11. Pizzeria

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Guardo il polso che continua a brillare, sento bussare alla porta e ritiro il braccio sotto le coperte.

Alzo lo sguardo e vedo Sandyen entrare.

《Io sto uscendo, dovremmo tornare verso le sette, va bene?》chiede tenendo una mano sulla maniglia della porta.
《Si nessun problema》dico appiattendo il braccio contro di me.
Esce e una volta assicurata che che se ne sia andata esco il braccio da sotto le coperte vedendo che ha smesso di brillare.
Non ci penso più di tanto e guardo l'orario nel cellulare, 15:12.

Lo spengo e, con fatica, mi alzo dal letto e comincio a prepararmi per uscire con Davis.
Vado a lavarmi e una volta finito mi asciugo.

Avvolgo il corpo nell asciugamano e il mio sguardo cade sulle braccia, che prima erano ricoperte da graffi e tagli, e ora sono completamente rimarginati.
Torno in camera e penso a cosa potrei indossare.

Ha detto qualcosa di comodo quindi...
Non lo so!
Fisso l'armadio ma non riesco a farmi venire nulla un mente.
Vado verso il comodino e prendo il cellulare digitando il numero di Annabelle, la quale risponde quasi subito.

《Dimmi》risponde lei,《Non so cosa mettermi, devo uscire con Davis e ha detto di mettermi qualcosa di comodo ma non so cosa!》dico agitando le mani in modo nervoso. 《COSA!? ESCI CON DAVIS E NON MI DICI NULLA!?》ha gridato talmente forte che ho dovuto allontanare il cellulare per non perdere un timpano.

《Si, ma ora mi serve aiuto ti prego...》la supplico.

《E va bene, vuoi che venga li oppure facciamo tutto al telefono?》chiede sbuffando.
《Non c'è tempo, a telefono é meglio》dico andando verso l'armadio, ancora con le ante spalancate. 《Dunque vediamo... potresti indossare quella maglietta nera che ti ha fatto per il compleanno, quella che cade su una spalla e larga》dice e comincio a cercarla, sperando di averla presa.

《Si trovata》gioisco afferrandola e mettendola da parte.

《E come pantalone potresti metterti un jeans nero. Più comoda e semplice di così si muore》dice Annabelle, afferro anche questo e metto tutto sul letto.

《Ah e scarpe da ginnastica, niente stivaletti. Mi sembra normale che, poi appena, torni mi racconti tutto giusto?》domanda cambiando il tono della voce tramutandolo in minaccioso.

《Certo, grazie》e senza aspettare risposta chiudo.

Controllo l'orario, 15:49.
Oddio mi devo muovere.

Mi vesto alla velocità della luce e vado in bagno cominciando a pettinare i capelli e decido di lasciarli sciolti.
Mi lavo i denti e comincio a truccarmi mettendo: mascara nero per infoltire le mie ciglia, già lunghe di suo, matita sotto la palpebra inferiore e un filo di correttore per aggiustare le occhiaie.

Torno di corsa in camera e cerco delle scarpe che si abbinino. Alla fine trovo un paio di converse nere, le indosso e prendo la giacca di pelle, anche se non penso serva visto il caldo che c'è ma lo porto per sicurezza.
Cellulare, soldi e scendo.

Prendo le chiavi, che abbiamo tutti e sei, e chiudo la porta.

Mi giro e vedo Davis appoggiato al suo motore con braccia e gambe incrociate, indossa anche lui un jeans nero, giacca di pelle, delle Nike ai piedi e per finire dei raiban neri. Mi sorride e io ricambio.

Comincio a camminare verso di lui e mi saluta dicendomi che sto benissimo, lo ringrazio e salgo in sella, lui fa lo stesso e partiamo a tutta velocità.

Sospiro serena e rilassata per via del vento che si scontra contro la mia faccia, per la velocità, e per il rumore del rombo del motore.
Ho sempre amato questa sensazione.
Dopo un'ora, che corriamo sull'asfalto dell'autostrada, arriviamo in una pizzeria: "Pizza Napoli" si chiama e come insegna, oltre che al nome della pizzeria, ha un uomo un pò cicciotello e sorridente con in mano una fretta di pizza.

|| La Prescelta ||  La Maledizione Di Lucifero #Wattys 2017  [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora