16. Strani Cambiamenti

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Mi volto di scatto e vedo Dantron avvicinarsi pericolosamente a noi con un'espressione abbastanza alterata.

Nel cielo scoppia un tuono molto forte, tanto da far scappare i cani randagi che circolavano nei dintorni. Porto lo sguardo sul polso, il quale continua a emanare la strana luce azzurrina e a pulsare, provocandomi del leggero dolore misto al fastidio, come se cento aghi si conficcassero nella mia pelle perforandomela.

Dantron ha l'espressione dura e, nello stesso tempo esprime mille emozioni: rabbia, stupore... A grandi falcate ci raggiunge e con poca delicatezza, afferando il mio polso dolente, mi spinge dietro di lui impedendomi di vedere ciò che sta accadendo tra loro due. 

Osservo la schiena di Dantron mentre si contrae e poi la vedo immobilizzarsi di scatto.

Decido di non stare li implata e mi sposto a destra vedendo ciò che sta avvenendo tra i due: Dantron ha due dita, di entrambe le mani, poste alle tempie di Matt il quale lo fissa con gli occhi spenti e un'espressione sofferente. Le braccia sono buttate lungo i fianchi e riesce a stento a rimanere in piedi, il colletto della camicia candida, e stirata perfettamente, ora é macchiata da delle gocce di sangue che gli fuoriescono dalle orecchie.

《Che stai facendo!? Lascialo! 》dico afferandogli il braccio destro, con scarsi risultati. Alzo lo sguardo verso il viso di Dantron e lo vedo contrarre i muscoli facciali in diverse smorfie, le sopracciglia folte e nere sono corrugate, e tra di esse vi è una leggera ruga dovuta all'avvicinamento di esse. Gli occhi, che prima erano cristallini, sono spalancati e colorati da una strana sfumatura rossa al bordo e di un color ambra vicino alla pupilla, non ho mai visto nulla di ciò da nessuna parte.

É veramente meraviglioso, ma mette una leggera inquietudine con questa espressione. Fisso i suoi occhi con una faccia da ebete mentre lui continua ciò che sta facendo tranquillamente.

Le labbra, rosee e carnose, formano una perfetta linea orizzontale premute tra di loro.

Gli occhi si schiariscono fino a ritornare al loro colore naturale, cioè azzurro ghiaccio. Le sopracciglia si rilassano visibilmente e abbandona le braccia lungo i fianchi, il tutto molto lentamente. Il viso di Matt diventa neutro, impassibile e il suo corpo si lascia andare cadendo prima sulle ginocchia per poi cadere di lato inerme, come se fosse senza vita.

Mi risveglio dal mio stato di trance mentre osservavo gli occhi del demone e il mio sguardo saetta verso di lui, il quale mi fissa con le braccia incrociate e un'espressione furibonda in viso.

《Volevi fargli capire chi sei!? Eh!? Così saremmo stati tutti nei guai con Lucifero. Gli umani non conoscono il nostro mondo e se lo conoscessero non la prenderebbero bene, immagina se avesse capito chi sei e sarebbe andato in giro a spargere la voce... la fuori ci sono persone pericolose che farebbero di tutto per arricchire e avere un'opportunita come questa. Grazie a Lucifero che passavo da queste parti, non oso immaginare che guaio si sarebbe creato》dice cominciando molto arrabbiato per poi finire annoiato ed emettendo uno sbuffo.

《Che ti viene in mente!? Non lo farei mai, nemmeno lo sopporto...》strillo rovente di rabbia《... che gli hai fatto per ridurlo in questo stato?》chiedo allungando il braccio verso il corpo, abbandonato al suolo, di Matt.

Sorride maligno e, spostando il viso,  osserva il corpo.

《Gli ho solo cancellato la memoria, ma non del tutto, solo i dieci minuti precedenti》ghigna incrociando le braccia e mettendo in mostra i sui muscoli scolpiti coperti solo da una maglietta a maniche corte nera. Pur essendo a Febbraio non sente  freddo, così come il resto degli altri demoni.

Non aggiungo altro e continuo a fissarli entrambi.

Sento il polso continuare a pulsare e faccio cadere lo sguardo su esso. La luce non è più azzurrina, ma dorata come quando vidi per la prima volta Shiba. Scrollo le spalle e ci incamminiamo verso casa, io a testa alta con le mani infilate nelle tasche del giubbotto, e Dantron con aria spavalda con le mani nelle tasche del jeans blu scuro.

******

Superiamo il cancello in ferro battuto e camminiamo lungo il sentiero in pietra, che conduce all'interno dell'abitazione.
Durante tutto il tragitto nessuno ha proferito parola. Meglio così, non sono dell'umore adatto.

Apre la porta ed entra, lasciandola spalancata attendendo che io la varchi.

Sbuffo e, pigramente e svogliatamente,  varco la soglia di casa.
《Ehi... dove siete stati tutto questo tempo?》chiede immediatamente Sandyen scattando la testa verso di noi. Gli occhi di tutti i presenti saettano verso le nostre figure e ci osservano in attesa di una nostra risposta.

Lui alza gli occhi al cielo e la guarda annoiato.
《Da nessuna parte, l'ho incontrata per strada e siamo venuti insieme. Ti basta?》domanda sparendo in cucina. Sandyen mi guarda circospetta e io, indifferente, salgo le scale diretta nella mia stanza.

Spalanco la porta e la richiudo con il piede.

Mi svesto dalla giacca di pelle e la butto sul letto, seguita a ruota da me.
Mi torna in mente Shiba e allora alzo la testa cercandolo nella stanza.
Il mio sguardo saetta in tutte le direzioni senza trovarlo da nessuna parte.
Mi alzo dal letto e ispeziono la stanza.

Shiba... dove sei? 

Domando nella mente in speranza che riesca a sentirmi.

Non ottengo risposta e decido di andare a controllare. Mi alzo in piedi e la testa comincia a girarmi leggermente, ma non gli molto peso.
Poggio una mano sulla fronte, il contrasto tra la mia mano gelata e la fronte bollente mi procura dei brividi che partono dalla schiena e si propagano in tutto il corpo.
Strizzo gli occhi e vado verso il bagno  vedendo la porta aperta.

Con passi molto lenti mi avvicino e attendo qualche secondo prima di aprire la porta.

Lentamente, poggio la mano destra sulla maniglia e applicando poca forza, apro la porta.
Mi blocco sul posto, con la mano ancora sopra la maniglia, vedendo una pantera nera contrarsi dal dolore e dalla quale scaturisce una debole luce giallastra.

Dopo una manciata di secondi si calma e si rilassa straiandosi sul pavimento.
Corrugo le sopracciglia, non può essere Shiba.

Shiba... sei tu?

Chiedo cauta.

La creatura alza di scatto la testa e scatta verso di me, buttandosi di peso su di me e di conseguenza facendomi cadere indietro con essa di sopra. Comincia a fregare il suo viso peloso e morbido contro la mia faccia, lasciando una scia di odore alla vaniglia.
Vaniglia... come Shiba.

Con non poca forza riesco ad alzarmi e l'animale balza in piedi.

Ero così preoccupato... ho sentito che eri nervosa e che eri in pericolo. Poi, non so come, ti ho visto come se fossi li davanti a voi, e sono stato circondato da un'aura giallastra. Non è mai successo prima d'ora.

Riconosco la voce di Shiba, e ho la certezza che sia proprio lui anche se in un altro corpo.

Non so cosa sia successo ma...

Cerco di parlare ma vengo interrotta dalla voce di Maysten che proviene da fuori della camera.

《Ellison apri, ti devo parlare》.

|| La Prescelta ||  La Maledizione Di Lucifero #Wattys 2017  [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora