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Jimin

Il rumore della serratura che scatta. È un suono che sentiamo sempre, in continuazione, ma a cui non facciamo mai davvero caso. È un rumore di cui ci preoccupiamo soltanto in momenti "cruciali", come quelli dei film dell'orrore, che tanto disprezzo, in cui la telecamera fa un primo piano dell'attore protagonista, di solito una donna, che procede con passo lento lungo il corridoio che la allontana progressivamente dalla porta d'ingresso, e sebbene sia abbastanza lontana dalla porta principale riesce comunque a sentire il rumore della chiave che gira nella toppa, ecco in quei momenti il suono di una chiave che fa scattare la serratura agita dentro di te un sentimento di ansia, ma talvolta è un suono che può scatenare dentro di te un'emozione tanto forte come la felicità, ad esempio quando la persona che ami e che ti è mancata tutto il giorno rientra da lavoro la sera, oppure la stessa felicità che avevo provato io quando Taehyung aveva aperto quella porta la sera rivelando il nostro nido d'amore. Ma quello stesso rumore poteva diffondere in te un senso di amarezza e di frustrazione come quello che stavo provando io in quel momento. Il suono della chiave che girava nella toppa chiudendo la porta mi pesava come un macigno sul petto. Non era così che la serata sarebbe dovuta andare, non era così che me l'ero immaginata nella mia testa.

Mi controllai nello specchio che si trovava nel corridoio dell'hotel, mi aggiustai il bavero della camicia nera, e mi sistemai i capelli. Non che volessi apparire bene per qualcuno in particolare. L'unica persona che volevo notasse il mio aspetto curato era chiusa in camera assorta in un sonno profondo, manco fosse la bella addormentata nel bosco, neanche il bacio del principe azzurro era riuscito a svegliarlo. Sospirai e camminai lungo il corridoio per poi percorrere le scale che portavano nella hall dell'hotel. Dalla hall non avresti mai detto che le stanze fossero dei buchi. Stranamente l'aria fuori non era così fredda, ma senza accorgermene mi strinsi nel cappotto. Mi sentivo strano ad andare in giro da solo. Mi sentivo strano ad essere senza Taehyung. E ad essere onesto, sebbene fosse una cosa senza senso, ce l'avevo con lui perché si era addormentato, come se potessi fargliene una colpa se era stanco. Avevo sentito che i miei compagni di classe erano andati in un locale vicino, quindi dopo aver passato mezz'ora cercando qualcosa da fare in quella stanza spoglia e con il mio ragazzo che dormiva avevo deciso di raggiungerli ... il mio ragazzo ... mi piaceva come suonava ... sorrisi pensando al volto di Tae e alla definizione "mio ragazzo " ... mio ... lui era mio .. non proprio, ma lo sarebbe stato no? Pensando alla possibilità di un futuro in cui Taehyung sarebbe stato solo mio e non avrei dovuto condividerlo con nessun altro raggiunsi il locale. Era illuminato da luci colorate, la musica era alta e ti trapanava i timpani, corpi sudati si strusciavano gli uni contro gli altri e non riuscii a non pensare alla visione di Tae tutto bagnato per la doccia, al mio corpo contro il suo. Era così che la serata doveva andare. Mi sarebbe piaciuto venire al locale insieme a lui, ma nonostante avessi provato a svegliarlo non aveva dato segni di vita. Mi tolsi il cappotto e mi avvicinai al bancone, ordinai una birra. Il bicchiere lasciò un cerchio bagnato sul bancone quando il barista me lo passò. Mi rigirai il vetro tra le mani e mi venne in mente quella volta al bowling. Prima che tutto iniziasse. Mi rigiravo la coca cola tra le mani per evitare di guardare Taehyung. Come avevo fatto ad essere tanto cieco? Se me ne fossi accorto non avrei perso tanto tempo con lui e ora avremmo potuto vivere la nostra relazione normalmente e non di nascosto, come due clandestini, come due peccatori, come due criminali. Mi sembrava di essere Tristano e Isotta, Romeo e Giulietta, ma a pensarci nessuna di quelle storie era andata a finire bene. Non volevo fosse così anche per noi. Volevo che tra noi le cose andassero bene. Mandai giù un sorso di birra che mi bruciò nello stomaco. Ero praticamente a digiuno. E lo stomaco vuoto con l'alcool sapevo non avrebbe avuto un buon risultato, ma non mi importava. Per quanto mi fossi sentito felice negli ultimi tempi non lo ero mai stato completamente, sebbene il senso di colpa si fosse attenuato era sempre lì in agguato pronto a riaffiorare come una vecchia ferita ogni volta che guardavo Yoongi negli occhi e li vedevo luccicare ancora come il primo giorno. Non mi sentivo completamente felice quando dovevo chiudere a chiave la porta della stanza per paura che "qualcuno" mi vedesse insieme a Tae. Non ero completamente felice quando lui mi lasciava per andare da Jungkook e io me ne rimanevo seduto sul letto con le gambe contro il petto a pensare a loro insieme e a morire dentro. Quella situazione incominciava a starmi davvero troppo stretta, volevo uscirne, ma non sapevo quando sarebbe stato il momento adatto per sputare fuori tutta la verità, non sapevo che parole usare, anche se nessuna parola sarebbe stata giusta per dire al tuo ragazzo che lo hai tradito. Dio lo avevo tradito. Ma chi ero io? Che cosa mi era successo? Taehyung ecco cosa mi era successo. Mi passai una mano tra i capelli e mi leccai le labbra togliendo il sapore della birra.

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