresceva a dismisura ogni qualvolta i miei occhi si posavano sulla sua minuta figura. Era sbagliato, tutto sbagliato, ma non riuscivo a smettere, come non riuscivo a non pensare allo strano sguardo che il mio migliore amico mi aveva riservato per tutta la sera, come se avessi qualcosa che non andasse, come se il solo guardarmi gli provocasse dolore, come se la fonte di tutti i suoi dispiaceri fossi io, e forse, era davvero così, forse ero io a rovinare ogni cosa senza rendermene conto, forse ...

- Taehyung? – mi riscossi e notai che Kookie si era fermato. Lo imitai e mi voltai a guardarlo.

- Cosa? – chiesi cercando di sorridere, cercando di occultare qualcosa che diventava sempre più difficile nascondere, come un bambino che cerca di nascondere una brutta ferita a sua mamma coprendola, ma la ferita se ne frega dei tuoi piani, se ne frega delle conseguenze, continuerà a infettarsi fino a quando non sarà più possibile fare finta di niente, fino a quando l'unica cosa che resterà da fare sarà vomitare la verità.

First LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora